fbpx Neurocomic, il cervello a fumetti | Scienza in rete

Neurocomic, il cervello a fumetti

Primary tabs

Tempo di lettura: 3 mins

"Con questo libro spero di stimolare la curiosità del pubblico, di far capire che la scienza non è una fredda collezione di fatti ma una vera e propria avventura e, soprattutto, che c’è un intero mondo da scoprire all’interno del nostro cervello.”
Sono parole di Matteo Farinella, coautore e disegnatore di Neurocomic, graphic novel che racconta il funzionamento del cervello appena tradotto in Italiano e pubblicato da Rizzoli Lizard.

Neurocomic è un viaggio onirico in forma di fumetto, una specie di viaggio dantesco dove al posto di inferno, purgatorio e paradiso troviamo i neuroni, i dendriti, e le varie aree del cervello e dove ad accompagnare il protagonista, al posto di Virgilio e Beatrice, troviamo gli scienziati che hanno fatto la storia delle neuroscienze.

Dalla disputa tra Santiago Ramón y Cajal e Camillo Golgi sull’organizzazione del cervello agli esperimenti sulla memoria di Eric Kandel; il protagonista non incontrerà solo queste storiche guide ma anche i più strani personaggi, come le tre “neurotrasmettitrici” Acetilcolina, Dopamina e Serotonina, il Kraken, il calamaro arrabbiato per essere stato usato negli esperimenti di Alan Hodgkin e Andrew Huxley sull’elettrofisiologia del cervello e  il “grande ingannatore”, la nostra coscienza.
Gli autori sono i due giovani neuroscienziati Hana Roš e Matteo Farinella (altri suoi lavori qui e qui). “Da sempre mi divido tra scienza e fumetto e sognavo un modo di combinare queste due passioni - ci ha raccontato Matteo - un giorno, parlando con Hana, abbiamo pensato che il fumetto potesse essere un buon modo per rendere più accessibile il nostro campo di ricerca. Così abbiamo proposto l’idea al Wellcome Trust, una fondazione dedicata alla divulgazione scientifica, ed è grazie a loro che è nato Neurocomic.”

Il libro si legge tutto d’un fiato, è divertente e scorrevole ma allo stesso tempo riesce a dare l’idea della complessità del cervello e anche degli studi che hanno cercato, e tuttora cercano, di indagarlo. Da qui si nota la straordinaria capacità e la potenza del fumetto come strumento di comunicazione anche per materie molto complesse.
Chi conosce già la materia troverà delle vere chicche sparse qui e lì nelle tavole, chi è interessato la troverà una lettura divertente e chi invece del cervello non non ha mai neanche sentito parlare troverà molti stimoli per saperne di più.

“I fumetti riescono a trasmettere qualcosa di diver so rispetto agli articoli accademici, e per me questo significa passione, gioia, emozione. Spero che questo tipo di narrazione rappresenti un nuovo modo di coinvolgere il pubblico - ci ha raccontato Hana Roš - Con questo strumento le persone potranno avere accesso a una materia che in generale sembra molto astratta, potranno scoprire che le neuroscienze sono divertenti e interessanti, potranno appassionarsi, diventare curiosi di saperne di più e, magari, scegliere una carriera scientifica. Il nostro lavoro mostra che non c’è limite al modo in cui si possono combinare le diverse discipline, e infatti spero che molti altri siano incoraggiati  a sperimentare percorsi e linguaggi nuovi, certe volte bisogna solo essere temerari e coraggiosi, provare e vedere se funziona!

Disegni: Matteo Farinella, gentile concessione di Rizzoli Lizard


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Una voce dall’interno dei Pronto Soccorso: ecco perché i medici oggi se ne vogliono andare

Ingresso di un Pronto Soccorso con la scritta EMERGENCY in rosso

Sovraffollamento, carenze di organico, personale oppresso dal lavoro che scappa dalla medicina di emergenza. Intervista a Daniele Coen, medico di Pronto Soccorso per quarant’anni, che nel suo ultimo saggio Corsia d’emergenza racconta e aiuta a capire i problemi connessi alla gestione di queste cruciali strutture sanitarie, strette tra i tagli ai posti letto ospedalieri e le carenze della medicina territoriale. Eppure capaci di ottenere risultati impensabili anche solo pochi anni fa. E offre qualche proposta (e sogno) su come si può migliorare la situazione.
Crediti immagine: Paul Brennan/Pixabay

Se c’è una struttura sanitaria per eccellenza che il cittadino vede soprattutto dall’esterno, da tutti i punti di vista, questa è il Pronto Soccorso: con regole di accesso severe e a volte imperscrutabili; che si frequenta (o piuttosto si spera di non frequentare) solo in caso di emergenza, desiderando uscirne al più presto; per non parlare di quando si è costretti ad aspettare fuori i propri cari, anche per lunghe ore o giorni, scrutando l’interno attraverso gli oblò di porte automatiche (se gli oblò ci sono), tentando (spesso invano) di intercettare qualche figura di sanitario che passa f