fbpx Come non detto. Nuove ritrattazioni in letteratura | Scienza in rete

Come non detto. Nuove ritrattazioni in letteratura

Primary tabs

Tempo di lettura: 4 mins

Se una persona di media cultura, mossa dalla curiosità di conoscere le “ultime notizie” intorno ai progressi della ricerca, ricorresse oggi a una rivista scientifica, rinuncerebbe probabilmente al suo intento dopo poche pagine. La specializzazione sempre più spinta dei contenuti, il linguaggio sintetico, gergale o astruso, il proliferare di sigle incomprensibili, i continui rimandi e sottintesi, scoraggiano chiunque (scienziati compresi) non si occupi degli stessi argomenti di cui tratta l’autore. E’ inevitabile che sia così e forse necessario, visto che solo un altissimo livello di specializzazione permette alla ricerca contemporanea di progredire. Si immagini poi, per un momento, quale potrebbe essere la reazione del curioso qualora incappi casualmente in un articolo come quello intitolato “Retraction of articles”, composto di sole sei righe, più una lunga tabella e i riferimenti bibliografici, pubblicato sul numero di Aprile 2010 della rivista on-line Acta Crystallographica E.  Vi si annuncia la ritrattazione  di 39 articoli, pubblicati sullo stesso giornale fra il 2004 e il 2009, in conseguenza di problemi inerenti i dati e l’assegnazione scorretta di atomi alle strutture.

Gli articoli vengono elencati nella tabella, dove si specifica se la ritrattazione è opera dell’autore oppure del giornale. Per la cronaca, sono soltanto 13 quelli ritrattati dal giornale, mentre gli altri risultano ritrattati dagli stessi autori che hanno riconosciuto di essere stati colti in fallo. Scorrendo i riferimenti, si può vedere che si tratta generalmente di articoli a più firme, ma sempre di origine cinese. Questa ritrattazione è il primo frutto di una verifica sul pregresso di cui il giornale ha dato notizia con un editoriale apparso online il 19 Dicembre 2009 e pubblicato sul numero di Gennaio 2010.  I Curatori della rivista, edita dall’Unione Internazionale di Cristallografia e specializzata nella pubblicazione di strutture di composti chimici di vario tipo, non dissimulavano il loro rammarico per quanto erano costretti a dire. Dopo aver premesso che le nuove strutture ricavate dagli studiosi e divulgate dal giornale ammontano oggi a qualche migliaio ogni anno, informavano che circa 70 erano risultate frutto di falsificazione. I colpevoli erano gruppi di nazionalità cinese e gli autori corrispondenti risultavano il Dr. Hua Zong e il Prof. Tao Liu, entrambi dell’Università di Jinggangshan.  

I co-autori  erano della stessa Università o di altre Istituzioni di quel Paese. Costoro ricorrevano a dati sperimentali che altri avevano ricavato in precedenza e che li avevano portati a determinare correttamente strutture di composti chimici, sostituendo in esse uno o più atomi in modo da far apparire i risultati come frutto di nuove ricerche, che portavano a strutture mai pubblicate in precedenza. Entrambi gli incriminati avevano dato la disponibilità a ritrattare gli articoli (41 il primo e 29 il secondo). L’editoriale aggiungeva che i controlli sarebbero proseguiti avvalendosi di uno speciale software e che, purtroppo, ci si aspettava che il numero di frodi scoperte potesse aumentare. Il caso è balzato subito all’attenzione di altri importanti giornali scientifici, come The Lancet, che hanno sollecitato le autorità cinesi a esercitare controlli più severi sulla ricerca.

Peter Strickland, managing editor dell’Unione di Cristallografia con base UK, ha dichiarato a Chemistry World che era la prima volta che veniva scoperta una frode in un loro giornale e che ciò era stato possibile perché i dati sperimentali grezzi (fattori di struttura) vengono conservati.  Come dimostrato da studi statistici, le ritrattazioni in campo medico sono in aumento. Non risparmiano altre discipline e riviste di prim’ordine come Science, coinvolta a suo tempo nel caso del “genio” della fisica Schön. Non tutte però riguardano casi di frode. Secondo dati recenti, su 395 articoli ritrattati in campo medico (1982-2002), quelli frutto di cattiva condotta erano il 27% e quelli dovuti a errori involontari il 62%.  Meno male, poteva andar peggio.

Per saperne di più
Anonimo, “Retraction of articles”, Acta Cryst. E66, Part 4, April 2010, e21-e22
Harrison W.T.A., Simpson J., Weil M., “Editorial”, Acta Cryst., E66, Part 1, January 2010, e1-e2
Cokol M., Ozbay F., Rodriguez-Esteban R., “Retraction rates are on the rise”, EMBO Rep., 9(1), 2008, p.2
Anonimo, “Retractions of Schön et al.”, Science, 298(5595), 1 November 2002, p. 961
Nath S.B., Marcus S.C., Druss B.G., "Retractions in the research literature: misconduct or mistakes?” Med. J. Aust., 185(3), 7 Aug 7 2006, p. 152-4


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

COP16: l'ennesima occasione persa per la biodiversità

uno scatto della cop16

La COP16 si è conclusa senza accordi concreti sui finanziamenti per la biodiversità, lasciando in sospeso obiettivi cruciali per proteggere la natura. Mentre i progressi sulla gestione delle risorse genetiche e sul coinvolgimento delle comunità indigene sono incoraggianti, l'assenza di un piano finanziario chiaro rende incerto il futuro della biodiversità globale.

Crediti foto: UN Biodiversity CC BY 2.0

La COP16 si è conclusa rimandando a prossimi appuntamenti i risultati concreti che si dovevano portare a casa nei dieci giorni di consesso, in primis con un niente di fatto sulla questione dei finanziamenti a favore della biodiversità.