Marzo 2020: 70 mezzi militari portano le salme di morti per Covid-19 fuori dalla regione (foto di archivio).
L'Istituto Nazionle di Statistica (ISTAT) ha pubblicato recentemente i dati giornalieri dei decessi dal 1° gennaio 2011 al 31 agosto del 2021 e così ha reso possibile una analisi della mortalità nel 2020 e nel 2021 per capire quale sia stato l’aumento della mortalità dovuto all'epidemia da Covid-19.
Analizzando, come spieghiamo in dettaglio nel seguito, i dati ISTAT tra gennaio 2011 e dicembre 2019 è possibile stimare quanti morti ci saremmo aspettati tra il 1° gennaio 2020 e fine agosto 2021 e confrontarli con quelli effettivamente osservati, sempre secondo ISTAT. La differenza tra le morti osservate e quelle attese è una stima della mortalità in eccesso che possiamo confrontare con le morti attribuite a Covid-19 dalla Protezione Civile disponibili dal 24 febbraio 2020 a oggi. Si vede che l’andamento della mortalità in eccesso è simile a quello delle morti attribuite a Covid-19, seppure con alcune discrepanze che possono essere spiegate dalla difficoltà di diagnosi durante la prima ondata di marzo-aprile 2020 e con la sostanziale assenza dell’ondata di influenza stagionale nell’inverno 2020-2021. Queste stime indicano che dal 24 febbraio 2020 al 31 agosto ogni giorno sono morte in media 230 persone in più di quello che ci si sarebbe aspettati sulla base dei dati dal 2011 al 2019.
La mortalità durante l'epidemia di Covid-19
I dati di mortalità diffusi dal Ministero della Salute/Protezione Civile partono dal 24 febbraio 2020. Il confronto con i dati di mortalità generale pubblicati da ISTAT può essere effettuato dal 24 febbraio 2020 al 31 agosto 2021. Nei dati della Protezione Civile, che riportiamo nel grafico qui sotto, è evidente la variabilità intra settimanale dovuta ai ritardi di segnalazione durante i fine settimana. Per questo motivo è opportuno trasformare i dati giornalieri in medie mobili settimanali, ovvero costruire una serie che associa a ciascun giorno la media delle morti osservate quel giorno e nei tre giorni precedenti e successivi.
Nei dati di mortalità generale dell’ISTAT la variabilità intra settimanale è quasi inesistente proprio per la precisione della notifica di decesso a fini anagrafici, per cui l’andamento della media mobile settimanale è sostanzialmente coincidente, al netto di possibili variabilità accidentali.
La mortalità attesa nel 2020 e 2021 dai dati ISTAT
Definiamo mortalità in eccesso come la differenza tra la mortalità generale del 2020 e del 2021 rispetto alla mortalità generale che ci saremmo aspettati per quel periodo sulla base dei dati degli anni 2011-2019, precedenti l'epidemia. Per calcolare il valore atteso del 2020 e 2021 si possono adottare diversi metodi, fra cui il più accurato sarebbe quello di calcolare il tasso di mortalità osservato in ciascun anno nelle diverse fasce d’età, determinarne il trend e applicarlo alla popolazione del 2020 e del 2021.
Preferiamo seguire un approccio diverso, che riteniamo avere una precisione simile e una maggiore semplicità di calcolo. Calcoliamo per ogni giorno di calendario la regressione esponenziale del numero di decessi dei nove anni dal 2011 al 2019 e la proiettiamo sul 2020 e sul 2021. Nei grafici sotto mostriamo i risultati per tre date del 2020 e del 2021 (15/01/2020, 15/03/2020, 15/06/2021, 15/01/2021, 15/03/2021, 15/06/2021).
I grafici in alto indicano per i giorni indicati i decessi nei nove anni dal 2011 al 2019 e le relative medie mobili a sette giorni, cioè del giorno stesso e dei tre giorni precedenti e seguenti. Le differenze tra i valori reali e le medie settimanali come si vede sono abbastanza limitate. Sui valori dal 2011 al 2019 si è calcolata la regressione esponenziale e poi si è proiettato il modello al 2020 e al 2021 (il risultato della regressione esponenziale è rappresentato dalle colonne gialle dell'istogramma). Abbiamo poi calcolato la differenza tra morti osservate e attese nelle tre date del 2020 e 2021 e l'abbiamo confrontata con le morti per Covid-19 registrate dalla Protezione Civile (grafici in basso). Come si vede, il 15 marzo 2020 le morti in eccesso stimate dai dati ISTAT sono 919 a fronte delle 276 attribuite a Covid-19, una differenza probabilmente dovuta alla grande difficoltà di diagnosi che abbiamo avuto durante la prima ondata dell'epidemia in Italia. Al contrario, il 15 gennaio 2021 le morti osservate sembrano essere solo 29 più di quelle attese a fronte di 477 decessi attribuiti a Covid-19 in quella giornata. Questo è probabilmente dovuto al fatto che, grazie alle misure di distanziamento sociale imposte in quel periodo per contenere Covid-19, non c'è stata nel nostro paese l'ondata di influenza stagionale che si verifica di solito in quel periodo e dunque le morti per influenza sono state meno dell'atteso. Nelle altre date non sembra esserci una differenza significativa tra morti in eccesso rispetto all'atteso e morti per Covid-19.
