La chimica nel monolocale, di Stefano Cinti, è una raccolta di brevi articoli o post che forniscono una base di cultura generale per la chimica, trattando i temi più disparati: dalle reazioni che portano alla lievitazione della pizza al perché le mani raggrinziscono in acqua. La recensione di Marco Taddia.
Nell'immagine: alla lievitazione della pasta per la pizza è dedicato il primo capitolo de La chimica nel monolocale. Crediti immagine: Tamara Gak/Unsplash
Per vedere la chimica in azione non occorre andare chissà dove, magari in un grande stabilimento petrolchimico o farmaceutico, in una fabbrica di detersivi o di cosmetici oppure, ancora, in un laboratorio analisi: basta invece guardarsi attorno in casa propria, anche se si tratta di un monolocale. Questa è il tipo di esplorazione che ci propone Stefano Cinti, professore associato di Chimica analitica presso il Dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli, con il libro La chimica nel monolocale (tab edizioni, 2022).
I soci della Società Chimica Italiana sanno che oltre a guidare il Gruppo di Ricerca uniNanobiosensors del suo dipartimento, Cinti coordina attualmente anche le attività del Gruppo per la Diffusione della Cultura Chimica, di cui si è parlato tempo fa anche su questo giornale. Pur senza dichiararsi “paladino” della chimica, si capisce che ci tiene a dimostrare che l’accezione negativa che accompagna il termine “chimica” è spesso ingiustificata. Lo fa senza ricorrere a toni impositivi, come capita spesso di osservare in altri casi e la sua, se così si può dire, è una divulgazione “gentile”, rispettosa dell’ascoltatore. È piaciuto, a chi scrive, che Cinti, laddove tenta di spiegare il significato del pH, uno scoglio dell’impresa divulgativa, aggiunga “Non spaventatevi, è molto semplice” (p. 165).
Se abitate in un bi-trilocale non abbiate alcuna remora a leggere il libro, va bene comunque. Cinti spiega infatti, nell’introduzione, perché ha scelto quel titolo, mostrando il parallelismo fra il suo libro, il monolocale e le rispettive funzioni. Così come il monolocale può essere un punto di partenza verso abitazioni di maggiore ampiezza, così il libro lo è verso una maggior cultura di base e testi più approfonditi. Intanto, si può dire che si tratta di un buon avvio e che l’accesso agli argomenti è facilitato dalla sua struttura. In pratica è una serie di brevi post indipendenti l’uno dall’altro, lungo ciascuno poco più di tre pagine, ravvivati dai disegni di Lucia Gastoldi. Gli “articoli” o post sono poco più di una cinquantina, divisi tra cucina, camera da letto e bagno, più una miscellanea. I titoli sono allettanti e talvolta contengono avvertenze curiose e utili a chiunque, come queste: Vino: non aspettate troppo, Ricordate di togliere le birre dal freezer!, Alluminio in fogli e vaschette: cosa c’è da sapere, Smalto per le unghie? Chiedete all’imbianchino, Tutti uniti contro le zanzare, Tra sole e pelle…non mettere il vetro.
Ma facciamo una rapida escursione, a campione, fra i testi. Cominciamo dal primo: Pizza: è tutta questione di gas. Sappiamo che Cinti è nato a Roma ma da napoletano acquisito, parlando di chimica in cucina, non poteva partire che dal piatto più famoso della città partenopea. Ha ragione a dire che «probabilmente non tutti sono a conoscenza delle reazioni chimiche che portano alla formazione del nostro cavallo di battaglia». Parte proprio dall’inizio a spiegare come si può preparare una pizza gustosa e spiega bene perché l’acqua per impastare farina e lievito deve essere tiepida per “svegliare” i microorganismi ivi contenuti. Lasciamo ai lettori il piacere di leggere come va a finire la storia, forse tra le migliori della serie. Con un pizzico di ironia osserviamo che a Cinti, probabilmente, piace cucinare e apprezzare la buona cucina, visto che qua e là non mancano la citazione di altri piatti, come il tiramisù, il ciambellone e la carbonara. D'altronde l’aveva detto poco prima: «C’è chi sostiene che il chimico sia un bravo cuoco. Secondo me è vero anche il contrario!».
Saltando dalla cucina al bagno, è davvero ben riuscito anche il pezzo intitolato Il curioso mistero delle mani raggrinzite… che, giustamente, presenta due interpretazioni del fenomeno. Tra l’altro, proprio in questi giorni, abbiamo appreso che è uscito uno studio molto interessante sul tema.
Non può mancare, in una recensione che si rispetti, qualche accenno critico. C’era proprio bisogno di citare, seppure tra parentesi, nel pezzo intitolato Contro la pressione!, l’equazione di Clausius-Clapeyron a beneficio di lettori che supponiamo digiuni di chimica? Ancora, laddove si parla di ipoclorito (p. 174), la collocazione infelice delle frasi potrebbe far credere, al lettore sprovveduto, che la natura ossidante appartiene non solo all’ipoclorito ma anche alla povera ammoniaca. Sono, in fin dei conti, minuzie che non sminuiscono affatto la validità del lavoro. Si capisce che il libro è scaturito quasi di getto dalla mente dell'autore, sull’onda dell’entusiasmo e della passione per la chimica e la divulgazione, ma forse andava posta maggior attenzione nella correzione delle bozze. Si potrà facilmente rimediare in una riedizione.
Il libro è raccomandabile a tutti, cominciando dagli “allergici” alla chimica, proseguendo con i chimici di professione che potranno rinfrescare le nozioni acquisite a suo tempo, per finire con i docenti che vi troveranno spunti per intavolare qualche simpatica discussione con i loro allievi. A proposito di coloro che “non hanno mai capito niente di chimica”, mi piace citare un bell’articolo dello scrittore messicano Juan Villoro (Città del Messico, 1956) pubblicato sul quotidiano Reforma e ripreso da Internazionale il 12 giugno 2019. Riferendosi alla chimica, scriveva: «Non ho la minima idea di come io abbia potuto essere promosso in una materia della quale non ho mai saputo nulla e della quale ricordo solo l’odore acido dell’esplosione». Aggiungeva quindi «Per colmare la nostra insicurezza pensiamo che quello che non ci interessa ci sia sostanzialmente estraneo. Eppure per la chimica non può essere così». Spiegando perché aveva cambiato idea, aggiungeva che la sua vera “conversione” era arrivata con Il sistema periodico del chimico e scrittore Primo Levi. A coloro che vorranno riconciliarsi con la chimica tramite il libro di Cinti raccomandiamo, fatte le debite e rispettose proporzioni, di proseguire con Il sistema periodico, un’opera imperdibile che li porterà a scoprire analogie impreviste tra gli elementi chimici e i comportamenti umani.