Il documento Rio 2012 Issues Brief 9 affronta il problema dell'agricoltura e dell'alimentazione a fronte dell'aumento di popolazione previsto per i prossimi decenni.
La FAO (Food and Agricolture Organization) stima che nel 2050 sul
pianeta saremo 9 miliardi di persone, 2 miliardi in più di oggi: per sfamare
tutti la produzione globale di cibo dovrà aumentare del 70%. Già oggi non tutti
riescono a nutrirsi a sufficienza: circa 925 milioni di persone soffrono la
fame.
L’agricoltura è al centro del
nodo acqua-energia-cibo: aziende agricole rispettose dell’ambiente, che
facciano un uso intelligente delle risorse acqua, suolo ed energia, possono
diventare la base della futura economia.
I principali problemi per la
produzione agricola sono rappresentati dal rapido degrado delle risorse
primarie: suolo e acqua dolce soprattutto, ma anche foreste, oceani e
biodiversità. I cambiamenti climatici non fanno che peggiorare la situazione.
Gli aspetti che saranno
discussi a Rio+20 includono la conservazione della fertilità dei suoli,
minacciata dalla desertificazione, la protezione delle aree a rischio e la
salvaguardia della qualità e della disponibilità di acqua dolce. Altre istanze
ambientali connesse con la sostenibilità dell’agricoltura sono il controllo e
la gestione delle malattie di piante e animali; il controllo sugli agenti
chimici tossici utilizzati; la gestione dei rifiuti solidi da agricoltura e la
prevenzione dei disastri naturali.
La sfida della sostenibilità
per la produzione agricola non si giocherà solo sul piano ambientale:
l’agricoltura attualmente è “il più grande datore di lavoro del mondo”#,
garantendo la sopravvivenza al 40% della popolazione mondiale. In futuro essa
dovrà quindi essere anche economicamente sostenibile – essere conveniente – e
socialmente responsabile.
Un elemento di novità rispetto
alle precedenti assemblee internazionali sarà dato a Rio+20 proprio
dall’attenzione alle istanze
sociali: in particolare i piccoli proprietari e le donne coltivatrici saranno
al centro degli interventi. Ridurre la distanza tra i generi nell’accesso all’agricoltura
potrebbe incrementare i redditi femminili del 20%-30%.