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Divulgare è sempre più divertente

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E dai che si fa per ridere. Che cosa? Della serissima divulgazione scientifica. Preferire il sentiero della comicità e della simpatia per spiegare al grande pubblico le ultime scoperte da Nobel o per aiutare gli studenti a fissare le definizioni più ostili suona come un colpo di grazia che metta a tacere ogni discussione sulla questione delle questioni: fino a che punto, ma soprattutto in che modo, si può semplificare o facilitare la comprensione di concetti o teoremi scientifici impegnativi senza sminuirne l’importanza o la complessità?

La scienza in società all’insegna del sorriso

Nell’epoca della “Società della conoscenza” abbiamo abbattuto molte barriere verso il libero e rapido accesso a un numero infinito di informazioni. Possiamo concordare su quanto il sapere inteso come cultura acquisita sia oggi il più importante strumento per l’emancipazione personale e per la creazione di ricchezza all’interno di una società.

Eppure in Italia la percentuale di adulti in possesso di un titolo di studio universitario non cresce e resta tra i più bassi dei Paesi dell’OCSE, con solo il 18% di laureati dei quali solo un 25% in materie scientifiche.

Nel più grande sforzo di portare la conoscenza a beneficio e responsabilità di tutti, si assiste con piacere a una “Carica dei simpatici”, esperti che preferiscono parlare di scienza attingendo alla comicità per aiutare a conoscere e avvicinare senza timori. Un lavoro difficile e rigoroso che sembra premiare. Ridere, del resto, è una cosa seria.

La sit com che ha fatto scuola e alcuni esempi in Italia

The Big Bang Theory” è la serie tv che vanta di essere la più “scaricata” in assoluto e tra le più premiate. Il mix vincente si compone di battute frizzanti e accuratezza scientifica nei dialoghi tra i protagonisti, un gruppo di fisici “nerd” alle prese con la loro vicina di casa, avvenente aspirante attrice.

Frecciatine e sketch di vero humor hanno fatto impazzire il pubblico di tutto il mondo ironizzando sulla figura dello scienziato e dello stereotipo che lo ritrae come tipo umano disinteressato ai legami, freddo e implacabile.

 Howard: “Pensavo che Facebook non ti piacesse più”

Sheldon “Non dire sciocchezze, sono un estimatore di qualsiasi cosa provi a sostituire il contatto umano”

Non volendo datare qui l’inizio della comicità allo scopo di familiarizzare con teoremi e vite degli scienziati, questo telefilm ha comunque fatto scuola, meritandosi una lezione universitaria dedicata che l’astrofisico e divulgatore Amedeo Balbi ha tenuto qualche anno fa all’Università di Tor Vergata: “La scienza di The Big Bang Theory”.

La scienza coatta, i social e il libro

Post, meme e news rigorosamente in lingua madre, il romanesco. Quei matti esagerati degli ideatori del progetto "La scienza coatta", che vanta una pagina Facebook apprezzatissima e sempre commentata da un pubblico altrettanto coatto e informato, hanno una idea precisa che guida il progetto:

Il vero motore della Scienza (scrivono nell’area del "Chi siamo" sul loro sito), quello che spigne gli scienziati a sfrugugnà le cellule, a sfrantumà la materia e a spizzà in tutti gli angoli dello spazio-tempo è uno solo, la coattanza (…) La nostra sfida è mostrare che la scienza - e gli scienziati - non sono quel mondo ovattato, serioso, accademico e impenetrabile che molti credono. Lo facciamo provando a raccontare oltre i concetti scientifici, anche le vicende umane e gli aneddoti più curiosi, forte e chiaro, senza filtri. I ricercatori imprecano, ridono, urlano di gioia. Il lato verace, genuino e coatto della ricerca non lo portiamo noi nella scienza, c'è già

Questa primavera hanno debuttato con il libro “La scienza coatta”, edito da Garzanti, che raccoglie anni di biografie coatte, spiegazioni caserecce, storie di scoperte col comune denominatore della “prepotenza”. Oltre che la scienza, si fa scorpacciata di dialetto.

 

Post sulla pagina Facebook de La Scienza Coatta a seguito della diffusione della notizia della scoperta dell'acqua allo stato liquido su Marte, nel luglio 2018

Lorenzo Baglioni e il disco “Bella, prof!”

Ai suoi concerti si incontrano adolescenti, genitori e insegnanti o intere classi di liceo. I suoi ritornelli si ripetono in classe. Lorenzo Baglioni è un ricercatore in matematica col pallino per la musica e per il teatro che ha deciso di far convergere le sue passioni col collante dell’ironia.

