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Una firma contro l’astrologia fuori luogo

Le mani di una donna sospese sopra una sfera di cristallo

Gli organizzatori di un incontro ufficiale della Lilt, la Lega italiana per la lotta contro i tumori, tenuto a Roma nella sede del ministero della Salute, hanno invitato come relatore l’astrologo Jupiter (al secolo Rino Liuzzi di Conversano), che ha parlato dell'influsso di astri e pianeti. Molti giornalisti hanno lasciato la sala. L’associazione Luca Coscioni si è rivolta al ministro Schillaci con una lettera aperta, per chiedere che al centro della salute pubblica ci sia la scienza, mentre l’astrologia sia esclusa dai contesti istituzionali.
(Immagine realizzata con ChatGPT)

Tempo di lettura: 5 mins

Chissà perché. Chissà che cosa ha spinto gli organizzatori di un incontro ufficiale della Lilt, la Lega italiana per la lotta contro i tumori, tenuto a Roma nella sede del ministero della Salute a invitare a parlare l’astrologo Jupiter (al secolo Rino Liuzzi di Conversano). «Il personaggio ha monopolizzato l’attenzione con discorsi sugli influssi di astri e pianeti e su un ovviamente vago “equilibrio con l’universo” che dovremmo avere», ha scritto Enrico Bucci su il Foglio del 5 dicembre scorso.

Ma anche se nel corso della conferenza stampa diversi giornalisti hanno abbandonato la sala, sconcertati da quello che stavano ascoltando, finora non sembra che né la Lilt, né il ministro della Salute Orazio Schillaci, sollecitati dallo stesso Bucci, abbiano sentito il dovere di commentare e spiegare le intenzioni di una scelta così bizzarra.

Nel frattempo l’associazione Luca Coscioni si è rivolta proprio al ministro Schillaci con una lettera aperta per chiedere che al centro della salute pubblica ci sia la scienza, mentre l’astrologia sia, invece, esclusa dai contesti istituzionali. La lettera aperta (qui per firmarla) ha raccolto già oltre 460 firme di esponenti della comunità scientifica, tra cui Michele De Luca e Silvio Garattini, ma anche di persone preoccupate per quella che sembra a tutti gli effetti un’apertura ad approcci e messaggi antiscientifici. «È inammissibile che questa ridicola baggianata trovi spazio in un contesto istituzionale, addirittura in una sala del ministero della Salute. È necessario che le istituzioni, e specialmente quelle dedicate alla salute e alla ricerca, riacquistino autorevolezza e ribadiscano il ruolo centrale della scienza nella lotta contro le malattie e la necessità del rigore del metodo scientifico, unico strumento per affrontare malattie vecchie e nuove», chiosa la lettera aperta senza mezzi termini.

Né la prima, né l’ultima volta

Certamente il ministero della Salute non è nuovo a inciampi sul fronte del rigore scientifico o anche solo della politica sanitaria, come la concessione di patrocini a campagne di screening oncologici gestite da strutture private, i cosiddetti screening opportunistici, a danno dell’offerta di screening del Servizio sanitario nazionale. Ma la Lilt, ampiamente finanziata con danaro pubblico e vigilata dallo stesso ministero della Salute e spesso protagonista in un ruolo importante a livello territoriale anche solo per la sua presenza capillare da Nord a Sud, che cosa ha a che fare con l’influsso degli astri? E perché queste supposte relazioni con stelle e pianeti devono essere esplicitate nel corso di una conferenza stampa in presenza del ministro (che in realtà e buon per lui non si è presentato)? Ad aggiungere danno alla beffa, proprio nell’auditorium dedicato a Cosimo Piccinno, generale dei Carabinieri e comandante dei NAS, ricordato per il suo impegno nella tutela della salute pubblica e nella lotta contro le frodi sanitarie.

