fbpx Che cos’è un’Agenzia nazionale per la ricerca? | Scienza in rete

Che cos’è un’Agenzia nazionale per la ricerca?

Primary tabs

L'Agenzia nazionale della ricerca finalmente si farà, anche se non si conoscono ancora i dettagli. Cerchiamo allora di capire che cosa è una agenzia di questo tipo considerando le agenzie che esistono nei prinicipali Paesi, come Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Svizzera. Nell'immagine la sede storica dei National Institutes of Health. 

Tempo di lettura: 6 mins

Tema: Che cos’è un'Agenzia nazionale per la ricerca? Svolgimento: un’Agenzia nazionale per la ricerca è un organismo di finanziamento e coordinamento nazionale e internazionale della ricerca, indipendente rispetto ai ministeri di riferimento. Se ci guardiamo intorno, quasi ogni Paese ne ha almeno una. Tranne l’Italia, che però ora ha deciso di istituirla. Questa è indubbiamente una buona, un’ottima notizia. E lasciateci, almeno per un momento, compiacerci che anche nel nostro Paese si insedierà una struttura tecnica per l’ordinata gestione dei finanziamenti alla ricerca secondo le direttive del governo.

Stati Uniti

I modelli, per questo ambizioso progetto, non mancano. Gli Stati Uniti sono stati fra i primi a istituire non una ma due agenzie per la ricerca. La National Science Foundation (NSF) così si autodefinisce:

un'agenzia federale indipendente creata dal Congresso nel 1950 per promuovere il progresso della scienza; per promuovere la salute, la prosperità e il benessere nazionale; per garantire la difesa nazionale...

Con un budget annuale di 8,1 miliardi di dollari (2019), finanzia il 24% di tutta la ricerca di base a livello federale condotta dai college e dalle università americane in campi come la matematica, l'informatica e le scienze sociali.

Sempre negli USA, si occupano invece del finanziamento della ricerca biomedica i National Institutes of Health (NIH). Gli istituti sono 27, ma coordinati da un organismo centrale, diretto attualmente dallo scienziato che ha completato il sequenziamento del genoma umano, Francis Collins. Per usare le loro parole:

NIH è il più grande finanziatore pubblico della ricerca biomedica nel mondo, investendo più di 30 miliardi di dollari dei contribuenti per adempiere alla sua missione di migliorare la salute, allungare la vita e ridurre malattie e disabilità. Nel far questo, NIH promuove prevenzione e terapie, contribuisce alla società stimolando la crescita economica e la produttività e amplia la base di conoscenze biomediche finanziando la ricerca all'avanguardia e coltivando la forza lavoro biomedica di oggi e di domani

Regno Unito

Nel Regno Unito l’Agenzia per la ricerca si chiama UK Research and Innovation (UKRI), un nuovo organismo che governa i sette Research Council e gli altri due organismi, Innovate UK e Research England. UKRI è a tutti gli effetti il motore della ricerca britannica, che finanzia con circa 7 miliardi di sterline all’anno in connessione con università, istituti di ricerca, imprese, no-profit e governi "per creare il miglior ambiente possibile per lo sviluppo della ricerca e dell'innovazione".

Non si tratta di un ministero, ma di un’agenzia governata da manager della ricerca e un board di ricercatori di altissimo livello.

Germania

La Deutsche Forschungsgemeinschaft (DFG) è la principale Agenzia di finanziamento della ricerca tedesca, che sostiene con un budget autonomo (crescente) di 3,4 miliardi di euro (2018) attraverso borse di studio, premi e finanziamento di infrastrutture. L'organizzazione autonoma ha sede a Bonn ed è finanziata dai Land e dal governo federale. Dal 2017 l'organizzazione coordina circa 100 università di ricerca e altri istituti di ricerca. Il report delle attività del 2018 è focalizzato soprattutto sui finanziamenti alle eccellenze della ricerca, che la Germania vuole rafforzare per meglio competere a livello internazionale.

Francia

L’Agence Nationale de la Recherche (ANR) è stata istituita nel 2005 sia per finanziare ricerca e innovazione attraverso bandi e progetti, sia per migliorare “il posizionamento della ricerca francese a livello europeo e globale”. E’ di nuovo un ente tecnico separato dalla politica, di cui attua la programmazione che resta in capo al ministero. A titolo di esempio, il Piano di azione 2020

integra le priorità strategiche definite dallo Stato e l'attuazione dei piani governativi, che sono: intelligenza artificiale, scienze umane e sociali, tecnologie quantistiche, resistenza antimicrobica, autismo nell'ambito dei disturbi dello sviluppo neurologico e ricerca traslazionale sulle malattie rare

Come le altre agenzia, l’ANR ha anche il compito di analizzare l’offerta di ricerca e misurare l’impatto dei progetti finanziati sulla produzione scientifica nazionale. Il budget per il 2018 ha sfiorato gli 800 milioni di euro dopo alcuni anni di vistosa flessione.

