Alla fine ha gettato la spugna e, come tanti altri colleghi, ha preso la sofferta decisione di andarsene all'estero. Diversamente da altri, però, che hanno preso la stessa decisione in silenzio, Rita Clementi, 47 anni, genetista dell'Università di Pavia, nota in tutto il mondo per aver scoperto le basi genetiche di alcune forme di linfoma, ha voluto trasformare la sua scelta in un'occasione di denuncia del sistema della ricerca in Italia. Con una lettera al presidente Giorgio Napolitano, pubblicata con grande rilievo dal Corriere della Sera, la ricercatrice ha espresso la sua rabbia per un sistema che nega in continuazione i criteri della meritocrazia, mettendo i bastoni tra le ruote a chi vuole lavorare e favorendo perfino chi è stato dichiarato colpevole di frode nei concorsi. «Non è solo questione di finanziamenti» conclude, «ma di un sistema che non danneggia solo i ricercatori precari, ma tutto il Paese e le sue prospettive di sviluppo».
Addio all'Italia
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I rischi di ridimensionamento dell’università e della ricerca: una lettera delle società scientifiche
Negli ultimi mesi, le Università italiane sono state colpite da politiche governative che hanno ridotto significativamente i finanziamenti e introdotto nuovi meccanismi di reclutamento. Pubblichiamo al riguardo il "Documento di 119 Società scientifiche italiane" che esprimono la loro preoccupazione per la qualità della ricerca e dell'insegnamento accademico colpiti dai tagli, e affermano che "è necessario che la Legge di Bilancio 2025 assicuri un aumento delle risorse per l’università e la ricerca, in particolare per quanto riguarda la quota non vincolata del FFO".
Ulteriori adesioni di società scientifiche possono essere inoltrare alla mail [email protected]
Il mondo dell’università e della ricerca pubblica è stato investito negli ultimi mesi da politiche del governo che introducono importanti cambiamenti.