Alcune settimane fa è stato presentato il piano “La buona scuola”. Una riforma che nelle intenzioni del Governo vuole ridisegnare il mondo della formazione scolastica per preparare adeguatamente l’ingresso in università.
Un progetto ambizioso, diviso in undici punti che porterà
modifiche sostanziali al nostro sistema scolastico.
Nelle Linee guida si
prevede, grazie al piano di assunzioni, di garantire alle scuoleun team stabile
di docenti per coprirecattedre vacanti, tempo pieno e supplenze, in modo da
assicurare lacontinuità didattica. Vengono introdotti scatti di merito per
gliinsegnanti e il rafforzamento del piano formativo per le lingue
straniere.
Tra gli obiettivi anche quelli di potenziare le competenze digitali
deglistudenti e portare musica e sport nella scuola primaria e più
storiadell'Arte nelle secondarie.
“Si tratta semplicemente di tornare a credere in noi stessi.
Vi chiedo una mano: i giorni che ci aspettano sono giorni meravigliosi, non
buttiamolivia. Abbiamo il coraggio di provare insieme a disegnare la scuola
cheverrà, forse anche così l’Italia tornerà a essere custode dellastraordinaria
bellezza che ha”, ha spiegato il Premier Matteo Renzi.
In prospettiva un grande cambio di passo e un’accelerazione verso una “Scuola 2.0”; ma come Gruppo 2003 non possiamo non sottolineare una gravissima mancanza in questa “ripartenza”: nessun capitolo è dedicato all’insegnamento della scienza. Dal nostro punto di vista questa “dimenticanza” rappresenta un errore molto grave.
La scienza fornisce agli studenti gli strumenti
percomprendere meglio ilmondo che li circonda. Incoraggia la curiosità e lo
spirito critico. Sottolinea la relazione tra l’uomo e la natura e ci ricorda
che le risorse naturali non sono illimitate. La nostra civiltà dipende sempre
di più dalla scienza.
Come è possibile
che non si voglia quindi colmare una lacuna essenziale nella formazione dei
giovani che si ripercuoterà poi sui comportamenti e sulle decisioni che
riguardano problemi di tutti i giorni e, più in generale, sulla cultura
complessiva delle prossime generazioni?
Ogni giorno ascoltiamo, infatti, “esperti” che ci
consigliano su argomenti di interesse generale comel’inflazione cosmica,il
cambiamento climatico, gli Ogm. I recenti episodi di cronaca (Caso Stamina,
sperimentazione animale, scie chimiche) hanno reso poi ancora
più urgente la necessità di dare ai nostri ragazzi le chiavi per poter partecipare inmaniera attiva nella
società della conoscenza.
Una cultura scientifica che non si limiti a un elenco di contenuti ma che
approfondisca i principi e la metodologia della scienza. Ciò consentirebbedi
dotare le nuove generazioni di un metro di giudizio grazie al quale poter
distinguere le evidenze dalle impressioni e di un'adeguata percezione del rischio
e dei fattori che lo determinano, per non parlare degli indispensabili
rudimenti di statistica e della logica sottesa.
È altresì essenziale far conoscere ai giovani, per esempio, come
funzionano gli strumenti informatici che hanno sempre tra le mani, i principi
fisici che sono alla base delle nanotecnologie o che regolano il funzionamento
di un impianto fotovoltaico, così come l’importanza degli stili di vita nella
prevenzione delle malattie, i danni che derivano dall'abuso di alcol, tabacco e
droghe, i significati delle più recenti scoperte sull’organizzazione del nostro
genoma e del nostro cervello, il ruolo dei farmaci e delle nuove tecnologie con
cenni alla bontà del nostro Sistema Sanitario Nazionale, un bene straordinario
di cui non ci si rende conto e che andrebbe invece sostenuto da tutti.
Per
attuare un programma del genere non basta aggiornare i programmi, ma bisogna anche
disporre di insegnanti adeguatamente preparati, che abbiano avuto una
formazione specifica per l’insegnamento della scienza moderna. Si potrebbe
pensare a una nuova area universitaria, rivolta alla formazione di insegnanti
di scienze moderne, che a sua volta aprirebbe importanti spazi occupazionali,
dal momento che questo insegnamento dovrebbe estendersi, con linguaggi
adeguati, su tutto l'arco della formazione scolastica.
Ci si augura che il Governo e il Ministro della Pubblica Istruzione non perdano anche questa occasione per dare alla scienza l'importanza che merita.