Alla Sapienza, nei giorni 27 e 28 settembre, andrà in scena uno spettacolo molto particolare: RMQ13 – Commedia Quantistica Relativistica in sette quadri. Spettacolo ideato da Carlo Cosmelli e realizzato nell’ambito del Corso di Laboratorio di Scienza a Teatro del Corso di Arti e Scienze dello spettacolo.
RMQ13 è uno spettacolo è particolare perché non si tratta dell’usuale Teatro Scienza, spesso di altissimo valore, che si incontra normalmente.
Il teatro scientifico, infatti, ha spesso il difetto di limitarsi all’aneddotica, alla vicenda umana o storica, lasciando poco spazio ai contenuti scientifici, o all’opposto di essere solo un insieme di dimostrazioni ed esperimenti scientifici senza trama e personaggi. L’idea di questo Laboratorio è stata invece quella di rappresentare i contenuti scientifici di alcune teorie fondamentali – La Relatività e la Meccanica Quantistica - e di studiare ed elaborare alcune tecniche/linguaggi per rappresentarle. Con la sfida supplementare di voler rappresentare due teorie che vengono classificate spesso dagli stessi addetti ai lavori come "incomprensibili” o “irrappresentabili”, in termini che non siano quelli strettamente formali delle relazioni matematiche.
Uno spettacolo teatrale può avere una serie di piani di lettura e di ascolti molto diversi, alcuni cercati e voluti dall’autore, dai registi e dagli attori, ed altri legati alle singole esperienze degli spettatori che leggono e distillano dall’opera un significato soggettivo, diverso per ogni persona.
C’è tuttavia un aspetto, nell’ambito di una proposta scenica che nasce e si sviluppa all’interno di una Università, che è fondamentale per una struttura didattico/culturale avanzata. Si tratta dell’utilizzo del teatro non solo dal punto di vista strettamente spettacolare ma anche come mezzo per veicolare concetti appartenenti ad aree difficilmente accessibili ai non esperti, o riferiti ad aree che spesso non interagiscono, o lo fanno da un punto di vista esclusivamente formale.
Il progetto ha quindi lo scopo di studiare, elaborare e proporre alcune bozze per spettacoli originali o creati da un’elaborazione di opere esistenti, con il duplice scopo di creare degli spettacoli piacevoli ed apprezzabili da un pubblico comune, e di realizzare un teatro che abbia anche il fine di fare “comunicazione scientifica” in maniera non convenzionale.
Lo spettacolo è organizzato in sette quadri, legati da un fil rouge, che descrivono altrettante storie che pongono altrettanti situazioni-problemi.
Questa è la sfida intrapresa con RMQ13. Utilizzare le parole, i corpi, la musica, la cinesica per accendere quelle lampadine interne che permettano di effettuare voli su territori non solo inesplorati alla maggior parte delle persone, ma addirittura vietati, come la lettura di testi proibiti, un testo in una lingua sconosciuta comportandosi alla stregua di un libro proibito. La scienza, come la grande poesia, diventa così un mezzo per traghettarci in zone sconosciute, spesso inaspettate, sicuramente sorprendenti.