fbpx Addio all'Italia | Page 18 | Scienza in rete

Addio all'Italia

Primary tabs

Read time: 1 min

Alla fine ha gettato la spugna e, come tanti altri colleghi, ha preso la sofferta decisione di andarsene all'estero. Diversamente da altri, però, che hanno preso la stessa decisione in silenzio, Rita Clementi, 47 anni, genetista dell'Università di Pavia, nota in tutto il mondo per aver scoperto le basi genetiche di alcune forme di  linfoma, ha voluto  trasformare la sua scelta in un'occasione di denuncia del sistema della ricerca in Italia. Con una lettera al presidente Giorgio Napolitano, pubblicata con grande rilievo dal Corriere della Sera, la ricercatrice ha espresso la sua rabbia per un sistema che nega in continuazione i criteri della meritocrazia, mettendo i bastoni tra le ruote a chi vuole lavorare e favorendo perfino chi è stato dichiarato colpevole di frode nei concorsi. «Non è solo questione di finanziamenti» conclude, «ma di un sistema che non danneggia solo i ricercatori precari, ma tutto il Paese e le sue prospettive di sviluppo».

Autori: 
Sezioni: 
Ricerca
Materiali correlati: 

prossimo articolo

Come rendere più sostenibile il sistema sanitario? L’esperienza concreta della ASST Bergamo Est

Un grande ospedale formato da più edifici immersi nel verde, con alberi e aiuole e pannelli solare sui tetti.

Il settore sanitario è il primo, tra quelli che erogano servizi, per emissioni di gas serra. La diminuzione delle emissioni relative ai servizi sanitari dovrebbe essere un obiettivo primario per medici e direttori sanitari. Antonio Bonaldi ha tracciato per noi uno schema dei settori e degli interventi che dovrebbero essere realizzati. Bianca Ricciardella, direttrice sanitaria dell’ASST Bergamo Est, racconta l’esperienza nei poli ospedalieri e territoriali della ASST nell’orientare la gestione complessiva verso una maggiore sostenibilità. Crediti immagine: realizzata da DALL-E

Tra i settori che contribuiscono alle emissioni di CO2, causa dell’effetto serra e del conseguente riscaldamento climatico, si annovera anche quello sanitario. E non in una posizione secondaria, anzi: il suo contributo si calcola, secondo una pubblicazione del Lancet, nella misura del 5,2%, il che lo pone al primo posto tra i settori che erogano servizi.