fbpx Parteciperai alla marcia per la scienza? | Scienza in rete

Parteciperai alla marcia per la scienza?

Primary tabs

Read time: 3 mins

Il 22 aprile, nella giornata della Terra, migliaia di persone manifesteranno a sostegno della scienza in numerose città del mondo.

L'iniziativa è partita dagli Stati Uniti in seguito all'insediamento del presidente Trump e agli ordini esecutivi firmati in materia di immigrazione, bilancio, politica ambientale ed energetica. Andiamo per ordine.
Il 27 gennaio Trump ha firmato il Muslim Ban, l'ordine esecutivo che impediva l'ingresso di tutti i viaggiatori provenienti da sette paesi a maggioranza musulmana, Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen. Il Muslim Ban ha colpito fortemente la comunità scientifica americana, che storicamente ha beneficiato del contributo di ricercatori provenienti da tutto il mondo. Successivamente, il 16 marzo, è stato reso pubblico il bilancio di previsione per il 2018, che impone un taglio di quasi 6 miliardi di dollari al finanziamento per la Environment Protection Agency, il 30% in meno rispetto all'ultimo anno, in favore del settore militare e della sicurezza nazionale. Infine il 28 marzo Trump ha emanato l'ordine esecutivo Promoting Energy Independece and Economic Growth che punta a smantellare il Clean Power Plan di Obama, una componente fondamentale dell'impegno USA per l'obiettivo fissato dall'accordo di Parigi.  

Le decisioni di Trump non interessano solo gli Stati Uniti. Se gli USA uscissero dall'accordo di Parigi, l'obiettivo di contenere l'innalzamento della temperatura globale rispetto ai livelli pre-industriali ben al di sotto dei 2°C , diventerebbe in buona sostanza irraggiungibile. 

Nel frattempo in Europa ha avuto inizio il processo che condurrà il Regno Unito fuori dall'Unione Europea. Uno dei punti del negoziato riguarderà i rapporti delle università britanniche con la commisione europea e con i suoi programmi di finanziamento. Infine fra due settimane si svolgerà il primo turno delle elezioni presidenziali francesi che probabilmente consegnerà al ballottaggio Marine Le Pen, del Front National, ed Emmanuel Macron, del partito En Marche!. Le posizion di Le Pen e Macron sull'immigrazione sono agli antipodi. Marine Le Pen punta a uscire dall'Unione Europea, mentre Macron è un europeista convinto e ha inviato gli scienziati americani non più a loro agio nell'era Trump a trasferirsi in Francia.

È chiaro dunque che l'onda dei populismi che minaccia di attraversare i Paesi occidentali, avrebbe conseguenze sulla ricerca scientifica e sulla sua possibilità di influenzare le scelte politiche.

Scribing realizzato da Simona Marra.

La marcia principale si svolgerà a Washington D.C., ma sono centinaia gli eventi satellite in altre città degli Stati Uniti e nel resto del mondo.
La marcia italiana si svolgerà a Roma. Scienza in rete vorrebbe conoscere le vostre opinioni in merito. Quali sono le motivazioni di chi parteciperà e di chi, invece, ha deciso di non aderire all'iniziativa? A chi di voi è disponibile a essere ricontattato per qualche domanda di approfondimento, chiediamo di lasciare un contatto di posta elettronica. Una volta raccolti i vostri pareri, pubblicheremo i risultati del sondaggio in forma anonima e approfondiremo le posizioni principali emerse dalle vostre risposte.

[Aggiornato il 10 aprile 2017 da Chiara Sabelli]


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Influenza aviaria, le infezioni nei bovini e la risposta sanitaria

Si riaccende l'attenzione sull'influenza aviaria, soprattutto dopo la recente scoperta di un ceppo ad alta patogenicità in bovini da latte negli Stati Uniti. Il salto di specie rimarca la capacità dei virus influenzali di adattarsi e infettare nuovi ospiti, aumentando la necessità di sistemi di sorveglianza e risposta efficaci. Nonostante i rischi, attualmente non ci sono prove di trasmissione diretta tra bovini; le misure di controllo si concentrano sulla prevenzione del contagio e la protezione dei lavoratori esposti.

Ora che la pericolosità delle infezioni da Covid-19 è stata domata, anche se non completamente sconfitta (più di 3.000 nuovi casi notificati negli ultimi 30 giorni e un non trascurabile numero di ricoveri in ospedale), i virus dell’influenza aviaria si riaffacciano all’attenzione di chi studia l’orizzonte di prossime eventuali minacce pandemiche. Soprattutto da quando, il 25 marzo 2024, i funzionari federali del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti hanno annunciato di aver identificato un ceppo di influenza aviaria ad alta patogenicità in alcuni bovini da latte.