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I vincitori del 2009

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Terence Cave per la storia della letteratura, Paolo Rossi per la storia della scienza, Brenda Milner per le neuroscienze, Michael Grätzel per la scienza dei materiali. Sono questi i prescelti del Premio Balzan, che assegna 660mila euro a ciascuno per ricerche che vengono reputate promettenti e rilevanti sia in campo scientifico sia umanistico. Se Paolo Rossi, "inventore" della storia della scienza in Italia non ha bisogno di particolari presentazioni (vedi articolo), meno note al pubblico sono le figure di Brenda Milner e Michael Grätzel.

Brenda Milner, neuroscienze cognitive

Brenda Milner A Brenda Milner il premio Balzan è stato conferito "per i suoi studi pionieristici sul ruolo dell'ippocampo nella formazione della memoria e la sua identificazione di diversi tipi di sistemi di memoria". Il nome di Brenda Milner è stato per 50 anni il sinonimo di "memoria". A partire dagli anni'50 del secolo scorso ha infatti contribuito in modo rilevante all'individuazione di specifiche regioni del cervello responsabili di diverse forme di memoria. In collaborazione con Wilder Penfield, presso il Montreal Neurological Institute - McGill University (Canada), ha gettato le basi delle moderne neuroscienze cognitive, attraverso la comprensione del ruolo dell'ippocampo e dei lobi temporali nel processo della memoria a breve termine. I suoi interessi l'hanno condotta più recentemente a collaborare con la Dottoressa Denise Klein nello studio dell'attività neuronale degli individui bilingui, tramite tecniche di acquisizione di immagini (PET e MRI) e studi comportamentali. L'obiettivo è capire come gli stessi percorsi cerebrali sono utilizzati per apprendere lingue diverse. "Un premio che onora una grande scienziata, che ha fornito un contributo straordinario allo studio psico-biologico della memoria" commenta Giorgio Vallortigara, docente di Neuroscienze cognitive all'Università di Trento. "Gli studi di Brenda Milner, che hanno evidenziato il ruolo del lobo temporale nel consolidamento delle memorie e la distinzione tra apprendimento esplicito e implicito, sono già dei classici della neuropsicologia e continuano a stimolare sia la ricerca di base sui meccanismi della memoria sia la ricerca clinica sui disturbi della memoria, il loro trattamento e recupero".

Michael GrätzeL, scienza dei nuovi materiali

Michael Grätze

Michael Grätzel insegna al Politecnico federale di Losanna, dove ha sviluppato un prototipo di cella fotovoltaica, capace di trasformare l'energia solare in elettricità, composta da semplici coloranti in grado di rilasciare elettroni a una rete di semiconduttori ottenuti da nanoparticelle di biossido di titanio. L'idea del colorante che cattura la luce solare deriva dalla fotosintesi clorofilliana, e consente una tipo di pannello solare dai materiali molto semplici e poco costosi,  caratterizzati ancora da una bassa efficienza energetica. Si consideri che una "cella di Grätzel" di 10 centimetri quadrati produce all'incirca mezzo Watt, una potenza sufficiente per caricabatteria di cellulari. La cella potrebbe avere nei prossimi anni una certa importanza nei paesi poveri. Ma non solo. "Dall'idea di Grätzel che copia la fotosintesi le università di Ferrara, Torino e Tor vergata stanno mettendo a punto il progetto di celle solari trasparenti di diversa coorazione per ricoprire edifici, e che fungano da veri e prorpi pannelli solari" spiega uno dei protagonisti del progetto italiano, Carlo Alberto Bignozzi, dell'Università di Ferrara.

Tutto l'ambito di studio del ricercatore tedesco emigrato in Svizzera è focalizzato intorno alle energie sostenibili, come la produzione solare dell'idrogeno, che potrebbe diventare il vettore in cui si immagazzina l'energia del sole. Secondo Grätzel, "fra trent'anni, un quarto dell'energia sarà prodotta dal solare".

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Il taglio alle università, una doccia fredda sul Piano del rilancio della nostra ricerca pubblica

taglio fondi universita

Il Fondo di finanziamento ordinario delle università italiane per il 2024 subirà un taglio di circa mezzo miliardo di euro: il provvedimento potrebbe mettere a rischio la crescita e la sopravvivenza delle università statali italiane, nonostante il progresso registrato tra il 2019 e il 2023. Il Piano Amaldi-Maiani propone di integrare i fondi del PNRR con 6,4 miliardi di euro aggiuntivi dal 2024 al 2027 per mantenere gli investimenti nella ricerca pubblica al livello attuale, pari a circa lo 0,7% del PIL. Senza queste risorse aggiuntive, terminato il PNRR, molti ricercatori si troverebbero senza lavoro e costretti come molti loro colleghi a prendere la via dell’emigrazione.

Immagine di copertina creata con DALL-E

Brutte notizie per le università italiane, che si vedono tagliare per decreto il Fondo di finanziamento ordinario 2024 (FFO), un taglio che secondo la Conferenza dei rettori ammonta a circa mezzo miliardo di euro. «Il provvedimento – spiega il documento dei rettori – presenta notevoli elementi di criticità che, se confermati, rischiano non solo di arrestare l'evoluzione virtuosa del sistema universitario nazionale ma anche di mettere a rischio la sopravvivenza stessa dell'università statale italiana».