Stando alla bozza del dl sulla spending review, la manovra messa a punto dal governo Monti dovrebbe riorganizzare il Consiglio nazionale delle Ricerche, l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, mentre metterebbe seriamente a rischio - sopprimerebbe - diversi Enti di ricerca, come L'Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, l'Isituto Nazionale di Astrofisica e il Centro di Studi e Ricerche "Enrico Fermi". Il taglio di 200 milioni di euro previsto per il finanziamento delle università - vanno invece in positivo di 200 milioni le scuole non statali - colpisce anche l'Istituto di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale.
Tutti i paesi progrediti investono in modo intelligente in ricerca e innovazione e soprattutto in risorse umane dedicate alla “conoscenza”. Sembra che per l’Italia, invece, la ricerca rappresenti un settore minoritario da “buttare nella spending review” con grande leggerezza e senza alcuna oggettiva motivazione. Guardiamo il caso degli Enti di Ricerca del MIUR e la proposta di soppressione di molti di questi che sembra essere contenuta nella proposta del Commissario Bondi.
Ricordiamo che gli Enti di Ricerca sono appena stati riformati e sono attualmente soggetti al lungo processo di valutazione dell’Anvur che sta richiedendo tempo e dedizione. Ricordiamo anche che agli Enti di Ricerca viene giustamente chiesto dal Ministro e dalla UE di rafforzare la competitività internazionale attraendo investimenti e talenti in Italia e valorizzando la collaborazione con il settore privato. Leggendo i contenuti della spending review sembra però che tutto quanto sia stato fatto ad oggi non conti niente, anzi non interessi proprio nessuno: gli Enti vanno soppressi, accorpati senza motivazione e buon senso e soprattutto senza alcun risparmio economico.
Altro che risparmi! Le notizie che si rincorrono in questi giorni stanno già producendo un effetto negativo dal punto di vista economico: imprese titubanti nel firmare contratti di ricerca (dopo una fatica di anni per costruire un rapporto fiduciario e di seria collaborazione reciproca) e “talenti” (quelli che tanto vorremmo attirare) che rinunciano a venire in Italia per l’instabilità del sistema. Questo è quello che sta vivendo anche l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale - OGS: un Ente con moltissime commesse da privati e progetti europei oggi messi a rischio dalle notizie di cancellazione dell’Ente.
Ma il risparmio per il paese in questa manovra dove
sta??
Forse si intendono mandare a casa
tutti i precari e tutti i ricercatori che lavorano su commesse
esterne? Se agli Enti viene giustamente richiesto un piano strategico
che preveda tempi, modi e ricadute socio-economiche delle attività, altrettanto
vorremmo vedere da chi propone accorpamenti e soppressioni; quali i tempi? I
costi? I vantaggi?
Ed ancora ci chiediamo: ma sono questi accorpamenti/soppressioni gli interventi di cui il sistema della ricerca ha bisogno? A nostro parere sicuramente no, anzi sarebbe invece opportuno garantire certezze, rispetto di tempi e modi su tutto quanto in atto oggi e soprattutto ridare fiducia ad un comparto come quello dei lavoratori della conoscenza invece di mortificarlo ulteriormente. Siamo consapevoli della difficile situazione globale e sicuramente disponibili a fare sacrifici per la sostenibilità del Paese; siamo anche pronti ai cambiamenti ma chiediamo ai nostri politici/tecnici che le azioni proposte siano di buon senso e ad effettivo vantaggio del sistema nazionale. Questo non sembra emergere dalla proposta di soppressione degli Enti di Ricerca, anzi il tutto sembra rappresentare un ulteriore immotivato colpo al mondo della ricerca e a tutti quelli che vi si dedicano con capacità e professionalità.
di Maria Cristina Pedicchio – Presidente OGS