La superconduttività è
quell’affascinante fenomeno, noto da circa un secolo, per cui certi materiali
cessano di offrire resistenza al passaggio della corrente elettrica quando
vengono portati a temperature molto basse, vicine allo zero assoluto. Senza
questi materiali, chiamati superconduttori, non avremmo le macchine per le
risonanze magnetiche nucleari, né avremmo acceleratori di particelle come LHC.
A partire
dal 1986 sono stati scoperti alcuni materiali che si comportano come
superconduttori anche a temperature al di sopra di quella della liquefazione
dell’azoto. Questa scoperta fu importante perché l’azoto liquido è molto
economico e semplice da produrre: i superconduttori poterono cominciare a
essere usati anche al di fuori dei laboratori più sofisticati. Questa scoperta
valse il Premio Nobel per la Fisica del 1987 a Georg Bednorz e Karl
Müller.
Il primo
di questi superconduttori “ad alta temperatura” ad essere stato scoperto è l’ossido di
ittrio bario e rame (abbreviato YBCO). Ed evidentemente questo composto è
destinato ad avere un ruolo di spicco nello sviluppo tecnologico legato alla
superconduttività, perché recentemente è stato il protagonista di un’altra
importante scoperta, effettuata da un team internazionale guidato da Andrea
Cavalleri dell’Istituto Max Planck per la Struttura e la Dinamica della
Materia, ad Amburgo: se colpito con un particolare impulso di raggi laser
infrarossi, l’YBCO si comporta come un superconduttore anche a temperatura
ambiente. Per pochi milionesimi di secondo, ma lo fa.
L’ossido
di ittrio bario e rame ha una struttura molecolare particolarmente complessa,
caratterizzata da due piani contenenti rame e ossigeno separati da regioni in
cui sono disposti anche gli atomi degli altri elementi. Questa struttura “a
sandwich” è responsabile della superconduttività dell’YBCO: gli elettroni di
conduzione possono spostarsi per effetto tunnel tra i piani con rame e
ossigeno, ma solo a temperature inferiori a circa –180 °C. L’effetto del laser
a infrarossi è stato studiato dai ricercatori del Max Planck Institute
analizzando con grande precisione le variazioni della struttura cristallina
dell’YBCO con un altro laser, questa volta a raggi X: si chiama LCLS
e si trova a Stanford, negli USA.
Il motivo di questo comportamento inaspettato
ha richiesto un anno di studio; i risultati sono stati pubblicati con un articolo
su Nature. «Abbiamo
iniziato inviando l’impulso infrarosso al cristallo, e questo ha fatto
oscillare alcuni atomi della struttura», racconta Roman Mankowsky,
fisico del Max Planck Institute e primo autore dell’articolo. «Subito dopo
abbiamo inviato un impulso a raggi X per misurare in maniera precisa la struttura
eccitata».
I risultati di queste sottili misurazioni indicavano che il laser a
infrarossi non solo eccitava gli atomi, ma li spostava lievemente. I piani con
rame e ossigeno risultavano più larghi di appena due picometri (miliardesimi di
millimetro): una distanza un centinaio di volte più piccola del diametro di un
atomo. Questa differenza, seppur minuscola, è sufficiente per favorire
l’accoppiamento quantistico tra i piani e permettere la superconduttività anche
a temperatura ambiente.
L’effetto non è durato che una frazione infinitesima di secondo, ma la scoperta è senz’altro importante. Per i teorici dello stato solido, perché aumenta notevolmente le nostre conoscenze sui superconduttori ad alta temperatura; ma soprattutto per le applicazioni pratiche che si possono già sin d’ora immaginare. Commenta Mankowsky: «Questa scoperta potrà aiutare gli scienziati dei materiali a sviluppare nuovi superconduttori con temperature critiche sempre più alte, e in definitiva di raggiungere il sogno di un superconduttore che opera a temperatura ambiente e non necessita di alcun raffreddamento». Se questo sogno diventasse realtà, saremmo di fronte a una vera e propria rivoluzione tecnologica.