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Allarme poliomielite, l’OMS dichiara l’allerta globale

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L’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) ha annunciato «lo stato di allerta per la salute pubblica globale».
La decisione è stata presa a seguito della riunione del Comitato di Emergenza tenutasi nei giorni scorsi a Ginevra con la partecipazione delle rappresentanze degli Stati nei quali la poliomielite risulta attualmente presente (Afghanistan, Camerun, Guinea Equatoriale, Etiopia, Israele, Nigeria, Pakistan, Somalia e Siria).
L’allarme è scattato a seguito di diversi casi di poliomielite provenienti da Camerun, Pakistan e Siria nei primi mesi del 2014, un periodo climaticamente sfavorevole alla diffusione della malattia. Si teme perciò che il virus possa essere reintrodotto nelle aree considerate “polio-free” dalla persone in fuga da questi Paesi in conflitto e nei quali le scarse condizioni igieniche e il basso tasso di vaccinazioni ha permesso la diffusione della malattia.

Dall’inizio dell’anno sono state infettate 117 persone in dieci paesi, con la maggioranza dei casi in Pakistan.
Nel 2013 i casi totali sono stati 417, di cui il 60% esportati. Per evitare che la poliomielite lasci i Paesi in cui è presente, l’OMS ha emanato alcune raccomandazioni valide per i tre Stati esportatori secondo le quali tutti i viaggiatori in uscita dovrebbero essere vaccinati e avere un certificato che attesti l’immunizzazione.
Tali raccomandazioni resteranno in vigore per almeno sei mesi dall'ultimo caso di esportazione; misure simili verranno adottate negli altri sei Stati coinvolti ma dai quali la malattia non è stata esportata. L’allerta dell’OMS non giunge del tutto inattesa: già nel 2013 il virus è stato rilevato nell’acqua in Israele, un Paese fino ad allora considerato “polio-free”.
Alla fine dello scorso anno inoltre un gruppo di infettivologi ha lanciato l’allarme dalle pagine di The Lancet sottolineando che la cosiddetta “immunità di gregge” potrebbe non bastare a contrastare la diffusione della malattia, soprattutto negli Stati dell’Est Europa dove la copertura vaccinale è bassa.

In Italia circa il 95% della popolazione risulta protetto dall’infezione, anche se non se ne può escludere completamente la possibilità.
Va ricordato comunque che solo una minima parte dei soggetti infettati dal virus sviluppa la forma paralitica e quindi almeno la forma più grave dovrebbe rappresentare un evento estremamente raro nel nostro Paese. 

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Crediti immagine: Mohammed Ibrahim/Unsplash

I tre autorevoli mittenti della lettera pubblicata sul numero del 5 luglio della rivista Lancet indicano in 186.000 la stima dei decessi attribuibili al conflitto nella Striscia di Gaza. Decessi diretti, quelli contemporanei alle azioni belliche, e decessi indiretti, quelli successivi attribuibili alla distruzione delle infrastrutture sociali e sanitarie, agli esiti invalidanti sulla popolazione, all’aumento delle patologie croniche e alle malattie infettive.