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Il nuovo statuto fa discutere

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Diversi commenti accompagnano la nascita del nuovo statuto del CNR, approvato il 19 gennaio dal CDA. Positiva Confindustria, chiosata da un editoriale di Gianni Riotta sul Sole 24 Ore. Non negativo il presidente Luciano Maiani che parla di uno statuto che rende il CNR più moderno e attento alla nuova frontiera del trasferimento tecnologico. Mentre qualche preoccupazione emerge sulla nomina dei componenti esterni del CDA. Negativi i sindacati. Preoccupato l'Osservatorio della ricerca, composto da centinaia di ricercatori universitari e degli enti pubblici.

Per l'Osservatorio il nuovo statuto è "una grande opportunità persa e uno scampato pericolo". Così l'Osservatorio della ricerca giudica ilnuovo statuto del CNR approvato il 19 gennaio dal Consiglio diamministrazione del CNR. Da un lato infatti – secondo l'Osservatorio – il rischio di un commissariamento di fatto dell'ente, con pieni poteri amministrativi e scientifici riconosciuti alla figura del direttore generale, sarebbe stato sventato dallo statuto. Dall'altro lato resta l'opportunità persa di riconoscere una reale autonomia all'Ente fondato da Salvini e Amaldi.
L'Osservatorio riconosce infine due punti a suo giudizio gravi contenuti nello statuto. Primo, 
il limite massimo di 10 anni per rapporti a tempo determinato da parte del personale precario (borse di studio, assegni di ricerca, etc.), che rischia di stabilire una finestra forzata d'uscita dal mondo della ricerca di studiosi che pure meriterebbero di continuare a lavorarci.
Secondo punto critico è l'imposizione di un limite del 75% delle spese di personale (tempo determinato piùtempo indeterminato) sul finanziamento ordinario (da ottenersi a tendere in dieci anni).

Leggi l'articolo del Sole24Ore
Leggi l'Editoriale del direttore del Sole 24 Ore Gianni Riotta
Vai al sito dell'Osservatorio della ricerca

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CNR

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Osservare senza preconcetti: la cinciallegra Star e la lezione sulla divulgazione scientifica

Star

Pubblicato da Adelphi alla fine del 2023, Star. Una cinciallegra di genio è un libro inusuale tra quelli di divulgazione scientifica. A scriverlo non è infatti una scienziata, ma una musicista amante del birdwatching, che ha raccolto le sue osservazioni negli anni passati a stretto contatto con cince, merli, cinciallegre, pettirossi e altre specie, precorrendo alcune delle scoperte sulle abilità cognitive e sociali degli uccelli.

Nell'immagine: cinciallegra,1829, Wilhelm von Wright (da rawpixel). Licenza: pubblico dominio

Cosa rende un libro di divulgazione scientifica un bel libro di divulgazione scientifica? Se dovessi rispondere in breve, direi che è la qualità dei dati e degli studi che raccoglie, la logica con cui ne ricostruisce i legami. E, ovviamente, una scrittura fluida, comprensibile anche a chi meno conosce la materia trattata.