Spintoni tra universi? Forse no.
Nuove analisi mostrano che la teoria del dark flow, che qualche anno fa suggeriva un misterioso e asimmetrico moto del nostro universo, deve essere rivista.
Nuove analisi mostrano che la teoria del dark flow, che qualche anno fa suggeriva un misterioso e asimmetrico moto del nostro universo, deve essere rivista.
In occasione del bicentenario della nascita di Robert Bunsen, Martyn Poliakoff, professore alla University of Nottingham, racconta con l'aiuto del suo team, The Periodic Table of Videos, l'invenzione per cui viene ricordato Robert Bunsen, il becco di Bunsen.
Alcuni giornali hanno rilanciato, lunedì 25 aprile, la notizia già circolata nel fine settimana scorso, della osservazione da parte dei ricercatori dell'esperimento ATLAS di LHC, di un bosone di Higgs. Una scoperta che sarebbe stata clamorosa, ma che purtroppo non è vera.
A quarant'anni di distanza dalla prima osservazione di antielio-3 effettuata in Russia, un esperimento al Brookhaven National Laboratory ha permesso di creare e osservare 18 nuclei di antielio-4.
L'analisi delle piume di albatro provenienti da alcuni musei di Scienze naturali ha messo in luce che, da cent'anni a questa parte, nell'habitat dell'Oceano Pacifico sono aumentati i livelli di metilmercurio.
In uno studio si suggerisce che la struttura interna di alcuni tipi di buco nero possa essere particolarmente complessa permettendo persino a pianeti di orbitare intorno alla singolarità centrale.
Alcuni giorni fa, perfino Google ha celebrato il bicentenario della nascita di Robert Bunsen (Gottinger, 31 marzo 1811 – Heidelberg, 16 agosto 1899). E’ una prova della fama planetaria di colui che con Justus von Liebig (1803-1873) può ritenersi il massimo caposcuola della chimica tedesca ed europea di quel periodo. A dire il vero, il disegno animato che dominava l’homepage era centrato sull’arcinoto “becco” o bruciatore da laboratorio che da Bunsen prese il nome. Purtroppo per Google e i tanti che ricordano Bunsen solo per il “becco”, egli non inventò quel bruciatore, ma semplicemente lo modificò.
Ora che la notizia del riscontro di iodio radioattivo nel latte di quattro donne giapponesi ha fatto il giro del mondo, ci si continua a chiedere quale sarà l‘impatto sulla salute del terremoto e dello tsunami che si sono abbattuti sulla centrale di Fukushima. Dopo tutto il parlare, a proposito e purtroppo talvolta anche a sproposito, delle scorse settimane, il New England Journal of Medicine, dall’alto della sua autorevolezza, porta finalmente un po’ di chiarezza.
Alcuni dei punti sollevati da Jean Marie Lehn nel suo recente editoriale partivano dalla chimica per giungere a un discorso molto più generale. Uno in particolare toccava da vicino i temi ambientalisti che abbiamo più volte sollevato, e che da ultimo hanno suscitato tante vivaci discussioni: il tema degli effetti perversi che può avere l’applicazione emotiva, e quindi irrazionale, dei sacrosanti principi di difesa dell’ambiente. Veniva a puntino per le discussioni che abbiamo stimolato, ed eccomi quindi qui per riprenderlo e