Fare impresa in Italia ed essere
competitivi non è facile, anzi. Secondo l’ultimo rapporto del Global Economic Forum, siamo al 49esimo posto per competitività,
sotto Portogallo, Polonia e Thailandia.
Questo nonostante la nostra economia
sia tra le più avanzate e il paese risulti 29esimo come capacità di innovare
(“Innovation and sophistication factor”).
L’incapacità di essere competitivi è multifattoriale, ma in buona parte dipende dalla profonda inefficienza delle istituzioni (siamo 106esini, sotto Honduras, Albania e Algeria), una situazione economica aggravata dal pesante debito pubblico e l’estrema difficoltà per le piccole medie imprese di accedere al credito.
Come uscirne e valorizzare, ad
esempio, un settore così importante come quello del made In Italy? Per rispondere a questa problematica è nato il
progetto “Alimenta2Talent”, organizzato dal Parco Tecnologico Padano di Lodi e promosso in collaborazione col Comune di Milano.
L’obiettivo dell’iniziativa, già alla seconda edizione, è quello di premiare
idee di impresa particolarmente innovative in settori legati
all’agroalimentare, alla bioeconomia e alla scienza della vita. La novità,
rispetto ad altri progetti per lo sviluppo di nuove start-up, è che non si rivolge a chi ha già fatto impresa,
ma a chi la vorrebbe fare e non ha gli strumenti necessari per riuscirci. Il
motto è “la ricerca si fa impresa”: trasformare delle idee vincenti di ricerca
e accademia in progetti concreti, rendendo i vincitori della competizione in
imprenditori capaci di realizzare, avviare e mantenere una nuova impresa.
Il lancio della seconda edizione del progetto Alimenta2Talent è avvenuto a giugno 2014 con una call internazionale che ha visto la partecipazione di ben 100 team, provenienti da tutta Italia (il 30% da Milano). I progetti sono stati attentamente valutati da una Commissione Tecnica, composta da profili di alto spessore tecnologico e di business: un rappresentante di un fondo di investimento, il direttore generale di una società di brokeraggio tecnologico, i responsabili della Ricerca e Sviluppo del Parco Tecnologico e di altri istituti di ricerca. Su questi 100 sono stati selezionati 15 finalisti, la maggior parte tra i 25 e i 35 anni.
Il 24 novembre scorso, all’EXPOGATE
di Milano, sono stati decretati i cinque vincitori. Le idee vincenti di questi
aspiranti imprenditori vanno dalla progettazione di ecosistemi produttivi
ecosostenibili alla riduzione e valorizzazione degli scarti alimentari,
dalla distribuzione di prodotti tipici italiani alla produzione di alimenti
per intolleranti e allergici. Tutte idee innovative che necessitano di un
supporto.
Per questo motivo, da adesso partirà
la fase più impegnativa del progetto, chiamata “Accelerating Program”: nessun premio in denaro per fare impresa,
bensì un percorso passo a passo coi team vincitori della durata di sei mesi per
fornire loro strumenti, persone e competenze. Il sostegno avverrà grazie a un
gruppo di mentor, un advisor dedicato, uno spazio di co-working, il network del
Parco Tecnologico e del Comune di Milano e, infine, 1500 al mese per potersi
concentrare sull’idea di business, focalizzando obiettivi e strategie. Come si
legge sul sito, un semestre di lavoro per imparare a trasformare un progetto iniziale
innovativo in un business plan che possa essere presentato agli investitori
e possa risultare realmente vincente.
Il successo di Orange Fiber, una startup che sviluppa innovativi filati sostenibili e vitaminici dagli agrumi, dimostra che la strategia è non solo possibile, ma vincente. Speriamo che anche i vincitori di quest’anno possano avere il successo che meritano, in Italia e all’estero. Ne abbiamo bisogno, per il nostro made In Italy e per la nostra competitività.