fbpx Contrordine, il terremoto non ha spostato l'asse terrestre | Scienza in rete

Contrordine, il terremoto non ha spostato l'asse terrestre

Primary tabs

Tempo di lettura: 2 mins

Lo scorso 27 febbraio, si è verificato in Cile uno dei terremoti più violenti degli ultimi cento anni.

Alcuni giorni dopo quella data, il Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California, rendeva pubbliche le sue stime, riprese da Scienzainrete, sullo spostamento dell'asse terrestre provocato dal forte terremoto. Secondo le sue valutazioni, l'asse terrestre si era spostato dal suo asse di rotazione di 2,7 millisecondi di arco, che equivalgono a 8 centimetri.

Intanto, il Centro di Geodesia Spaziale dell'Asi di Matera svolgeva le verifiche strumentali per verificare l'entità della variazione. Utilizzando il Laser Ranging Service International, un sistema che utilizza dei laser per misurare con estrema precisione la distanza tra delle stazioni terrestri, e dei riflettori posizionati sui satelliti, il Centro Asi di Matera ha infine rilevato dei dati differenti da quelli del Jet Propulsion Lab di Pasadena. I risultati ottenuti non hanno infatti evidenziato uno spostamento significatico dell'asse terrestre, ovvero superiore  ad un millesimo di secondo d'arco, che equivale a 3 centimetri.

In confronto, il terremoto di Sumatra, che si era verificato il 26 dicembre 2004, aveva determinato uno spostamento di 2 millesimi di secondo d'arco, che equivalgono a 6 centimetri.

Le stime del Centro Asi di Matera si discostano da quelle rilevate dal Jet Proulsion Lab: ciò è dovuto sostanzialmente alla differente metodologia impiegata.

Il Jet Propulsion Lab ha utilizzato un tipo di calcolo,  impiegato nelle previsioni metereologiche , che si basa su dei modelli teorici e sull'osservazione di dati geofisici e sismologici.

In ogni caso, sono in corso di svolgimento ulteriori analisi da parte di altre reti geodetiche per dare una definitiva conferma ai dati del Centro Asi.

Anche la scienza può sbagliare. Ma è nella sua tradizione non solo ammettere gli errori, ma cercare di correggerli.

HideArticoli correlati

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

La corretta informazione medica e l’inganno dell’omeopatia

una mano femminile che regge un bicchiere di acqua

È ben documentato come i prodotti omeopatici non abbiano efficacia superiore al placebo, ma l’industria omeopatica continua a prosperare, sfruttando la mancanza di conoscenze scientifiche del pubblico, una regolamentazione spesso insufficiente e un'informazione a volte ingannevole. Per evitare che molte persone ne paghino il prezzo (sanitario ma anche economico, perché sosteniamo le detrazioni Irpef di prodotti omeopatici) servono una più corretta informazione da parte dei mass media e una presa di coscienza da parte degli organi dello Stato.

La medicina moderna, e più in generale la pratica medica, si basa su solide e rigorose evidenze scientifiche e su test clinici validati dal metodo scientifico. Il tutto per garantire sicurezza ed efficacia nei trattamenti. Perché allora sempre più persone (2 milioni e mezzo di italiani, 100 milioni di persone in Europa, 600 milioni nel mondo) danno credito all’omeopatia, la bizzarra “medicina” immaginata da Hahnemann oltre due secoli fa (basata sulla memoria dell’acqua), ancorché priva di plausibilità biologica e di prove di efficacia?