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Grillo non risponde alla LILA

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“Il virus dell’HIV non l’ha mai visto nessuno”, bastava questo per giustificare l’anatema di Beppe Grillo contro la ricerca di una cura per la peste dell’ultimo secolo. Era il 2008, e il comico-attivista si faceva portabandiera dei negazionisti dell’HIV, cercando di dimostrare l’inesistenza di un legame tra un virus trasmissibile e l’insorgere dell’AIDS. Dopo un ritorno ‘virale’ del famigerato video - girato durante lo spettacolo ‘Apocalisse morbida’, in cui il futuro leader politico se la prendeva con caste di ogni tipo - la LILA (Lega Italiana per la lotta contro l’AIDS) ha inviato qualche mese fa (era maggio) una lettera indirizzata a Grillo, per chiedere una “chiara, aggiornata e seria presa di posizione sul tema HIV/Aids”. Agli ultimi rigurgiti delle ipotesi negazioniste ha molto contribuito, infatti, proprio quel documento video. Alla lettera hanno finora risposto solo alcuni consiglieri eletti tra le fila del Movimento 5 Stelle, per dissociarsi da quelle dichiarazioni. Quella che ancora manca all’appello è però proprio la voce del leader del movimento. Un silenzio preoccupante, considerando che l’estratto dello spettacolo è stato riproposto proprio sul blog personale di Grillo, tra i più seguiti della rete.

Non si tratta, sostengono i rappresentanti della LILA, di una polemica sul linguaggio o una battaglia ideologica. Da oltre 25 anni la Lega per la lotta contro l’AIDS ha sostenuto la ricerca come un impegno concreto, ricordando le complessità della gestione quotidiana di pazienti affetti da HIV, la cui vita diventa in modo totalizzante coperta dalle terapie e dalla medicalizzazione. Parlare di “bufala” anche per una malattia che è stata riconosciuta fin dal 1996 (durante la Conferenza di Vancouver) solo per additare le case farmaceutiche e fomentare sentimenti populisti, vuol dire provocare una pericolosa indifferenza. Se la LILA non ne fa "una questione di lana caprina”, bisogna ricordare che nemmeno Grillo si preoccupava di fare troppa distinzione nel calderone delle presunte bufale, accusando anche i sostenitori della chemioterapia per curare il cancro.

Dopo cinque anni, quelle parole pronunciate durante uno spettacolo ritornano, ma con un peso ben diverso: mentre in tutto il mondo la gente continua ad ammalarsi e morire di AIDS, salgono anche le quotazioni elettorali dei grillini, che non possono continuare, a partire dal Capo, a ignorare il loro potenziale comunicativo, con tutte le responsabilità del caso.

"Caro Grillo, ci dia una mano, abbiamo bisogno di lei, di tutto tranne che di quel video. Serve una chiara, aggiornata e seria presa di posizione sul tema Hiv/Aids, dato che il suo nome viene sbandierato, grazie a quello spettacolo, in mail e sui social network. Le ipotesi negazioniste vengono riproposte con rinnovato vigore anche grazie alla sua sottoscrizione”

La LILA esige e aspetta ancora una replica.

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Mentre il mondo si riempie di nuovo di immagini di bambini feriti e uccisi, bisogna rendersi conto che i conflitti armati hanno implicazioni indirette sulla salute che vanno oltre i danni diretti della violenza. Anche se la guerra dovesse terminare immediatamente, nei mesi e negli anni successivi continueranno a esserci molti decessi indiretti. Per questo i tre autorevoli autori di una lettera appena pubblicata sulla rivista Lancet stimano in 186.000 il numero dei morti collegabili al conflitto di Gaza. Sono calcoli difficili da fare, ma necessari per documentare il conflitto e per parlarne con onestà.

Crediti immagine: Mohammed Ibrahim/Unsplash

I tre autorevoli mittenti della lettera pubblicata sul numero del 5 luglio della rivista Lancet indicano in 186.000 la stima dei decessi attribuibili al conflitto nella Striscia di Gaza. Decessi diretti, quelli contemporanei alle azioni belliche, e decessi indiretti, quelli successivi attribuibili alla distruzione delle infrastrutture sociali e sanitarie, agli esiti invalidanti sulla popolazione, all’aumento delle patologie croniche e alle malattie infettive.