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Metodo Stamina: sì alle terapie già avviate

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Tutti i pazienti che hanno iniziato la terapia con le cellule staminali preparate con il metodo Stamina potranno portare a termine i loro protocolli. Il sì al proseguimento della terapia arriva da un decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri, che comprende la decisione in merito al metodo Stamina tra gli altri interventi urgenti in materia sanitaria, anche se i laboratori di riferimento non sono autorizzati (nel caso specifico si tratta degli Ospedali Civili di Brescia).

Il Ministro della Salute Renato Balduzzi lo ha sottolineato nel suo intervento: "La norma si basa sul principio etico per cui un trattamento sanitario gia' avviato che non abbia dato gravi effetti collaterali non deve essere interrotto". Il Ministro ha chiarito, inoltre, che si devono considerare come ‘avviati’ anche quei trattamenti per i quali sono stati già predisposti gli atti preparatori, come il prelievo di cellule – da paziente o da donatore – destinate a uso terapeutico, e quelli ordinati dall’autorità giudiziria. “Per tutti questi trattamenti terapeutici ci sara' un'attenta valutazione degli esiti, con l'acquisizione di tutti i dati clinici dei pazienti sottoposti al trattamento"

Il decreto legge prevede anche che i trattamenti con cellule staminali – compresi tra i medicinali per “terapie avanzate preparati su base non ripetitiva” – debbano essere applicate solo ed esclusivamente in ospedali pubblici, cliniche universitarie o istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.

Le regole che definiscono la garanzia di sicurezza dei pazienti e le procedure di valutazione di queste terapie saranno definite con un regolamento ministeriale da emanare nei prossimi giorni.

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Crediti immagine: Mohammed Ibrahim/Unsplash

I tre autorevoli mittenti della lettera pubblicata sul numero del 5 luglio della rivista Lancet indicano in 186.000 la stima dei decessi attribuibili al conflitto nella Striscia di Gaza. Decessi diretti, quelli contemporanei alle azioni belliche, e decessi indiretti, quelli successivi attribuibili alla distruzione delle infrastrutture sociali e sanitarie, agli esiti invalidanti sulla popolazione, all’aumento delle patologie croniche e alle malattie infettive.