Dalle prime indiscrezioni provenienti da
Bruxelles sembra che sia chiara la volontà
di
eliminare alcune proposte di nuove direttive e regolamenti per la tutela
dell'ambiente. A rischio sono anche 23 nuove iniziative per il 2015 e altre 78
leggi non ancora approvate, che con ogni probabilità
verranno
scartate. I provvedimenti a rischio riguardano anche il miglioramento della
qualità dell'aria in Europa e la
gestione più sostenibile dei rifiuti.
Le
intenzioni di Frans Timmermans, vice-presidente della Commissione Europea, sono
uscite come una soffiata dalla riunione del 10 dicembre scorso e sono state ratificate oggi dallo stesso Timmermans nel corso del suo intervento
nell'Aula di Strasburgo.
Gli obiettivi per una migliore qualità
dell'aria
erano stati rivisti l'anno scorso, a distanza di 14 anni dalle prime
direttive, e avevano stabilito nuovi
tetti per le polveri sottili e le sostanze dannose presenti nell'aria.
Se gli sforzi in questa
direzione sono destinati a cadere, sarà
un
duro colpo per l’ambiente, e forse anche una perdita economica
per l'Europa. Almeno a dar retta agli estensori delle nuove proposte, la loro
implementazione dal 2030 porterebbe a un risparmio di 58.000 vite/anno.
Secondo un articolo pubblicato il 9 dicembre scorso dalla European
Society of Cardiology, sarebbero almeno tre milioni le persone che attualmente
muoiono all'anno in tutto il mondo a causa dell'inquinamento atmosferico, che
si collocherebbe al nono posto tra i fattori di rischio di malattia su cui
sarebbe possibile intervenire in modo diretto.
Alcune norme del pacchetto Clean Air verranno eliminate in nome di una legislazione più lineare, priva di ridondanze e dichiarazioni obsolete. Il fatto che sia complicato trovare un accordo tra gli stati europei è invece la scusa ufficiale per rimuovere 18 norme, tra le quali è compresa la tassa sul trasferimento in un altro stato dei veicoli a motore e il finanziamento di stazioni di produzione dell'energia nucleare.
Il
ritiro di queste norme sembra in apparenza far risparmiare il Vecchio
Continente e quindi è un'argomentazione che attira
l'attenzione di chi è a capo dell'Europa e deve fare
i conti con la crisi economica. Tuttavia guardata sul lungo periodo, sarebbe
proprio l'applicazione del pacchetto Clean Air a far risparmiare da 40 a 140
miliardi di euro agli stati europei che eviterebbero di spendere cifre di
quest'ordine di grandezza per riparare ai danni arrecati dall'inquinamento
atmosferico. Il denaro risparmiato
sarebbe 100 volte superiore al costo da investire per mettere in atto
misure e progetti di
ricerca. Le nuove
disposizioni europee inoltre servirebbero ad attivare nuovi posti di lavoro
nell'ambito della green economy, cosa che ben si adatta all'attuale politica
europea tutta protesa alle riforme per far ripartire economia e consumi.
Ma a far vacillare le buone motivazioni per preservare il pacchetto, c'è il fatto
che dietro a tale decisione risiedono gli interessi di una potente associazione
commerciale, la BusinessEurope.
Per
il pacchetto Clean Air c'è ancora modo di fare qualcosa. Anche
dopo l'annuncio ufficiale, la proposta dovrà esser
vagliata da Consiglio e Parlamento europeo. Junker inoltre dovrà fare
i conti con i punti di vista di 11 stati europei: Belgio, Germania, Grecia,
Spagna, Francia, Italia, Cipro, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Svezia si
sono già dichiarati
favorevoli alle misure del pacchetto Clean Air.
Una decina di organizzazioni non governative hanno dichiarato il loro parere con una lettera indirizzata a Timmermans. E anche in Italia già 22 associazioni e organismi (fra cui anche scienzainrete) hanno firmato una lettera dove chiedono al Premier Matteo Renzi e al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, coinvolti in prima linea nel semestre di presidenza italiana, di ben considerare le conseguenze del ritiro del pacchetto.
E
qualche cosa possono fare anche i comuni cittadini europei per l'aria che entra
nei nostri polmoni almeno 346 mila volte al giorno. C’è tempo fino a
giovedì per
firmare la petizione di Change.org, per tentare di
impedire che il parlamento europeo approvi questa proposta di Juncker. In più la
campagna si è allargata
anche ai social network, veicolo di elezione anche per far circolare la
notizia: gli account twitter di @JunckerEU e @TimmermansEU vanno citati proprio con l'intento di fare pressione, utilizzando gli
hashtag #CleanAir, #airpollution e #TimeForCleanerAir.