fbpx IRCCS: Ma dove sono tutti questi bambini iperattivi? | Page 5 | Scienza in rete

IRCCS: Ma dove sono tutti questi bambini iperattivi?

Primary tabs

Read time: 3 mins

 

Comunicato stampa


 

Secondo la letteratura mondiale i bambini e gli adolescenti iperattivi, affetti da una vera e propria patologia (ADHD, acronimo per l’inglese Attention Deficit Hyperactivity Disorder), sarebbero il 5,3% della popolazione tra 5-17 anni.
I dati raccolti dal Registro dell’ADHD della Regione Lombardia, pubblicato sul numero 179 della rivista Ricerca&Pratica in distribuzione. (www.ricercaepratica.it), frutto di una capillare e dettagliata indagine, tuttavia la smentiscono clamorosamente. In Lombardia la prevalenza del disturbo è del 3,5 per mille, quindici volte inferiore a quella riportata come media mondiale.
Il Registro, istituito nel 2011 nell’ambito di uno specifico progetto regionale di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza e sostenuto dalla Direzione Generale Salute , con la finalità principale di garantire un’adeguata valutazione e terapia dell’ADHD ad ogni bambino e adolescente fin dal sospetto o segnalazione del disturbo, ha l’obiettivo di stimare la prevalenza del disturbo, definire percorsi diagnostico-terapeutici condivisi, intensificare la formazione e l’aggiornamento degli operatori e informare i cittadini. I risultati dello studio documentano che al 65% dei bambini e adolescenti (5-17 anni) che accedono ai 18 Centri Regionali di Riferimento per l’ADHD della Regione Lombardia per sospetto ADHD viene confermato il disturbo. Corrispondono a circa 400 nuovi casi ogni anno, con un picco attorno agli 8 anni d’età, in maggioranza maschi (2 a 1); in un terzo dei casi era presente familiarità e nella maggioranza dei pazienti almeno un altro disturbo psicopatologico. Solo il 15% ha ricevuto un trattamento psicofarmacologico, mentre la quasi totalità uno psicologico.
Risultati, dunque, inattesi e lontani da quelli riportati in precedenti studi nazionali e internazionali.
“La forza e unicità di questo studio – sostiene Maurizio Bonati, responsabile del Dipartimento di Salute Pubblica dell’IRCCS Mario Negri di Milano e responsabile del Registro regionale -. sono rappresentate dalle dimensioni: tutta la popolazione di un’intera Regione coinvolta; dalla metodologia applicata: Registro, formazione, informazione; dalla durata nel tempo: il Progetto è ancora attivo. Dai dati raccolti dal Registro e da quelli dei database amministrativi sanitari regionali (prescrizioni, ricoveri, visite ambulatoriali) i bambini e adolescenti (5-17 anni) che presentano ADHD in Lombardia risultano essere 4200 di cui 378 in terapia psicofarmacologica (9%): una prevalenza del disturbo del 3,5 per mille, quindici volte inferiore a quella riportata come media mondiale (5,3% )”.
“Gli utenti che giungono ai 18 Centri Regionali di Riferimento sono solo quei pazienti che hanno un disturbo medio-grave, con maggiore comorbidità – dice Antonella Costantino, Presidente della SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) e responsabile della UONPIA della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano –, mentre i casi lievi e che non necessitano di trattamento psicofarmacologico sono gestiti direttamente dalle altre 14 UONPIA regionali. Tuttavia anche stimando di triplicare la prevalenza per includere anche i casi lievi, i pazienti con ADHD in Regione Lombardia sarebbero comunque molto pochi rispetto all’atteso”.
“Il Progetto ha attivato progressivi e significativi miglioramenti nella pratica clinica, garantendo un’efficiente e omogenea qualità delle cure. – conclude Edda Zanetti, responsabile della UONPIA dell’A.O. Spedali Civili Presidio Ospedale dei Bambini di Brescia, e coordinatrice del Progetto – . Un Progetto che necessiterebbe di essere prorogato per l’ADHD e generalizzato anche ad altri disturbi rilevanti di neuropsichiatria dell’età evolutiva”.

Ufficio Stampa IRCCS

Sezioni: 

prossimo articolo

HIV, due iniezioni all'anno riescono a prevenire l'infezione

Il farmaco antiretrovirale Lenacapavir, somministrato tramite due iniezioni all'anno, ha dimostrato un'efficacia del 100% nel prevenire l'infezione da HIV: la ricerca ha coinvolto oltre 8000 partecipanti ad alto rischio, mostrando che nessuno dei 2134 trattati con Lenacapavir ha contratto l'HIV, contrariamente ai 55 nuovi casi nei gruppi di controllo, dovuti alla scarsa aderenza alla terapia orale quotidiana. Questo metodo di somministrazione riduce il rischio di dimenticanze, rendendo il trattamento più affidabile. Lo studio è stato interrotto in anticipo per ragioni etiche, così da offrire Lenacapavir a tutti i partecipanti, e sono in corso ulteriori studi su popolazioni diverse.

Crediti immagine: Nataliya Vaitkevich/Pexels

Due iniezioni all’anno del farmaco antiretrovirale Lenacapavir prevengono l’infezione da HIV con un’efficacia del 100%. È il risultato di uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine e presentato in contemporanea durante la 25ª Conferenza Internazionale sull'AIDS, che si è tenuta a Monaco a fine luglio.