fbpx Enti e istituti in pericolo per la spending review | Scienza in rete

Enti e istituti in pericolo per la spending review

Primary tabs

Tempo di lettura: 3 mins

Stando alla bozza del dl sulla spending review, la manovra messa a punto dal governo Monti dovrebbe riorganizzare il Consiglio nazionale delle Ricerche, l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, mentre metterebbe seriamente a rischio - sopprimerebbe - diversi Enti di ricerca, come L'Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, l'Isituto Nazionale di Astrofisica e il Centro di Studi e Ricerche "Enrico Fermi". Il taglio di 200 milioni di euro previsto per il finanziamento delle università - vanno invece in positivo di 200 milioni le scuole non statali - colpisce anche l'Istituto di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale.

Tutti i paesi progrediti investono in modo intelligente in ricerca e innovazione e soprattutto in risorse umane dedicate alla “conoscenza”. Sembra che per l’Italia, invece, la ricerca rappresenti un settore minoritario da “buttare nella spending review” con grande leggerezza e senza alcuna oggettiva motivazione. Guardiamo il caso degli Enti di Ricerca del MIUR e la proposta di soppressione di molti di questi che sembra essere contenuta nella proposta del Commissario Bondi.

Ricordiamo che gli Enti di Ricerca sono appena stati riformati e sono attualmente soggetti al lungo processo di valutazione dell’Anvur che sta richiedendo tempo e dedizione. Ricordiamo anche che agli Enti di Ricerca viene giustamente chiesto dal Ministro e dalla UE di rafforzare la competitività internazionale attraendo investimenti e talenti in Italia e valorizzando la collaborazione con il settore privato. Leggendo i contenuti della spending review sembra però che tutto quanto sia stato fatto ad oggi non conti niente, anzi non interessi proprio nessuno: gli Enti vanno soppressi, accorpati senza motivazione e buon senso e soprattutto senza alcun risparmio economico. 

Altro che risparmi! Le notizie che si rincorrono in questi giorni stanno già producendo un effetto negativo dal punto di vista economico: imprese titubanti nel firmare contratti di ricerca (dopo una fatica di anni per costruire un rapporto fiduciario e di seria collaborazione reciproca) e “talenti” (quelli che tanto vorremmo attirare) che rinunciano a venire in Italia per l’instabilità del sistema. Questo è quello che sta vivendo anche l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale - OGS: un Ente con moltissime commesse da privati e progetti europei oggi messi a rischio  dalle notizie di cancellazione dell’Ente.

Ma il risparmio per il paese in questa manovra dove sta??
Forse si intendono mandare a casa tutti i precari e tutti i ricercatori che lavorano su commesse esterne? Se agli Enti viene giustamente richiesto un piano strategico che preveda tempi, modi e ricadute socio-economiche delle attività, altrettanto vorremmo vedere da chi propone accorpamenti e soppressioni; quali i tempi? I costi? I vantaggi?

Ed ancora ci chiediamo: ma sono questi accorpamenti/soppressioni gli interventi di cui il sistema della ricerca ha bisogno? A nostro parere sicuramente no, anzi sarebbe invece opportuno garantire certezze, rispetto di tempi e modi su tutto quanto in atto oggi e soprattutto ridare fiducia ad un comparto come quello dei lavoratori della conoscenza invece di mortificarlo ulteriormente. Siamo consapevoli della difficile situazione globale e sicuramente disponibili a fare sacrifici per la sostenibilità del Paese; siamo anche pronti ai cambiamenti ma chiediamo ai nostri politici/tecnici che le azioni proposte siano di buon senso e ad effettivo vantaggio del sistema nazionale. Questo non sembra emergere dalla proposta di soppressione degli Enti di Ricerca, anzi il tutto sembra rappresentare un ulteriore immotivato colpo al mondo della ricerca e a tutti quelli che vi si dedicano con capacità e professionalità.

di Maria Cristina Pedicchio Presidente OGS

 


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Perché ridiamo: capire la risata tra neuroscienze ed etologia

leone marino che si rotola

La risata ha origini antiche e un ruolo complesso, che il neuroscienziato Fausto Caruana e l’etologa Elisabetta Palagi esplorano, tra studi ed esperimenti, nel loro saggio Perché ridiamo. Alle origini del cervello sociale. Per formulare una teoria che, facendo chiarezza sugli errori di partenza dei tentativi passati di spiegare il riso, lo vede al centro della socialità, nostra e di altre specie

Ridere è un comportamento che mettiamo in atto ogni giorno, siano risate “di pancia” o sorrisi più o meno lievi. È anche un comportamento che ne ha attirato, di interesse: da parte di psicologi, linguisti, filosofi, antropologi, tutti a interrogarsi sul ruolo e sulle origini della risata. Ma, avvertono il neuroscienziato Fausto Caruana e l’etologa Elisabetta Palagi fin dalle prime pagine del loro libro, Perché ridiamo. Alle origini del cervello sociale (il Mulino, 2024):