Il lavoro dei ricercatori è fondamentale per produrre
quell’innovazione non solo tecnologica ma anche culturale che costituisce uno
dei principali motori della nostra società. Eppure, in Italia la loro è una
figura ancora poco considerata e spesso incompresa. Vengono spesso visti come
introversi topi da laboratorio, tanto geniali con numeri o provette quanto a
disagio nei rapporti sociali. Ma c’è anche chi li considera servi delle
multinazionali, qualche volta addirittura assassini. Nella maggior parte dei casi,
vengono semplicemente ignorati.
Il progetto Ricercati d’Italia nasce proprio per
dare voce a queste storie dimenticate, per andare a stanare giovani e tenaci
scienziati che si ritrovano a lavorare costantemente al di fuori della
consapevolezza pubblica. Non solo problemi e lamentele ma anche sfide e stimoli
cui va incontro chi intraprende questa carriera, dando spazio ai piccoli
dettagli quotidiani della vita dei ricercatori, così come ai luoghi dove
lavorano, mangiano, chiacchierano, scherzano, si confortano e si consigliano.
Un viaggio nel lato nascosto della ricerca, per scoprire le
radici di quell’entusiasmo che spinge ancora tanti giovani a intraprendere un
cammino che in Italia, molto più che in altri paesi, è irto di frustranti
ostacoli. Un entusiasmo che merita di essere raccontato.
La proragonista di questo piccolo estratto è Sofia Francia, ricercatrice all'Istituto Firc di oncologia molecolare di Milano, vincitrice poche settimane fa del Premio Premio LEONARDO – UGIS