Purtroppo, questa non è la prima, né sarà probabilmente l’ultima volta, commentano gli estensori della lettera aperta, che istituzioni pubbliche, comprese quelle della ricerca, aprano ai portatori di tesi non scientifiche. Come il Politecnico di Milano, nel 2018, candidato a ospitare un convegno sull’agricoltura biodinamica, che si attirò la dura critica della senatrice Elena Cattaneo (e anche in questo caso c’erano di mezzo delle forze eterico-astrali, quelle del cosiddetto preparato 500, il cornoletame). O come il convegno voluto (sempre nel 2018) dal presidente dell’Ordine dei biologi Vincenzo D’Anna, che invitò un folto gruppo di no-vax e su cui scrisse per Scienza in rete il nostro Pietro Greco. E come non ricordare il caso Stamina, in ordine di tempo la più recente terapia miracolosa per alcune malattie degenerative, proposta da Davide Vannoni, psicologo, esperto in comunicazione, che vide coinvolti tra gli altri, gli Ospedali civili di Brescia.

Tra ideologia e disinformazione

Tuttavia negli ultimi due anni le occasioni per sostenere approcci antiscientifici o per piegare le evidenze alle ragioni ideologiche sembrano essersi moltiplicate. Per esempio, i gruppi cosiddetti pro-life insistono nel diffondere informazioni, che non hanno alcuna conferma scientifica, sulla pericolosità dei contraccettivi. Per di più lo fanno proponendo alle scuole sedicenti corsi di educazione sessuale e affettiva. Cristina Valsecchi lo ha raccontato qui. Anche per quanto riguarda l’aborto il rischio di una disinformazione attiva è elevato. Così, l’autonominato “Osservatorio permanente sull’aborto” sostiene che i contraccettivi di emergenza come la pillola del giorno dopo causino "criptoaborti" e insiste su una presunta azione abortiva non riconosciuta dalla comunità scientifica, che conferma al contrario la natura contraccettiva di questi farmaci. Anche l’opera di disinformazione sulla “gravidanza per altre persone”, una tecnica di procreazione medicalmente assistita ormai normata in quasi 70 Paesi del mondo è stata sistematica, rendendo di fatto impossibile un dibattito onesto tra le ragioni dei favorevoli e quelle dei contrari. Lo abbiamo raccontato qui. E che dire della inesistente teoria del gender, vero spauracchio dei gruppi cattolici più integralisti e conservatori, che ignorano sistematicamente i risultati degli studi sull’identità di genere. Ma l’ultimo e per certi versi più drammatico esempio del sostegno offerto alle posizioni ideologiche e antiscientifiche riguarda la cancellazione delle multe inflitte alle persone che si sono rifiutate di vaccinarsi contro Sars-CoV-2, durante la recente pandemia. Un provvedimento contro il quale si sono alzate molte voci dalla comunità scientifica, tra cui l’Accademia nazionale dei Lincei che ha postato sul proprio sito una dichiarazione ufficiale. «L’Accademia nazionale dei Lincei esprime viva preoccupazione per la sostanziale sanatoria delle sanzioni per chi non ha rispettato l’obbligo vaccinale nei confronti del virus responsabile del Covid-19», si legge. Stime attendibili indicano che la campagna di vaccinazione a livello europeo ha salvato almeno 10 milioni di vite, soprattutto tra le persone più anziane e fragili, ricordano i Lincei. «In prospettiva, l’invecchiamento della popolazione italiana dovrebbe suggerire di aumentare, non certo di disincentivare, la protezione vaccinale». Il rischio che posizioni ideologiche e prive di fondatezza prendano sempre più piede in un Paese che non brilla per la propria capacità di esercitare una cittadinanza scientifica, come l’Italia, è reale e ci riguarda molto da vicino, come ricordano i Lincei. E il buon esempio dovrebbe venire dalle istituzioni, soprattutto quelle deputate alla salute delle persone. Per questo la lettera aperta dell’Associazione Luca Coscioni ribadisce che se ognuno è libero di affidarsi agli astri e di farsi leggere i fondi di caffè o le carte, questa libertà, tuttavia, non può essere concessa alle istituzioni.


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