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Attenzione, c'è un salame nello spazio

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Un salame nello spazio

Da Edizioni Dedalo è uscito Un salame nello spazio, divertente raccolta di scherzi a sfondo scientifico, burle architettate da scienziati, tecnici, divulgatori e riviste del calibro di Science e Nature. In questa versione per ragazzi e ragazze de Il pollo di Marconi, Vito Tartamella offre ai più giovani una lettura leggera e divertente, adatta anche sotto l'ombrellone, ma che sollecita la curiosità e stimola il senso critico. Immagine realizzata con ChatGPT.

Anche gli scienziati scherzano. Eccome! Del resto, spiega Vito Tartamella, autore di Un salame nello spazio e altri scherzi da scienziati (Edizioni Dedalo, 2024, 176 pagine, 16 euro), gli scienziati “hanno uno spirito fanciullesco e giocoso: infatti hanno scelto un lavoro che consiste nell’esplorare i segreti della natura, creare invenzioni o mescolare materiali di vario genere per ottenere composti nuovi”.

In questa versione per ragazzi del fortunato Il pollo di Marconi e altri 110 scherzi scientifici (2022) l’autore declina in un linguaggio semplice e fruibile, con schede brevi e immagini divertenti, il racconto di decine di scherzi, raggruppati in diversi capitoli: colpi di scena (come l’avvistamento della slitta di Babbo Natale da parte di due astronauti in orbita attorno alla Terra); troppo bello per essere vero (la macchina fabbrica-cibo di Edison); invenzioni fasulle, come il sito alimentato a patate; animali leggendari, malati immaginari; tiri mancini (tra cui la fetta di salame spacciata per foto di un pianeta ripresa dal telescopio James Webb che dà il titolo al libro); dedicato a… (articoli scientifici che contengono titoli di canzoni di cantanti come Bob Dylan); scienziati fantastici; scemo chi ci crede (come il servizio della BBC sulla raccolta degli spaghetti dagli alberi in Italia), false scoperte e molto altro.

Una lettura facile, piacevole e divertente, sicuramente adatta anche sotto l'ombrellone, ma capace di stimolare la curiosità verso il mondo scientifico e il senso critico dei ragazzi e delle ragazze, presentando la figura degli scienziati con tratti decisamente più simpatici e avvicinandoli rispetto all’immagine paludata e severa che può derivare dalle letture scolastiche: da Leonardo da Vinci a Guglielmo Marconi, da Richard Feynman a Thomas Edison, da Benjamin Franklin e Isaac Asimov, leggendo questo libro si scopre che burle e scherzi sono piaciuti proprio a tanti. E in alcuni casi non solo gli scienziati hanno rivendicato l'umorismo e l'autoironia come aspetti importanti del loro modo di essere, ma da uno scherzo sono nate scoperte vere.

La descrizione degli scherzi è inserita nel relativo contesto scientifico, con spiegazioni brevi che aiutano a inquadrarlo e a volte a capire il senso più profondo della burla: per esempio l’articolo scientifico che sosteneva che il Covid era stato diffuso da un Pokémon è servito a smascherare una rivista che si spacciava per scientifica, ma in realtà non verificava minimamente le pubblicazioni. E Tartamella coglie l’occasione per spiegare “che da qualche anno sono sorte diverse riviste scientifiche che si spacciano per scientifiche ma non lo sono per niente: pubblicano qualunque cosa, basta pagare una certa cifra”. Gli scherzi diventano allora “modi di difendere la purezza della ricerca, mostrando le fonti inaffidabili e in cattiva fede”.

Allo stesso modo la descrizione del “Disturbo da deficit motivazionale” e del nuovo farmaco creato per curarlo, pubblicato come pesce d’aprile sul British Medical Journal, in realtà prende in giro le ditte farmaceutiche che esagerano la gravità di alcune malattie solo per spingere le persone a comprare medicine.

C’è poi il caso della rana volante, fotografata mentre fluttuava sopra il foro di un magnete, per convincere i colleghi del fisico russo Andre Geim che la maggior parte dei materiali di uso quotidiano sperimentano la forza di un intenso campo magnetico ricevendo una spinta verso l’alto. Esperimento stravagante, che fece vincere a Geim l’IgNobel (premi umoristico assegnato alle ricerche più stravaganti), ma gli insegnò anche che “cercare in direzioni lontane dal mio campo di lavoro può portare a risultati interessanti”. Considerazione decisamente profetica, visto che Geim, come racconta Tartamella, nel 2010 vinse il Nobel per la scoperta del grafene. E nel discorso di accettazione dichiarò di essere orgoglioso dell’umorismo e dell’autoironia che aveva sempre dimostrato: non per nulla, del resto, aveva inserito come coautore di uno studio sulla rotazione della Terra il suo criceto, sostenendo che aveva dato un contributo.

Quanto al senso critico, notevole scoprire, per esempio, che da una lettera pubblicata letteralmente per scommessa da un giovane ortopedico sul New England Journal of Medicine è nata la cattiva fama del glutammato di sodio, risultata poi immeritata. Un episodio che sollecita a prendere con le pinze i molti miti sull’alimentazione che circolano sui social e non solo.

Tra uno scherzo e l’altro, Tartamella introduce qualche paragrafo di approfondimento: dall’origine storica dei giorni dedicati agli scherzi, a come sono nate e funzionano le riviste di pubblicazioni scientifiche, all’IgNobel, premio per le ricerche strampalate, ma anche le regole degli scherzi, che spiegano come una burla deve o non deve essere organizzata.

Insomma Un salame nello spazio è una lettura piacevole e istruttiva, consigliabile per i ragazzi e le ragazze, che possono sfruttare questa strada per avvicinarsi al mondo della scienza dal suo lato più accattivante: perché se, come spiega Tartamella, “la scienza si basa su esperimenti di cui tutti possono vedere i risultati e soprattutto possono ripeterli” e “non c’è spazio per le bugie e gli inganni, di cui gli scienziati sono nemici giurati”, è vero anche che – come questo libro dimostra - “gli scherzi sono un modo per rimescolare le carte, rompere gli schemi e le abitudini, portare un clima di allegria”.


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