Nel grafico qui sotto mostriamo l'andamento nel 2020-2021 delle medie mobili a sette giorni delle morti osservate e di quelle attese, calcolate tramite regressione sulle morti osservate dal 2011 al 2019.
Si noti subito come gli scostamenti importanti sono quattro: i due mesi prima dell'inizio dell'epidemia, poi da marzo a maggio 2020, da novembre a dicembre 2020 e da marzo a maggio 2021, ricordando che oltre agosto non abbiamo ancora i dati ISTAT. È però interessante notare come da gennaio a febbraio 2021 i valori attesi sono elevati e probabilmente indicano la presenza negli anni di una aumentata mortalità dovuta alle epidemie influenzali come emerge chiaramente anche dal grafico seguente che presenta le medie giornaliere di differenti periodi dell'anno, e a gennaio-febbraio i decessi sono sempre di più.
Morti in eccesso e morti per Covid-19
La mortalità in eccesso, che mostriamo in verde nel grafico qui sotto, è quasi sempre positiva, segnalando un eccesso di mortalità nel periodo marzo 2020-agosto 2021 rispetto a quanto ci saremmo aspettati sulla base dei dati tra il 2011 e il 2019. Ci sono degli intervalli in cui questa differenza è negativa, sia per un effetto casuale sia perché la precedente sovra mortalità può aver innescato un effetto harvesting, cioè di anticipo dei decessi dei soggetti più fragili. In arancio mostriamo invece i morti attribuiti a Covid-19 dalla Protezione Civile.
La prima osservazione è la buona corrispondenza tra i due andamenti che porta a concludere che, fondamentalmente, la mortalità in eccesso del 2020 e del 2021 è stata determinata, come si pensava, dai decessi per Covid-19. Ci sono però due punti su cui è opportuno fare un commento. Il primo è relativo al periodo marzo-aprile 2020 e mostra un picco di mortalità in eccesso molto maggiore della mortalità notificata Covid-19. È facile ipotizzare che ciò sia dovuto ad una sottonotifica dei decessi Covid-19 all'inizio dell'epidemia quando la malattia non era ancora molto conosciuta ed oltretutto molti decessi sono avvenuti a domicilio senza neppure un riscontro della presenza di positività al virus. Il secondo è invece quello relativo ai primi mesi del 2021 dove si osserva una mortalità elevata per Covid-19 cui non fa riscontro un'altrettanto elevata mortalità in eccesso. L'interpretazione di questo divario è meno semplice, però si può supporre che nel 2021 non ci sia stata alcuna epidemia influenzale presente in quasi tutti gli anni precedenti e che ha causato un aumento di decessi. Se così è stato, si può ritenere che i decessi per Covid-19 in questi mesi siano stati della stessa numerosità rispetto a quelli di una epidemia influenzale e per questo non emergerebbe un eccesso di mortalità generale nel 2021.
Se sommiamo i casi di mortalità generale in eccesso calcolata sui dati ISTAT dal 24 febbraio 2020 al 31 agosto 2021 abbiamo un valore di 124 112 decessi in più che corrispondono a 223 morti in eccesso al giorno, mentre i decessi notificati dalla Protezione Civile sono stati 129 221, corrispondenti a 232 decessi al giorno.
Considerando che l'epidemia dovrebbe aver prodotto anche una maggior mortalità per altre cause oltre al Covid-19, ci si sarebbe potuti aspettare un numero maggiore di decessi in eccesso. È peraltro vero che il lockdown ha comportato, per esempio, minor mortalità dovuta a incidenti stradali o sul lavoro ma è possibile che la metodologia di confronto utilizzata non abbia determinato con "esatta precisione" la mortalità in eccesso.
In ogni caso una epidemia che ha causato ogni giorno mediamente circa 230 decessi in più è un evento tragico e non ci si può capacitare che ci siano oggi diversi milioni di cittadini che neghino o sottovalutino questa realtà. Auspichiamo che questi conti possano servire a convincere coloro che non si sono ancora vaccinati che il rischio ahimè è quello di far incrementare ulteriormente queste frequenze.