fbpx Genetica per le vie della seta | Scienza in rete

Genetica per le vie della seta

Primary tabs

Read time: 2 mins

Il team del progetto scientifico itinerante Marco Polo 2010 ha da poco presentato, alla quarta edizione di Terra Madre a Torino, i primi dati elaborati dai numerosi test effettuati sulle popolazioni affacciate lungo l’antica Via della Seta. Il viaggio, conclusosi a Shangai lo scorso settembre, ha coinvolto un gruppo di genetisti che, viaggiando dalla Georgia alla Cina, hanno effettuato test del DNA e per un’inedita analisi di popolazioni, etnie, gusti, tradizioni e culture.

Georgia, Azerbaijan, Turkmenistan, Uzbekistan, Tajikistan, Kazakhstan e Cina sono state le zone coinvolte nel progetto. Diverse le domande alle quali i ricercatori hanno cercato di dare risposta tramite le analisi.

Perché in certe aree del mondo si privilegiano certi cibi e certi sapori, mentre altrove le preferenze sono completamente diverse? Dipende dalla disponibilità di certi ingredienti e dalle produzioni alimentari locali o è la produzione di quegli ingredienti e alimenti a essere condizionata dal gusto, cioè dalle capacità percettive degli abitanti di una certa area? E quanto di queste capacità dipende dall'abitudine o dalla cultura e quanto da certe caratteristiche del patrimonio genetico? Infine, quali sono le ricadute sullo stato di salute?

I riscontri più interessanti arrivano dai test di percezione dell’amaro. Come dichiara Paolo Gasparini, responsabile del progetto, "dall’Azerbaijan in poi, si riscontra una percentuale molto alta di persone che risultano supertaster al test dell’amaro, ovvero che percepiscono il gusto amaro in maniera molto forte. Questo tipo di test riguarda i geni coinvolti nel gusto, dai quali dipendono le nostre preferenze alimentari. Nel Pamir, per esempio, abbiamo registrato una percentuale di supertaster del 37%, altissima se si considera che il dato medio registrato in Europa si aggira tra il 7% ed il 15%. Questo potrebbe spiegare perché quelle popolazioni prediligano una cucina in cui sono dominanti i sapori dolci”.

I test effettuati non riguardano solo il gusto ma anche test audiometrici, di percezione del colore e dell'olfatto e l’osservazione dei tratti somatici. Tutti i dati raccolti sono ora in fase di analisi.

Autori: 
Sezioni: 
Luoghi: 
Free tag: 
Genetica

prossimo articolo

Coscienti, senzienti, emotivi: la dichiarazione di Cambridge (e qualche crepa nel nostro ego)

Quest’anno è stata proposta la New York Declaration on Animal Consciousness, che fa seguito alla Dichiarazione di Cambridge del 2012, secondo la quale molti animali non umani, dai mammiferi ai cefalopodi, possiedono i substrati neurologici per la senzienza e le emozioni. Una presa di posizione su basi scientifiche che sfida la visione cartesiana degli animali come macchine prive di emozioni. Ma l'idea fatica a radicarsi nel pubblico generale, che spesso rifiuta il concetto di senzienza negli animali.

«Si dichiara quanto segue: L’assenza di una neocorteccia non sembra precludere ad un organismo l’esperienza di stati affettivi. Prove convergenti indicano che animali non-umani possiedono i substrati neuroanatomici, neurochimici e neurofisiologici degli stati consci assieme alla capacità di esibire comportamenti intenzionali. Conseguentemente, il peso delle prove indica che gli umani non sono unici nel possedere i substrati che generano la coscienza.