fbpx Caro Sindaco, perché vuole cambiare il Premio Galileo? | Scienza in rete

Caro Sindaco, perché vuole cambiare il Premio Galileo?

Read time: 3 mins

Lettera aperta al Sindaco di Padova da parte di un gruppo di presidenti e/o di membri della giuria

Apprendiamo dalla stampa che la nuova Amministrazione del Comune di Padova ha deciso di “rivoluzionare” il Premio Galileo per la divulgazione scientifica. Tutti i firmatari di questa lettera sono stati o presidenti o componenti, per molti anni, della giuria scientifica del Premio. Ci rammarichiamo della scelta del Comune, perché la riteniamo un grave danno per la città di Padova e per il nostro Paese. Da quanto si legge sulla stampa, infatti, la “rivoluzione” del Premio consiste essenzialmente in una sua riduzione a manifestazione locale, e nel suo inserimento in un Festival, mirato principalmente al trasferimento tecnologico, nonostante l’operazione venga invece presentata come un “rilancio”.

Non esisteva in Italia un Premio analogo al Premio Galileo. Nei suoi undici anni di vita era diventato un punto di riferimento fondamentale per la diffusione di cultura scientifica e per le case editrici che, pur tra molte difficoltà, sempre più numerose si impegnano nel settore. Nato sul modello del Premio Campiello, riuniva nella sua “giuria scientifica” esponenti delle Università italiane, degli Enti di ricerca, di alcune delle maggiori testate giornalistiche, dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia Galileiana e dell’Accademia della Crusca. Il suo radicamento patavino era, per altro, ben espresso dai numerosi docenti dell’Ateneo di Padova, dal Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Padova e da un membro designato dall’Accademia Galileiana, a rappresentare la cultura scientifica di eccellenza del territorio in cui il Premio era nato. Questa ricchezza oggi si perde: la giuria sarà infatti costituita solamente da cinque docenti dell’Ateneo di Padova. Inoltre la “giuria dei lettori” del Premio era formata dagli studenti appartenenti a classi del quarto anno delle scuole superiori, una per ogni provincia italiana, la cui scelta ruotava anno dopo anno. Ogni classe, con la guida degli insegnanti, leggeva e discuteva i libri della cinquina selezionata nell’adunanza pubblica dalla giuria scientifica, esprimendo poi il voto per il libro preferito. Un modo per far crescere nei giovani la passione per la scienza e orientarne le scelte universitarie. Anche questa valenza di discussione, confronto e orientamento si perde: la giuria dei lettori sarà infatti formata da 200 studenti appartenenti solo a scuole di Padova e Rovigo, e da 200 ricercatori dell’Università di Padova (non si hanno notizie su come verranno scelti). Ognuno, ci pare di capire, esprimerà il suo voto senza alcun confronto.

Peccato. Il Premio Galileo era un fiore all’occhiello del Comune di Padova. Una delle poche iniziative culturali, continuate nel tempo da amministrazioni di segno politico diverso, che aveva dato a Padova una visibilità e prestigio nazionali. Peccato per Padova e peccato per il nostro Paese, che tanto avrebbe bisogno di crescita di cultura scientifica diffusa.

Maria Pia Abbracchio, Nicola Armaroli, Franco Bombi, Dario Bressanini, Umberto Bottazzini, Giovanni Caprara, Patrizia Caraveo, Rodolfo Costa, Paolo Crepet, Giulio Giorello, Pietro Greco, Luca Illetterati, Paola Manni, Nicoletta Maraschio, Armando Massarenti, Annibale Mottana, Piergiorgio Odifreddi, Ivano Paccagnella, Giulio Peruzzi, Andrea Pilastro, Benedetto Scimemi, Carlo Giacomo Someda, Massimo Turatto


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Siamo troppi o troppo pochi? Dalla sovrappopolazione all'Age of Depopulation

persone che attraversano la strada

Rivoluzione verde e miglioramenti nella gestione delle risorse hanno indebolito i timori legati alla sovrappopolazione che si erano diffusi a partire dagli anni '60. Oggi, il problema è opposto e siamo forse entrati nell’“Age of Depopulation,” un nuovo contesto solleva domande sull’impatto ambientale: un numero minore di persone potrebbe ridurre le risorse disponibili per la conservazione della natura e la gestione degli ecosistemi.

Nel 1962, John Calhoun, un giovane biologo statunitense, pubblicò su Scientific American un articolo concernente un suo esperimento. Calhoun aveva constatato che i topi immessi all’interno di un ampio granaio si riproducevano rapidamente ma, giunti a un certo punto, la popolazione si stabilizzava: i topi più anziani morivano perché era loro precluso dai più giovani l’accesso al cibo, mentre la maggior parte dei nuovi nati erano eliminati.