fbpx NEXTDATA: Milano-Bicocca parte per il ghiacciaio del Lys | Page 2 | Scienza in rete

NEXTDATA: Milano-Bicocca parte per il ghiacciaio del Lys

Primary tabs

Read time: 2 mins

È partita ieri pomeriggio la spedizione “Perforazione Colle del Lys 2014” guidata dall’Università di Milano-Bicocca sul Ghiacciaio del Lys (Monte Rosa) a 4250 metri di quota, con l’obiettivo di perforare l'intero spessore del ghiaccio, stimato circa 120 m. Si tratta della perforazione in ghiaccio più profonda mai tentata in Italia.

Il gruppo di ricerca, coordinato dal glaciologo dell’Università di Milano-Bicocca Valter Maggi, è formato da cinque persone, tra perforatori e ricercatori che hanno raggiunto il ghiacciaio con oltre due tonnellate di materiale: sonde di perforazione, tende, strumentazione scientifica, materiale per il campo, cibo, e tutto quello che serve per sette giorni di permanenza sul ghiacciaio. Il rientro della spedizione è infatti previsto per lunedì 6 ottobre.

La perforazione si inserisce all'interno del progetto NEXTDATA, finanziato dal CNR e vede la collaborazione tra il Dipartimento di Scienze dell'Ambiente e del Territorio e di Scienze della Terra, dell'Università di Milano-Bicocca, dell'Università di Milano (Statale), dell'EV-K2-CNR e del Corpo delle Guide di Alagna Valsesia.
Il Colle del Lys è uno dei pochi siti alpini dove è possibile ricostruire la storia climatica e ambientale degli ultimi secoli poiché vi è un accumulo di circa 5 metri di neve all’anno che permette di ricostruire la storia climatica e ambientale degli ultimi secoli, di interpretare l’alternanza tra estate e inverno nella composizione dell’atmosfera, evidenziando i probabili arrivi di polveri del Nord Africa.

«I ghiacciai alpini ad alta quota – dice Valter Maggi – sono veri e propri archivi di informazioni, i quali possono risultare utili per monitorare le attività dell’uomo, oltre a registrare tutti gli eventi atmosferici più rilevanti. A distanza di oltre cento anni assistiamo a un costante ritiro dei ghiacci che mette in serio pericolo la reperibilità di queste informazioni: per questo è fondamentale campionare la maggior parte di ghiaccio possibile e poter utilizzare in futuro la mole di dati acquisiti».

Una volta estratta la carota del Ghiacciaio del Lys sarà conservata e analizzata presso il Laboratorio EuroCold dell’Università di Milano-Bicocca, uno dei più grandi laboratori di ricerca dedicati allo studio del ghiaccio, con camere fredde che arrivano a temperature di -50C°.

Ufficio Stampa Milano-Bicocca

Sezioni: 
Progetti di ricerca

prossimo articolo

L’uso di ChatGPT rende pigri i ricercatori?

ricercatore pigro

Negli ultimi due anni, ChatGPT (e altri LLM della Generative AI) sono entrati a pieno regime sia nell’educazione universitaria che nei luoghi della produzione di conoscenza scientifica, che ha negli articoli pubblicati su riviste e giornali scientifici il proprio prodotto finale. Diverse opinioni sono state spese sull’avvento di questa tecnologia, ma pochi studi empirici se ne sono davvero occupati. Uno studio di Abbas e colleghi contribuisce a rispondere empiricamente alle mille domande che sorgono da un confronto con questo strumento, e solleva riflessioni urgenti sulle conseguenze del suo uso. Questo articolo è il primo di una serie di due articoli che si concentra su una particolare conseguenza – una negativa e una positiva – degli strumenti della Generative AI sulla ricerca accademica. In questo articolo, esploriamo quella negativa, la pigrizia.

Quando, dal 30 novembre 2022 e nei mesi successivi, abbiamo cominciato a sperimentare l’uso di ChatGPT, una delle prime considerazioni che ha fatto capolino nelle nostre menti è stata certamente l’imbarazzante facilità con cui si sarebbero potuti produrre dei testi scritti. Testi anche di una discreta qualità, e nei più svariati ambiti della scrittura.