Vincenzo Balzani (Forlimpopoli, 1936) è un chimico, tra i cento più citati al mondo, professore emerito dell’Università di Bologna e Grande Ufficiale della Repubblica. È membro dell’Accademia dei Lincei e del Gruppo 2003.
Nato nella provincia romagnola, si è laureato nel 1960 a Bologna nell’Istituto che porta il nome di Giacomo Ciamician. Ha lavorato come assistente presso la medesima università, prima di diventare professore nel 1969 e professore a Bologna dal 1972. È poi diventato ordinario e ora è professore emerito. È stato Presidente della European Photochemistry Association.
È considerato tra i massimi esperti di fotochimica e chimica supramolecolare al mondo.
I suoi primi interessi riguardano proprio la fotochimica e la fotofisica. Si è poi concentrato sugli studi della chimica supramolecolare, delle macchine molecolari e della conversione fotochimica dell’energia solare. Da questo punto di vista ha ripreso il progetto proprio di Giacomo Ciamician, mettere a punto meccanismi artificiali capaci di riprodurre i processi di fotosintesi naturale.
Notevole è il suo impegno nell’ambito dei rapporti tra scienza e società. È autore di libri di grande successo sui temi dell’energia, come "Energia per l’astronave Terra" e "Energy for a Sustainable World", scritti insieme a Nicola Armaroli.
Per capire il significato di congegno o macchina a livello molecolare e anche la logica che i chimici devono seguire per costruirli, possiamo ricorrere a un’analogia molto semplice. Se nel mondo macroscopico un ingegnere vuole mettere a punto un’apparecchiatura come, a esempio, un asciugacapelli, prima costruisce i componenti – l’interruttore, il ventilatore, la resistenza – ciascuno dei quali è in grado di svolgere un'azione specifica e poi li assembla in modo opportuno: nell’asciugacapelli, per esempio, la resistenza va messa davanti al ventilatore, non dietro. Infine l’ingegnere collega i componenti secondo uno schema appropriato e si ottiene un'apparecchiatura che, alimentata da energia, compie una funzione utile. Il chimico procede allo stesso modo, con una complicazione. Deve lavorare non con componenti macroscopici, ma a livello molecolare, cioè nanometrico. Prima di tutto deve costruire molecole capaci di svolgere compiti specifici e poi deve assemblarle in strutture supramolecolari organizzate, in modo che l'insieme coordinato delle loro azioni possa dar luogo ad una funzione utile. Si tratta di una vera e propria ingegneria a livello molecolare (Vincenzo Balzani)