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La fisica italiana di INFN raccontata da Lucia Votano: storia, vita e misteri

Il libro di Lucia Votano Una storia di successo (Di Renzo Editore, 2022) è un intreccio di vita vissuta, storia dell'INFN e principali scoperte e misteri della fisica italiana e non solo dello scorso secolo. 

Immagine: Pixabay

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È da poco uscito il libro Una storia di successo edito da Di Renzo Editore (2022, 15€, 184 pagine) di Lucia Votano, fisica, dirigente di ricerca emerita all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). Si tratta di un racconto che mescola un po’ di storia dell’INFN, un po’ di biografia dell’autrice e un po’ di storia della fisica soprattutto nucleare e subnucleare.

Fin da subito vengono evocate icone della fisica quali Edoardo Amaldi e Gilberto Bernardini, fino agli altri di via Panisperna: Segrè, D’Agostino e Majorana. Sono loro a porre le basi culturali scientifiche del futuro INFN e in generale della ricerca fisica in Italia, sin dalla teorizzazione del neutrino, la cui antiparticella (antineutrino) costituisce assieme al protone e all’elettrone il prodotto del decadimento radioattivo del neutrone. E poi ovviamente la fissione nucleare con Enrico Fermi, raggiunta credendo di aver generato i famosi elementi “transuranici”. Tanti altri i nomi illustri anche non italiani, come Millikan e Yukawa, tra tutti, che a qualunque studente di fisica suoneranno molto familiari. E si arriva, in questa prima parte di libro, al momento più tragico per la fisica italiana ed europea: le leggi razziali del 1938, un vero «disastro», come disse Amaldi. Con il Manifesto della razza firmato da dieci scienziati italiani in cui si affermava che le razze umane esistono, la propulsione innovativa del mondo fisico italiano crollò rovinosamente. Addirittura, ricorda Lucia Votano, nel 1931 solo una ventina su oltre 1.200 docenti universitari si rifiutarono di giurare fedeltà al fascismo.

In netto contrasto con questo brutto capitolo, la nascita dell’INFN, nel 1951 come istituto del CNR, si apre con il rifiuto «di partecipare a ricerche i cui risultati non potessero circolare liberamente nella comunità scientifica internazionale e, in particolare, di continuare gli studi sulla fissione nucleare, per evitare ogni commistione con possibili usi militari». L’INFN diventa mano a mano un ente sempre più autorevole dove gran parte dei collaboratori è personale universitario associato ai programmi scientifici, i cui obiettivi principali sono sempre stati «lo sviluppo della ricerca fondamentale teorica e sperimentale in fisica nucleare e subnucleare».

Scrive Votano che l’Istituto è «l’unico tra gli enti pubblici di ricerca a essere governato non da un Consiglio di amministrazione, ma dal Consiglio direttivo» formato dai direttori delle varie sedi, e che quindi risponde molto meglio ai bisogni effettivi dei ricercatori. Purtroppo, fin dalla prima presentazione del piano pluriennale, il vizio dei governi italiani è sempre stato quello di non finanziare la ricerca su base pluriennale, per l’appunto, mantenendo precario e incerto il tessuto scientifico italiano rispetto all’estero. Nonostante questo, l’INFN ha sempre avuto una vocazione internazionale, coinvolgendo innumerevoli paesi nei suoi progetti e partecipando, tra gli altri, alla realizzazione e alle ricerche del CERN. Il primo esempio di scienza davvero internazionale che non è però mai stato riconosciuto tra le radici fondative dell’Unione Europea, a testimonianza di una latente avversione al mondo scientifico da parte della politica e, tristemente, del mondo della cultura, sulla scia inaugurata da Croce e Gentile.

Anche il CERN, sottolinea Votano, bandisce ricerche per la creazione di nuove armi e, nei laboratori, i paesi collaborano in modo pacifico, indipendentemente dai conflitti in corso, come l’attuale tra Russia e Ucraina. Secondo l’autrice, infatti, la recente decisione del Council del CERN di escludere la Russia dai paesi osservatori non può che essere una brutta notizia, dal momento che in questo modo non si fa altro che indebolire ulteriormente le possibilità di pacificazione, che dovrebbero vedere nella scienza un modello da seguire.

Il ricordo passa alla nascita dei Laboratori di Frascati e dal ruolo che ebbe Giorgio Salvini in questo. «Il suo sguardo sembrava scrutare e giudicare il livello di comprensione di quello che stavi dicendo […]. Confesso che più di una volta ho evitato accuratamente di sedergli vicino sul bus». Tra il 1954 e il 1958, il terreno incolto ispezionato dai visionari occhi di Salvini si trasformò nel luogo in cui si è poi osservato il primo fascio di elettroni.

Sono vari nel libro i rimandi al passato e alle altre grandi personalità, come Enrico Mattei o Bruno Touschek. La zia di quest’ultimo diede il nome al primo prototipo di sincrotrone ad “anello di accumulazione”: AdA, per l’appunto. E poi ci fu ADONE, molto più potente, dismesso nel 1993. Da qui si passa ad altri scorci di storia della fisica, quando si è via via capito che le quattro forze fondamentali (gravitazionale, elettromagnetica, debole e forte) coinvolgono particelle fondamentali – quark, leptoni e neutrini – e sono descritte da particelle “mediatrici” – i fotoni, le particelle W± e Z0 e i gluoni. Tutto spiegato dal Modello Standard. Modello che però è già entrato in crisi, soprattutto dopo la scoperta del Bosone di Higgs, la particella che conferisce la massa a tutto il resto della materia dopo il Big Bang.

Votano spiega anche cos’è il Large Hadron Collider e il suo erede più grande prossimo a venire, illustra perché non si vede niente prima di 380mila anni dal Big Bang, perché non ha senso chiedersi cosa c’era prima e tanto altro. Come il grande mistero della scomparsa dell’antimateria – che ricorda un po’ quando a casa si perdono i calzini: dov’è finita, visto che all’inizio c’era? E non è un po’ imbarazzante che tutti questi ragionamenti riguardano la materia nota, che risulta essere il 4,9% del totale? Il resto è in gran parte energia oscura e materia oscura, che chissà cosa nascondono. L’autrice ricorda Vera Rubin, Kent Ford, la radiazione cosmica di fondo fino ad arrivare alle Teorie di Grande Unificazione e a quella “del Tutto”, che ha anche dato il nome all’omonimo film.

In tutto questo percorso di ascesa dal grande abisso del fascismo, l’INFN ha avuto un ruolo primario, anche se poco noto e considerato, fino all’ultima grande scoperta delle onde gravitazionali con l’interferometro VIRGO. Da non dimenticare infine il primato dei laboratori del Gran Sasso, costruiti approfittando dei lavori per l’autostrada A24, a oggi «la più grande e avanzata infrastruttura al mondo dedicata alla fisica astroparticellare» che è il campo di ricerca principale di Lucia Votano.

Solleticando il lettore con i misteri e le scoperte della fisica, l’autrice si lascia talvolta pervadere da riflessioni sul proprio trascorso e sul futuro della scienza in Italia che, come è facile immaginare, esprime attraverso la preoccupazione di una politica troppo disattenta, che forse non ha compreso ancora appieno quanto importante sia la ricerca per la cultura del paese.

 


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