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L'opinione di Legambiente sui veleni del Salto di Quirra

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200 cittadini presenti: facce attente e preoccupate, di tutte le età, molti uomini che hanno lavorato al poligono e che ci lavorano, diversi nonni, e tante facce giovani, donne e uomini. Una divisa militare nelle prime file. A Villaputzu, sulla costa orientale, arriva la Goletta Verde di Legambiente alla prima tappa in Sardegna, e prende parola sulla scottante attualità dei veleni di Salto di Quirra, il poligono militare in cui, dalla fine degli anni ’50, sono stati sperimentati i più diversi sistemi d’arma dagli eserciti italiano e di molti paesi della NATO. Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente chiede “lo Stop immediato alle attività militari ed investimenti di risorse per il risanamento ambientale necessario per restituire le aree alle comunità locali”.

Vincenzo Tiana, Presidente di Legambiente Sardegna, introduce un dibattito che diventerà alla fine vivacissimo. Applaudita l’entrata del sindaco di Villaputzu, Fernando Codonesu, già componente della commissione che ha esaminato i dati prodotti per il Ministero della Difesa, che ha concluso il suo lavoro nel giugno 2011 certificando l’esistenza di un’area di circa mille ettari (su tredicimila) in cui c’è inquinamento rilevante, derivato dalla sperimentazioni di armi e dal seppellimento di rifiuti pericolosi. Ha ripercorso la storia e le conclusioni, affermando che il diritto alla salute viene prima di tutti gli altri: con tutti i sindaci dell’area occupata dal poligono si sta mettendo a punto un’agenda delle azioni urgenti e delle necessità economiche che non possono più essere ignorate. Non è più sostenibile il blocco totale dell’area, intervenuto a seguito delle indagini della Procura di Lanusei: al pascolo, al passaggio sulla strada per Quirra, all’accesso alla spiaggia di Murtas, alla pesca.

Gian Piero Scanu, Componente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, ha ripercorso la storia e i risultati della relazione intermedia, consegnata lo scorso 30 maggio: un atto politicamente vincolante per il governo, che ha già ottenuto l’apprezzamento del Ministero Difesa secondo il quale in tutti i poligoni devono cessare immediatamente le attività che nuociono a persone animali, ambiente. Per Quirra dovrà essere immediatamente attivata una bonifica radicale: ci vogliono interventi profondi, che eliminino la contaminazione alle falde, con rimozione e adeguato smaltimento dei terreni. Dovrà anche partire una riconversione del poligono, con un cambio delle attività e la creazione di lavoro per le opere di bonifica: anche la Vitrociset, che dà lavoro a 150 lavoratori, il 30% laureati, è interessata a sostenere nuove attività definite con interesse duale, cioè sia militare che civile, un polo di interesse industriale legato alla ricerca e alla protezione civile, ad esempio lo sviluppo di droni.

Poi Fabrizio Bianchi, responsabile dell’unità di ricerca epidemiologia ambientale dell’IFC-CNR, ripercorre la storia dei limitati studi sulla salute (già ampiamente raccontata da Scienza in rete), sostiene che poiché su questi aspetti si conosce poco, molto meno che sull’ambiente, è importante studiare in modo mirato gli eccessi di leucemie e malformazioni segnalati negli anni passati. L’obiettivo è di prendere misure concrete di protezione e guidare nelle operazioni di bonifica: bisogna avere informazioni sulle vie di esposizione, sapere quanto e come le persone entrano in contatto con gli inquinanti. “Bisogna considerare la salute nel senso ampio che intende l’OMS, la salute psicofisica delle persone” - puntualizza Bianchi - “e in particolare provvedere ad una prevenzione primaria, capace di coinvolgere i cittadini nel sistema di sorveglianza, per individuare strumenti di prevenzione condivisi e partecipati, scelti dalle persone. C’è un lavoro comune da fare tra cittadini, ricercatori, associazioni ambientaliste e amministratori.”

Parlano poi Antonio Onnis, anche lui della commissione mista di esperti e consulente della commissione uranio del Senato, e l’onorevole Amalia Schirru. Sottolineano come oggi si siano acquisite importanti conoscenze, mentre però mancano le risorse per fare le bonifiche in profondità. Oggi c’è il problema delle indennità a chi ha subito danni in passato, a chi deve sospendere le attività economiche, come i pastori e pescatori, c’è necessità di identificare che ha avuto problemi di salute per sostenerlo.

L’intervento di Ignazio Tolu, Assessore difesa Ambiente Provincia di Cagliari, che arriva quasi in conclusione, da’ il via a brusii e ad alcune voci di protesta. La prospettiva di una riconversione tutta ecologica – turismo, enogastronomia, percorsi culturali – della zona preoccupa quella parte dei 1.200 dipendenti del poligono che sono presenti, e i loro amici e parenti; preoccupa i pescatori, che accusano tutti di allarmismo perché non si comprano più pesci che arrivano da queste parti; fa irritare il rappresentante sindacale della Vitrociset, che con toni ben poco diplomatici afferma di non volere né per sé né per i propri figli un futuro da cameriere. La disponibilità del Sindaco ad aprire un serrato confronto promette prossime discussioni ancor più vivaci, e rimane aperta prima di tutto la grande contraddizione tra produzione industriale e ambiente – che solo con sforzi molto grandi possono andare a braccetto – e poi la questione chiave del principio ‘chi inquina paga’ uno dei fondamenti della politica ambientale in Europa.

Perché chi è stato inquinato – le comunità dell’area del Poligono Interforze di Salto di Quirra – deve sostenere gli enormi costi necessari a ripulire il territorio?


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