fbpx Eolico: trasparenza vo cercando | Scienza in rete

Eolico: trasparenza vo cercando

Primary tabs

Tempo di lettura: 5 mins

Può sembrare un’indagine minore, perché molto localizzata. Ma l’inchiesta campionaria svolta presso i comuni di Orsara di Puglia e Sant’Agata di Puglia, realizzata da un gruppo di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) coordinato da Manlio Maggi e pubblicato per ora come rapporto interno con il titolo I cittadini e gli impianti eolici nel territorio dei Monti Dauni: percezione, informazioni e partecipazione, fornisce utili indicazioni di carattere generale sul rapporto tra politica, tecnologie ambientali e società in Italia.

I due piccoli comuni fanno parte di un grosso parco eolico situato sui Monti Dauni, in provincia di Foggia.
Tra il 1999 e il 2009 in questi due comuni sono stati installati pale eoliche per una potenza complessiva di ben 180 MW. Insomma, un grosso intervento che non ha mancato di suscitare discussioni, a volte molto polemiche.
C’è chi dice che quelle grosse pale deturpano il paesaggio, fanno rumore, causano più danni che benefici all’ambiente.
Manlio Maggi con tutti i suoi collaboratori sono andati a verificare cosa ne pensano i cittadini del posto. Ottenendo dei risultati su cui, appunto, conviene riflettere.

Per comprenderli fino in fondo, occorre fare una premessa. L’energia eolica insieme a quella solare sono le tecnologie che riscuotono il maggior consenso in Europa. Come ha rilevato una recente indagine di EUROBAROMETRO l’84% dei cittadini europei considerano positivi gli effetti delle tecnologie eoliche. Mentre solo il 53% considera positive le biotecnologie, solo il 47% le tecnologie spaziali e appena il 39% quelle nucleari. Insomma, l’eolico incontra il favore del grande pubblico. Solo il solare, con una percezione favorevole dell’87%, supera in consenso l’eolico.

La percezione, in Italia, non è affatto diversa. Alcune indagini, citate nel rapporto di ISPRA, mostrano che l’86% della popolazione del nostro paese considera positivi gli effetti dell’energia eolica e vorrebbe che fosse ancora più utilizzata. Queste indagini risalgono al 2007, ma la situazione non è molto cambiata. Anzi, il favore aumenta: un’indagine realizzata nel 2012 mostra che favorevoli alle tecnologie del vento sono 90 italiani su cento. Decisamente l’eolico incontra.

Bene, qual è la percezione che ne hanno alcuni nostri concittadini che vivono in prossimità di un parco eolico?
Anche a Orsara e a Sant’Agata, i due comuni ei monti Dauni, la maggioranza della popolazione “pensa bene” dell’eolico. Ma il favore è nettamente inferiore a quello della media nazionale. Considera positive le tecnologie eoliche il 60,3% del campione intervistato. Un secco 30% in meno della media nazionale.
Un impianto eolico concretamente vissuto ha determinato una forte erosione del consenso. Un fenomeno che può essere ben compreso. Non esistono pasti gratis in materia di ambiente. E anche se il cibo è buono, quando si presenta il conto l’entusiasmo un po’ scema. Ma qual è la causa di questa erosione forte del consenso (ma non tale da ribaltare il segno positivo)?
Le risposte a questa domanda sono molto interessanti. C’è una quota parte della popolazione intervistata che si è detta scontante perché le pale hanno alterato il paesaggio, altri che si lamentano per lo stravolgimento dell’equilibrio territoriale preesistente, altri ancora per la mancanza di ritorni positivi per la popolazione “costretta” a vivere nelle vicinanze del parco. Costretta non è un aggettivo che abbiamo scelto a caso. Perché il motivo principale dell’erosione del consenso è determinato, secondo l’indagine di ISPRA, dalla mancanza di chiarezza e trasparenza che hanno preceduto e accompagnato la realizzazione degli impianti. L’81% degli intervistati ha denunciato una mancanza di informazione sufficiente. Insomma, il parco eolico è stato in qualche modo imposto ai cittadini dauni.