Dal 2016 i video dalla matrice accuratamente casalinga piacciono a studenti e docenti tanto da essere diventati brani di un album “Bella, prof!”. Il disco è uscito dopo la partecipazione del cantante matematico all’edizione del Festival di Sanremo 2018 con un simpatico singolo sull’importanza dell’uso del congiuntivo (soprattutto per rimorchiare con classe).

La hit più cliccata resta comunque “Le leggi di Keplero spiegate da una Boy band” e questa è tra le strofe che asciugano le lacrime a una teenager appena abbandonata dal fidanzato il giorno prima della verifica di astronomia:

Oh baby baby, non sospirare / se ricordavi un movimento circolare / ché per la Terra l'eccentricità è zero punto zero diciassette / È proprio piccola / come te, baby / Ye-eee-eah

La canzone circolare di Elio e le storie tese

Quest’estate è stata anche occasione per lanciare la prima canzone compostabile al mondo: è l’originale collaborazione tra Legambiente e il gruppo Elio e le storie tese per spiegare in chiave pratica cosa sia l’economia circolare, per spronare a riciclare i rifiuti e per parlare del riutilizzo intelligente dei materiali. Alla vigilia del loro scioglimento, Elio e della sua band adattano il loro stile irriverente alla missione divulgativa pensando di cantare come ciò che finisce non finisce definitivamente, ma

Per rifare tutto ci vuole tutto e tutto diventa qualcos’altro

Perché è divertente? Anche, ad esempio, perché il brano è sharing e permette di produrre nuove canzoni a partire dall’originale: visitando la pagina sulla Canzone Circolare del sito di Legambiente, chiunque può continuare la composizione proponendo la sua Canzona circolare…

Su Radio3 l’intervista a una molecola

Si difende con argomentazioni che sono i risultati dell’osservazione scientifica mondiale su quanto la riguarda. E’ sicura della sua innocenza e della manipolazione che per anni si è fatta nei suoi confronti. All’interno della trasmissione radiofonica di Radio 3 “Tutta l’umanità ne parla” in onda il sabato mattina sotto la conduzione di Edoardo Camurri e Pietro Del Soldà, le è dedicata un’intera puntata.

Lei è la molecola di LSD e in questa intervista esclusiva la droga sintetica degli anni Sessanta si riscatta di nuova fama grazie a recenti ricerche in neuroscienze sugli effetti di questa sostanza per lo studio di alcune malattie del cervello.

Io non brucio il cervello (si difende la particella) la mia pericolosità non esiste in quanto molecola, non provoco danni a organi e studi lo confermano. Quando ho invaso i campus negli anni del Sessantotto creavo altri problemi perché io altero la coscienza ed è lì l’effetto negativo. Non creo dipendenza (…) abolisco i filtri di una realtà complessa, trasformo il modo di stare al mondo e vedere la realtà

Nelle interviste impossibili che sono il cuore della trasmissione non c’è traccia di fake!

Fumetti al sincrotone

In autunno, invece, è attesa una storia (in collaborazione con Comics&Science) del fumettista Zerocalcare che ha l’aria di un giallo in cui l’ingenuo giovane pieno di speranze si addentra nei laboratori dell’acceleratore di particelle, il sincrotone Elettra di Trieste. Non sappiamo che ne sarà di lui!


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i ratti che "guidano"

Un esperimento condotto dall'Università di Richmond ha dimostrato che i ratti, inseriti in ambienti stimolanti, sono in grado d’imparare a “guidare” non solo per ottenere una ricompensa, ma anche per il piacere dell'attività stessa. Mentre un progetto successivo ha mostrato come l'anticipazione di eventi positivi, come guidare o esplorare, abbia effetti significativi sul miglioramento dell'umore e sulle capacità cognitive.

Crediti immagine: Kelly Lambert/The Conversation. Licenza: CC BY-ND 4.0

Quando si prende in mano il guinzaglio, e a volte basta anche solo levarsi le ciabatte e mettersi le scarpe, il cane di casa comincia ad agitarsi, scodinzolare, saltellare ed esibire tutto il repertorio che indica che sa che si sta per uscire e andare in passeggiata. Gioia, eccitazione, aspettativa: è la norma. Ma se la stessa cosa la fanno dei ratti quando si apre la porta del laboratorio, sorge spontanea qualche domanda .