fbpx Il censimento dei pinguini | Page 4 | Scienza in rete

Il censimento dei pinguini

Read time: 1 min

L'analisi di immagini satellitari ad alta definizione ha permesso a un team di ricercatori di stimare il numero di pinguini imperatore appartenenti alle varie colonie distribuite lungo le coste dell'Antartide.

I risultati, pubblicati su PloS ONE, indicano che la popolazione di questi uccelli simbolo della regione antartica è molto più numerosa di quanto stimato finora. Il team, coordinato da Peter Fretwell (British Antarctic Survey), grazie a particolari tecniche applicate alle immagini satellitari e al confronto con fotografie aeree e conteggi sul campo, è infatti riuscito a stimare 595 mila pinguini adulti, circa il doppio delle precedenti stime comprese tra 270 e 250 mila esemplari.

Le immagini hanno confermato le 44 colonie già note ai ricercatori, ma hanno anche permesso di scoprire 7 stanziamenti finora sconosciuti. Oltre che agli zoologi, però, lo studio potrebbe rivelarsi importante anche per i climatologi. Studi recenti, infatti, indicano che gli stanziamenti di pinguini imperatore sono particolarmente sensibili al cambiamento climatico e la possibilità di ripetere censimenti attendibili e regolari potrebbe dunque rivelarsi cruciale.

Si tratta in assoluto della prima volta che viene impiegata l'osservazione dallo spazio per censire una specie e i ricercatori sono certi che la strada da loro indicata potrà rivelarsi proficua anche in altre situazioni.

National Science Foundation

Autori: 
Sezioni: 
Indice: 
Zoologia

prossimo articolo

Scoperto un nuovo legame chimico carbonio-carbonio

Un gruppo di ricercatori dell'Università di Hokkaido ha fornito la prima prova sperimentale dell'esistenza di un nuovo tipo di legame chimico: il legame covalente a singolo elettrone, teorizzato da Linus Pauling nel 1931 ma mai verificato fino ad ora. Utilizzando derivati dell’esafeniletano (HPE), gli scienziati sono riusciti a stabilizzare questo legame insolito tra due atomi di carbonio e a studiarlo con tecniche spettroscopiche e di diffrattometria a raggi X. È una scoperta che apre nuove prospettive nella comprensione della chimica dei legami e potrebbe portare allo sviluppo di nuovi materiali con applicazioni innovative.

Nell'immagine di copertina: studio del legame sigma con diffrattometria a raggi X. Crediti: Yusuke Ishigaki

Dopo quasi un anno di revisione, lo scorso 25 settembre è stato pubblicato su Nature uno studio che sta facendo molto parlare di sé, soprattutto fra i chimici. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Hokkaido ha infatti sintetizzato una molecola che ha dimostrato sperimentalmente l’esistenza di un nuovo tipo di legame chimico, qualcosa che non capita così spesso.