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Alla fine ha gettato la spugna e, come tanti altri colleghi, ha preso la sofferta decisione di andarsene all'estero. Diversamente da altri, però, che hanno preso la stessa decisione in silenzio, Rita Clementi, 47 anni, genetista dell'Università di Pavia, nota in tutto il mondo per aver scoperto le basi genetiche di alcune forme di  linfoma, ha voluto  trasformare la sua scelta in un'occasione di denuncia del sistema della ricerca in Italia. Con una lettera al presidente Giorgio Napolitano, pubblicata con grande rilievo dal Corriere della Sera, la ricercatrice ha espresso la sua rabbia per un sistema che nega in continuazione i criteri della meritocrazia, mettendo i bastoni tra le ruote a chi vuole lavorare e favorendo perfino chi è stato dichiarato colpevole di frode nei concorsi. «Non è solo questione di finanziamenti» conclude, «ma di un sistema che non danneggia solo i ricercatori precari, ma tutto il Paese e le sue prospettive di sviluppo».

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La difficile necessità di contare i morti in guerra

Gaza

Mentre il mondo si riempie di nuovo di immagini di bambini feriti e uccisi, bisogna rendersi conto che i conflitti armati hanno implicazioni indirette sulla salute che vanno oltre i danni diretti della violenza. Anche se la guerra dovesse terminare immediatamente, nei mesi e negli anni successivi continueranno a esserci molti decessi indiretti. Per questo i tre autorevoli autori di una lettera appena pubblicata sulla rivista Lancet stimano in 186.000 il numero dei morti collegabili al conflitto di Gaza. Sono calcoli difficili da fare, ma necessari per documentare il conflitto e per parlarne con onestà.

Crediti immagine: Mohammed Ibrahim/Unsplash

I tre autorevoli mittenti della lettera pubblicata sul numero del 5 luglio della rivista Lancet indicano in 186.000 la stima dei decessi attribuibili al conflitto nella Striscia di Gaza. Decessi diretti, quelli contemporanei alle azioni belliche, e decessi indiretti, quelli successivi attribuibili alla distruzione delle infrastrutture sociali e sanitarie, agli esiti invalidanti sulla popolazione, all’aumento delle patologie croniche e alle malattie infettive.