Il prossimo mese di novembre il CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, compie 90 anni. Lunedì 30 settembre presso la sede centrale a Roma, il Presidente, Luigi Nicolais, ingegnere chimico e membro del Gruppo 2003, ha voluto festeggiare il compleanno del nostro massimo Ente pubblico di ricerca con una cerimonia essenziale, ma molto significativa. La festa di compleanno si è risolta infatti nella presentazione di due opere di “comunicazione pubblica della scienza”, rivolte al grande pubblico.
«È infatti mia intenzione – ha detto Nicolais – rinnovare i principi istitutivi del CNR e aprirlo il più possibile alla società, nelle sue varie articolazioni».
Nella prima opera di comunicazione presentata a Piazzale Aldo Moro – un libro divulgativo con molte immagini, alcune inedite, sulla storia dell’Ente, intitolato Consiglio Nazionale delle Ricerche. L’impresa scientifica 1923-2013 – emerge il pensiero delle origini. Che è, poi, soprattutto il pensiero di Vito Volterra, grande matematico, grande “politico della scienza” e anche grande teorico della diffusione della cultura scientifica: la ricerca come leva per la rinascita della nazione.
Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (nel 1923 si chiamava Consiglio Nazionale di Ricerche) nasce, dunque, con l’obiettivo di esplorare la dimensione sociale della scienza, riconoscendo il suo valore strategico e assumendo che essa potesse (dovesse) diventare lo strumento per “riscattare il paese”. La leva per portare l’Italia nel novero dei paesi più avanzati.
Il libro – che è stato curato da Gennaro Ferrara, con la responsabilità scientifica di Raffaella Simili e il coordinamento editoriale di Giuseppe Festinese e Giovanni Paoloni – mostra con le parole e le immagini come il CNR ha cercato di perseguire questo obiettivo puntando su alcuni caratteri originali. Primi tra tutti: l’internazionalità e l’interdisciplinarità. L’Ente nasce, infatti, come componente nazionale del Consiglio Internazionale delle Ricerche di cui Volterra era vicepresidente.
Ebbene, sia l’obiettivo sia gli strumenti restano più che mai attuali. La ricerca rappresenta più che mai, appunto, un’opzione (probabilmente l’unica) per riscattare il nostro paese, portandolo fuori dal percorso di declino imboccato da trent’anni e forse prima. E gli strumenti culturali principali per conferire al sistema scientifico e tecnologico italiano il ruolo di volano dello sviluppo sociale ed economico sono proprio l’internazionalità e l’interdisciplinarità. La stretta connessione con la comunità scientifica mondiale e, nel medesimo tempo, la flessibilità per affrontare i problemi emergenti abbattendo le mura, talvolta rigide, delle discipline. Non è un caso che è nel CNR – e, verrebbe da dire, solo nel CNR – che negli ultimi 90 anni, in fatto di organizzazione della ricerca sono nate “cose nuove”: dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) al Comitato Nazionale per l’Energia Atomica (oggi ENEA); dall’Istituto Nazionale di Geofisica, all’Istituto Nazionale della Nutrizione, fino all’Agenzia Spaziale Italiana. E, a proposito di internazionalità, è stato il CNR ad avere un ruolo importante nella creazione del CERN, il grande laboratorio di fisica delle alte energie, a Ginevra e dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea che ha sede a Parigi.
Il percorso verso il futuro del CNR è, dunque, già tracciato. Seguire il percorso della internazionalità e della interdisciplinarità per fare ricerca al massimo livello e creare “cose nuove”, tenendo sempre aperta la finestra che affaccia sulla società. Perché se non ci fosse, un Ente pubblico di ricerca come il CNR andrebbe inventato. Magari restituendogli quel ruolo di coordinatore della ricerca nazionale (e magari di vera e propria agenzia) che Vito Volterra auspicava.
L’altra proposta della festa di compleanno è stata la mostra ri-scattiamo la scienza. Intesa, questa volta, come scatto di macchine fotografiche che restituiscono le immagini della scienza e della vita dei ricercatori. All’invito hanno partecipato in moltissimi ricercatori del CNR. E le foto (otto più una) più belle sono state premiate. Tutte fanno parte della mostra e del catalogo RiScattiamo la Scienza.
Sia nel volume di storia del CNR sia nella mostra e nel catalogo fotografico, l’immagine è, dunque, protagonista assoluta. Ma l’immagine è una forma di comunicazione co-essenziale all’impresa scientifica e oggi più che mai sull’onda. Oggi i nativi digitali, ma anche molti immigrati digitali, acquisiscono informazione e addirittura pensano per immagine.
Il secondo messaggio che viene dalla festa di compleanno del CNR è, dunque, chiaro quanto il primo: nella società della conoscenza non solo la scienza in sé, ma anche la comunicazione della scienza al grande pubblico, ha un valore strategico.
Forse non è il momento migliore. Ma è ora che il paese intero, a 90 anni dall’intuizione di Vito Volterra, se ne accorga.
Le foto vincitrici del concorso RisCatta la Scienza
(fonte: riscattiamolascienza.cnr.it)