È questo il dato che deve far riflettere tutti noi. Non è vero che la popolazione italiana sia più tecnofobica di quella del resto dell’Europa e dei paesi di antica industrializzazione. Al contrario, molto spesso è più disponibile ad accettare le innovazioni. Ma quello che fa la differenza sono i modi in cui le innovazioni vengono proposte in Italia e appena oltre i suoi confini. In maniera sempre più partecipata oltre le Alpi. In maniera confusa e poco chiara e poco trasparente (verrebbe da dire, sempre più confusa e poco chiara e poco trasparente) in Italia.
In un’epoca in cui i cittadini rivendicano con crescente determinazione i propri diritti di cittadinanza (di cittadinanza scientifica) questa mancanza di trasparenza e di informazione è un boomerang. Che lacera il tessuto della coesione sociale e diventa uno dei principali ostacoli all’innovazione. Anche e soprattutto in materia ambientale.   

Energia da fonti rinnovabili in Italia: quanto eolico?

Stando agli ultimi dati pubblicati da Terna e GSE, si conferma un ruolo di primo piano per le fonti rinnovabili (FER) nel quadro del sistema energetico nazionale negli ultimi anni, con un aumento di circa il 6% rispetto al 2012.
E' in particolare il sistem Elettrico (insieme al sistema Termico e dei Trasporti) a beneficiarne maggiormente, grazie ai quasi 600.000 impianti alimentati da fonte rinnovabile installati sul territorio nazionale.


Distribuzione regionale della produzione da fonti rinnovabili (GSE, 2013)

Nel 2013, la fonte che ha fornito il maggior contributo per il settore Elettrico è stata quella idraulica (44% della produzione), seguita dal solare (21%), dalle bioenergie (16%), dall'eolico (14%) e dal geotermico (6%).

Se andiamo a consultare lo storico della produzione di FER, come prevedibile, scopriamo che il solare - fotovoltaico in particolare - ha iniziato la sua crescita in concomitanza con l'inizio dei programmi di incentivi (Conto Energia, 2009 circa), così come l'eolico, che però contribuiva con una quota consistente anche in precedenza.


Elaborazione grafica dati Terna


Sempre su scala temporale, diverso invece è il dato della concentrazione locale degli impianti, che ha visto un boom negli ultimi anni per esempio in Puglia, una delle regioni che ha maggiormente approfittato dei benefici del 'Conto energia', aumentando il numero di impianti di eolico nella provincia di Foggia e di fotovoltaico nel resto del territorio


Distribuzione provinciale della potenza eolica (GSE, fine 2013)


Dati 
GSE - Rapporto Statistico Impianti a Fonti Rinnovabili
TERNA - Statistiche
Dati ISTAT - Ambiente ed Energia 


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Ricostruire le storie umane attraverso gli isotopi stabili: le mummie dei bambini sacrificati nei rituali inca

una mummia di Llullaillaco

L'analisi degli isotopi stabili offre uno strumento prezioso per ricostruire aspetti dell'alimentazione, delle migrazioni e delle condizioni climatiche delle antiche società, integrando i dati biologici con quelli archeologici e storici. Un esempio significativo è lo studio sulle mummie di bambini Inca sacrificati nel rito Capacocha, che ha rivelato informazioni dettagliate sul loro status sociale, le abitudini alimentari e l'ultimo viaggio prima del sacrificio, evidenziando l'accurata organizzazione imperiale e le credenze religiose.

La storia dell’umanità è un susseguirsi di adattamenti e di mutue interazioni tra umano e ambiente, che è possibile rintracciare attraverso lo studio dei resti biologici e della cultura materiale, delle fonti scritte e iconografiche. In particolare, i resti umani e animali provenienti dai contesti archeologici costituiscono un archivio biologico di informazioni che rappresentano una fonte essenziale per ricostruire le dinamiche preistoriche e storiche.