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Richiesta di trasparenza

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I risultati della ricerca universitaria e degli enti di ricerca pubblici e privati, destinatari di finanziamenti di tipo pubblico, vengono valutati in base alla qualità dall’ANVUR – Agenzia di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca – in base agli accordi europei previsti in materia. In merito alla fruizione dei risultati della valutazione condotta dall’Agenzia, Andrea Ichino – professore dell’Università di Bologna – e Pietro Ichino – dell’Università degli Studi di Milano – hanno richiesto, con una lettera inviata lo scorso 4 maggio al Presidente della CIVIT (Commissione Indipendente per la Valutazione) e, per conoscenza, al Presidente dell’Anvur, un chiarimento circa la posizione tenuta dalla stessa sulla pubblicazione dei risultati relativi al lavoro di un singolo ricercatore o docente universitario. L’iniziativa è stata presa dopo aver letto la risposta ad una domanda sull’argomento sul sito dell’Anvur, in cui si legge che “sarà cura dell’ANVUR diffondere i risultati del VQR 2004-2010, compresi i giudizi sulle singole pubblicazioni valutate, fermo restando il rispetto dell’anonimato degli esperti. L’esito delle singole valutazioni sarà unicamente inserito nella pagina personale di ciascun autore del prodotto”.

Secondo i due docenti c'è contrasto evidente con il principio di trasparenza contenuto nell’art.4 della legge n.15/2009 ( “bisogna assicurare la totale accessibilità dei dati relativi ai servizi resi dalla pubblica amministrazione, anche tramite la rete internet ed il confronto periodico tra valutazioni ad opera delle associazioni di consumatori o utenti e dei centri di ricerca”). Nella lettera si chiede, in particolare, se anche la Commissione rileva questa incoerenza e se il Garante per la Protezione dei dati personali concorda che non ci sia violazione di nessun diritto personale di riservatezza nella pubblicazione delle valutazioni di ogni prodotto della ricerca. Se questa la rilevazione di quest'anomalia venisse confermata dalle due autorità, si dovrebbe autorizzare l'ANVUR a pubblicare online tutti i dati di valutazione di un singolo autore.

Il motivo di questa necessità, va in realtà oltre il 'rigore' burocratico. La pubblicità dei dati individuali sono, infatti, essenziali per gli studenti universitari nella scelta di un dipartimento a cui iscriversi, per l'individuazione di docenti nella formulazione dei piani di studio, per poter disporre in modo immediato delle valutazioni dei colleghi da parte dei membri dei dipartimenti. Il principio di trasparenza richiamato da Andrea e Pietro Ichino vuole essere un invito a far crescere la qualità della comunità scientifica tutta e il rapporto tra amministrazione pubblica e cittadini.

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La produzione di formaggio è tradizionalmente legata all’allevamento bovino, ma l’uso di batteri geneticamente modificati per produrre caglio ha ridotto in modo significativo la necessità di sacrificare vitelli. Le mucche, però, devono comunque essere ingravidate per la produzione di latte, con conseguente nascita dei vitelli: come si può ovviare? Una risposta è il latte "sintetico" (non propriamente coltivato), che, al di là dei vantaggi etici, ha anche un minor costo ambientale.

Per fare il formaggio ci vuole il latte (e il caglio). Per fare sia il latte che il caglio servono le vacche (e i vitelli). Cioè ci vuole una vitella di razza lattifera, allevata fino a raggiungere l’età riproduttiva, inseminata artificialmente appena possibile con il seme di un toro selezionato e successivamente “forzata”, cioè con periodi brevissimi tra una gravidanza e la successiva e tra una lattazione e l’altra, in modo da produrre più latte possibile per il maggior tempo possibile nell’arco dell’anno.