Yasuo Yoshikuni e colleghi del laboratorio di Bio Architettura a Barkeley (California) hanno modificato il batterio E. Coli in modo che possa digerire l’alga marrone e produrre etanolo. Il lavoro pubblicato su Science a gennaio rappresenta un’importante passo avanti nella ricerca di fonti energetiche alternative e compatibili con l’ambiernte. Yoshikuni spiega che hanno scelto l’alga marrone perché è abbondante in tutto il mondo, non richiede acqua e non sottrae terre all’agricoltura. Inoltre l’alga marrone cresce più velocemente rispetto l’alga rossa e verde, fino a un metro al giorno.
Le alghe marroni producono quattro tipi di zucchero: laminarina, mannitolo, alginato e cellulosa. Il più abbondante è l’alginato, polisaccaride complesso difficilmente digerito dai batteri.
I ricercatori, studiando Vibrio splendidus, batterio marino in grado di digerire l’alga marrone, hanno isolato la via metabolica necessaria per la rottura dell’alginato e successivamente hanno introdotto i geni responsabili in E. Coli. Il ceppo batterico è stato ulteriormente ingegnerizzato affinchè potesse trasformare l’alga direttamente in etanolo.
“Risultato straordinario, ma bisogna ancora ottimizzare l’intero ciclo di produzione (aumento quantità di materia prima) e il trasporto della biomassa per rendere competitiva la produzione di bioenergia”, afferma Stephen Mayfield, direttore del Centro Biotecnologico delle Alghe di San Diego all’Università della California.
Biocarburante sostenibile
Primary tabs
prossimo articolo
Come ridurre la vulnerabilità sismica dei Campi Flegrei

Un gruppo di ricercatori ha studiato i terremoti generati dalla caldera flegrea per capire come migliorare la tenuta degli edifici alle scosse. Nell'immagine di copertina: il Rione Terra a Pozzuoli. Credit: Antonio Salsano / Flickr (CC BY-NC-ND 2.0)
Nonostante l’eccezionale contesto geologico dei Campi Flegrei, adeguare le strutture alle norme antisismiche nazionali ridurrebbe significativamente il tasso di mortalità, almeno per le strutture in cemento armato che rappresentano una buona parte dell’edificato a Pozzuoli, il comune dove sono collocati gli epicentri della maggior parte dei terremoti dal 2014. Il 2014 è l‘anno dal quale la sismicità dell’area si è intensificata.
