fbpx Il "cucciolo" di via Panisperna | Scienza in rete

Il "cucciolo" di via Panisperna

Primary tabs

Read time: 4 mins

Con un piccolo convegno che si terrà il prossimo 24 maggio a Pisa, organizzato da La Limonaia Scienza Viva, con relazioni di Pietro Greco (Il “cucciolo” nel secolo breve) e di Simone Turchetti (Il caso Pontecorvo), si avviano di fatto le iniziative per festeggiare i cento anni dalla nascita di Bruno Pontecorvo, il più giovane dei “ragazzi di via Panisperna” che fecero di Roma, tra il 1934 e il 1938, la capitale mondiale della fisica nucleare. 

Bruno Pontecorvo nacque nel 1913 ed è stato sia un grande fisco teorico sia anche un grande fisico sperimentale. Tra i maggiori esperti al mondo di fisica dei neutrini. Ha avuto anche una vita avventurosa. Ebreo, riuscì a sfuggire ai nazisti. Poi, dopo la fine della seconda guerra mondiale, se ne andò in Unione Sovietica, suscitando scalpore in Occidente. A Bruno Pontecorvo, uno dei grandi geni della fisica del XX secolo, a partire dai prossimi mesi saranno dedicate una serie di iniziative curate dal Dipartimenti di Fisica dell’Università La Sapienza di Roma, dal Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa e dalla Sissa di Trieste. Le celebrazioni culmineranno in un grande convegno scientifico che si terrà nel 2013 a Roma.

Bruno Pontecorvo (Marina di Pisa, 22 agosto 1913 – Dubna, 24 settembre1993) è sicuramente uno dei più importanti fisici del nucleo e delle particelle elementari del secolo scorso. E’ anche, con il soprannome “il Cucciolo”, il più giovane del celebre gruppo detto dei “Ragazzi di via Panisperna”organizzato da Enrico Fermi negli anni ’30 allo scopo di spostare gliinteressi di ricerca dalla spettroscopia atomica alla comprensione deinuclei. Partecipa alla rivelazione delle straordinarie proprietà dei neutronilenti che aprirà la strada alle più importanti applicazioni della fisicanucleare. Per questi suoi interessi, entra in contatto con Frederic Joliot eIrene Curie che lo ospiteranno all’Institut du Radium a Parigi nelLaboratoire de sinthèse atomique. E’ a Parigi con Joliot che Bruno, oltre aperfezionare le sue competenze scientifiche sia teoriche che sperimentali,apre la sua mente alle idee politiche della sinistra dei suoi tempi,affrancandosi dalle miserie del fascismo imperante in patria. E’ qui che ,nel 1940, lo raggiungerà il fratello Gillo, regista, che si distinguerà neldopoguerra anche per il suo prestigio nella sinistra italiana. Negli anni1936-1940, Bruno lavorerà intensamente in esperimenti con colleghifrancesi sul difficile tema degli stati isomeri dei nuclei atomici, statieccitati che generalmente sono il primo punto di arrivo di un decadimentobeta seguito a breve da un decadimento gamma verso lo statofondamentale. La sua competenza è riconosciuta e apprezzatainternazionalmente sicché nel 1940 si sposta negli USA, passando perLisbona: in Italia le leggi razziali gli impedivano il ritorno in quanto ebreo. Non fu ammesso al progetto Manhattan per le sue idee politiche; ma ipetrolieri lo accettarono in una compagnia privata a Tulsa (Oklahoma) perla sua conoscenza del carotaggio radioattivo nella ricerca di risorse inprofondità. Di lì a poco, nel 1943, fu ingaggiato dai canadesi, con i qualilavorò a progettare reattori nucleari e nel settore dei raggi cosmici e deineutrini; nel 1948, gli inglesi lo accolsero a Liverpool tra i progettisti dellabomba atomica. Ma a metà del 1950, durante una vacanza in Italia, decisedi emigrare in URSS passando per la Svezia. In Unione Sovietica divenne un protagonista del neonato laboratorio di Dubna ma gli fu impedito dirientrare in Italia sino al 1978. Affetto da un Parkinson piuttosto grave,morì a Dubna nel 1993: fu cremato e, per suo desiderio, le sue ceneridivise tra Dubna e Roma (Cimitero degli Inglesi).

Bruno Pontecorvo è stato uno dei fisici allevati alla scuola di Fermi con la capacità di lavorare sia con le mani che con l’immaginazione: le sue intuizioni nella fisica dei neutrini, ben presto confermate da esperimentifatti con strumentazione da lui ideata, hanno un che di prodigioso se sipensa che l’esistenza dei neutrini e degli antineutrini era stata concepitapochi anni prima del 1940; e che i cosiddetti mesotroni scoperti dal gruppoMarcello Conversi, Ettore Pancini e Oreste Piccioni e immaginati come“elettroni pesanti” fossero accompagnati da neutrini detti “muonici” perdistinguerli da quelli “elettronici” dei decadimenti beta, era un fatto assolutamente imprevedibile negli anni ’40. Pontecorvo prefigurò la formaassai complessa della cosiddetta “universalità” delle interazioni deboli edella costante di Fermi che ne regola l‘entità tra le forze elementari. Non a caso sopra la sua tomba romana, la lapide ricorda la differenza da lui suggerita tra i due neutrini. Pontecorvo fu sospettato di spionaggio atomico e discriminato anche nellareputazine scientifica: la sua vicenda è una testimonianza dei limiti toccatidalla guerra fredda e della impossibilità di una intesa persino tra scienziati.Tuttavia, al suo rientro in Italia, ormai vecchio e molto ammalato, fuaccolto a braccia aperte e visse gli ultimi anni presso il vecchio Istituto Guglielmo Marconi di Roma la Sapienza dove il gruppo di via Panispernasi era trasferito; aggravandosi, volle essere curato a Dubna, dove morì.Ora,celebrando i cento anni dalla sua nascita, Roma e Pisa riporteranno ai giovani scienziati che non lo hanno conosciuto, la traccia della sua intelligenza esemplare.

Per informazioni: Convegno Bruno Pontecorvo; La Limonaia Scienza Viva

Articoli correlati

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Ultrasuoni focalizzati a bassa intensità: un nuovo studio per la ricerca neurologica

Gli ultrasuoni focalizzati a bassa intensità (LIFU) sono una promettente tecnologia che potrebbe consentire di superare la barriera emato-encefalica e migliorare il trattamento di malattie neurologiche. Un nuovo lavoro indaga cosa avvenga nel cervello a seguito del trattamento, per analizzare la ripresa della barriera emato-encefalica dopo l’apertura indotta.

Le malattie neurologiche, come l'Alzheimer, il Parkinson e vari tumori cerebrali, sono tra le condizioni più invalidanti a livello globale. Nonostante i progressi della ricerca, i trattamenti efficaci restano ancora limitati: le ragioni sono varie e vanno dalla complessità del cervello alle difficoltà di una diagnosi precoce. Tra gli elementi che rendono difficile il trattamento delle malattie che interessano il cervello vi sono le difese naturali di quest’organo, in particolare la barriera emato-encefalica.