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Una banca dati per le emoticon dell'antichità

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Pisa, anno 730 (gennaio), contratto di vendita su pergamena: simbolo grafico elementare (croce greca) tracciato da un venditore analfabeta longobardo, il chierico Candidus, nella sottoscrizione scritta a suo nome dal notaio Ansolf. Credit: A. Ghignoli.

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Videointervista a cura di Giuseppe Nucera.

Faccio ricerca da quasi trent'anni in diversi ambiti degli studi storico-paleografici, ma in particolare in quello dei testi documentari dell'Occidente post romano, scritti in un latino che, a quell'epoca (nei secoli V-VIII), se letto ad alta voce, era ancora comprensibile a un analfabeta, longobardo o franco che fosse. Studiando strutture e scrittura di quei testi mi sono confrontata per la prima volta con la presenza, al loro interno, di segni grafici ‘altri’, diffusa anche nelle scritture pratiche - lettere, elenchi, contratti - risalenti agli ultimi secoli dello Stato romano. La storiografia li considera generalmente espressioni grafiche accessorie, fenomeni marginali: alcuni di quei segni - intrecci composti anche di note tachigrafiche, cioè di elementi di sistemi di scrittura ‘veloce’ non alfabetica, diffusi nell'antichità e nell'altomedioevo - sono traducibili in parole quando si riesce a decifrarli; altri - la maggioranza - quando non presentano una forma ancora oggi familiare (la croce, per esempio) sono sempre spiegati come ghirigori, assumendo così il principio che non vi sia distanza - e, dunque, storia - tra un signore di 1.400 anni fa e me che soprappensiero scarabocchio su un foglio con la biro, soltanto perché il risultato dei nostri tracciati vagamente si assomiglia.

Scarabocchi? No, simboli paleografici

Mi sono allora chiesta cosa potesse collegare il disegno dello staurogramma (un nesso delle lettere tau e rho impiegato nei primi manoscritti cristiani per scrivere le lettere centrali di σταυρός (croce), divenuto pittogramma del corpo di Cristo morente, quindi simbolo della sua croce) fatto da un governatore romano della Tebaide nell'anno 500 in una sua lettera e quello di un magazziniere ostrogoto di Ravenna tracciato in una sua ‘firma’ o di un venditore della Spagna visigotica in un suo contratto. Mi sono chiesta perché gli analfabeti dell'Africa vandalica si sottoscrivono con un segno a croce diagonale (lettera iniziale del nome Χριστὸς?) e lo stesso fanno quelli della Francia dei Merovingi. O ancora, perché il segno complesso di un notaio greco di Ermopoli, nell'Egitto del VI secolo, può assomigliare nella struttura a quello di un vescovo longobardo di Pisa del secolo VIII.

Il progetto NOTAE

Per provare a comprendere storicamente tali segni sulla lunga durata dovevo trovare innanzitutto una definizione che li tenesse insieme: simboli grafici. Segni (inclusi anche segni alfabetici), semplici o complessi, realizzati con la stessa tecnologia della scrittura all'interno di un testo scritto ma significanti altro, comunicanti un messagio diverso da una semplice parola. I latini impiegavano il termine notae per indicare genericamente tutti i segni grafici che non erano litterae, lettere, appunto, dell'alfabeto. Di qui, l'acronimo NOTAE del mio progetto, che si pone l'obiettivo di censire i simboli grafici su tutta la tradizione documentaria tardoantica e dei regni occidentali post romani, e di studiarli come fenomeno storico: NOT A writtEn word but graphic symbols. NOTAE: An evidence-based reconstruction of another written world in pragmatic literacy from Late Antiquity to early medieval Europe.

Un database di tracce del passato

Tracce concrete di uomini e donne del passato, sul confine spesso mobile tra cultura scritta e cultura orale, tra alfabetismo colto e semplice abilità manuale, saranno così per la prima volta studiate, singolarmente e in comparazione, in sincronia e in diacronia, con il metodo paleografico e storico interagendo con archeologia, sociolinguistica, antropologia sociale, storia del cristianesimo: esse sono l'altra faccia del mondo scritto e dell'alfabetismo, mai indagata perché sfuggente. Insieme agli esperti di ingegneria dell'informazione del mio team sarà ideato un sistema per digitalizzare immagini e descrizioni dei simboli, e implementato un DBMS che permetta la loro restituzione web in tutte le possibili relazioni. Il database NOTAE sarà così uno dei nostri principali risultati: l'archivio digitale di tutti i simboli grafici attestati, un atlante storico-critico interrogabile da tutti gli studiosi interessati a questo peculiare patrimonio grafico del passato.


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