Svizzera

Il Fondo nazionale svizzero (SFN) è la più importante agenzia di finanziamento della ricerca del Paese. Creato nel 1952, è un ente di diritto privato con il compito di valutare e finanziare con strumenti competitivi la ricerca in tutti i settori, sia in patria che all’estero. Il budget del 2018 è stato di 1138 milioni di franchi (circa 1 miliardo di euro). Compiti prevalenti, la promozione dell’eccellenza scientifica, i rapporti internazionali e la valutazione dei risultati scientifici sia dei progetti finanziati dal Fondo sia dei principali programmi di ricerca svizzeri.

Spagna

Ultima a unirsi al club delle agenzie è la Spagna, che nel 2015 ha creato la Agenzia Estatal de Investigacion (AEI), entrata in funzione nel 2016 e dotata di un portafoglio nel novembre 2017. Lo scopo di questa “agenzia di finanziamento” è

semplificare la gestione dei fondi disponibili, ridurre gli oneri amministrativi e semplificare e standardizzare le procedure, e monitorare i finanziamenti alla ricerca.

In questo caso si tratta di una struttura autonoma ricavata all’interno del Ministero dell’università e della ricerca, che ha come presidente il Segretario generale di Stato per la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione, nominato dal re su indicazione del ministro della ricerca, mentre il direttore generale viene nominato dal ministro dell’economia. Il bilancio per il 2018 è di 640 milioni di euro sul budget totale per il “Fomento y coordinación de la investigación científica y técnica” di 2 miliardi e 980 milioni di euro.

E in Italia?

Torniamo quindi all’italia e all’ultimo annuncio della istituzione della Agenzia da parte del premier Giuseppe Conte lo scorso 15 ottobre. Per riprendere le testuali parole di Conte:

In manovra di bilancio verrà inserita la Agenzia Nazionale per la ricerca. Avrà una funzione importantissima, di coordinare tutte le attività di ricerca e innovazione in Italia, quindi dei poli universitari, dei centri pubblici di ricerca e degli enti privati di ricerca. Attraverso l’Agenzia noi potenzieremo il sistema della ricerca, ma non tanto e solo in termini di qualche finanziamento ulteriore che porteremo a beneficio del mondo della ricerca, quanto in termini di strumento per fare rete, per fare sistema.

Parole che lasciano aperte varie interpretazioni. Il Gruppo 2003 per la ricerca, che dell’Agenzia è il padrino ideale, ha sempre insistito su una cosa: non inventarsi cose diverse da tutte le agenzie della ricerca esistenti. Vale a dire che siano agenzie di finanziamento con un budget autonomo, indipendenti dalla politica, gestita da manager della ricerca e consiglieri scientifici e possibilmente trasversale ai vari ministeri che erogano fondi per la ricerca. Come ha spiegato Silvio Garattini nel convegno del Gruppo 2003 nel 2016, idealmente tutte le risorse per il finanziamento competitivo della ricerca dovrebbero confluire in tale agenzia, che dovrebbe essere divisa per dipartimenti (non disciplinari ma tematici) e tradurre in bandi e allocazioni mirate le linee guida programmatiche elaborate dalla politica. A queste funzioni dovrebbero aggiungersi, come per le agenzie prima viste, i rapporti internazionali e il monitoraggio dei risultati. “Sembra un’utopia, lo so. Ma le utopie vanno perseguite” concludeva allora Garattini.

È diventato fondamentale per la ricerca italiana poter contare su una struttura agile, autonoma ed efficiente che dia ossigeno ai ricercatori con continuità e tempi certi, secondo logiche trasparenti. Noi ricercatori siamo spesso troppo timidi, ma in realtà non chiediamo cose impossibili. Chiediamo solo di essere un paese normale.

 

Articoli correlati

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Nascite pretermine: il fattore clima

nascite pretermine

Gli studi stanno iniziando a evidenziare una nuova e ancora poco discussa conseguenza del cambiamento climatico: l’aumento delle nascite pretermine legato a dei periodi prolungati di caldo estremo. Durante il terzo trimestre di gestazione più alta è la temperatura, maggiore è il rischio che corrono madri e neonati.

Crediti immagine: Immagine di rawpixel.com su Freepik

Tra il 2005 e il 2013 la California ha registrato numerose ondate di calore, che hanno inciso sulle condizioni di salute dei suoi abitanti. Le donne in gravidanza sono state una delle fasce più colpite dal fenomeno: le naturali difficoltà di questo delicato periodo sono state esacerbate dalle alte temperature, aumentando il rischio di complicazioni per madri e neonati.