Già da alcuni anni l’attività di gestione della ricerca scientifica
e tecnologica ha preso alcune strade che probabilmente hanno fornito esempi di
efficienza accanto a irrigidimenti che hanno alimentato sia lo sviluppo che la
fossilizzazione di un ambiente di vitale importanza per la crescita del paese.
Ma a questo punto, appoggiandosi alla buona letteratura già messa a
disposizione da ottimi osservatori come Pietro Greco, Settimo Termini, Rino
Falcone, Francesco Lenci e altri pensiamo sia possibile formulare un elenco di
azioni conseguenti appropriate al momento storico e che molto spesso sono
semplici generalizzazioni o modifiche di pratiche ormai collaudate e ben note.
Proviamo a dare qui questo elenco:
1 - Sopprimere i CdA degli enti e sostituirli con Consigli scientifici elettivi costituiti dai responsabili di ricerca in carica negli Istituti (sezioni o laboratori in cui l’ente è suddiviso su basi geografico-disciplinari); più un Direttore Amministrativo scelto dal Presidente; e due vigilanti ministeriali con funzioni di consulenza istituzionale sulle scelte di ricerca (vedi l’Infn che è già così dal 1952, grazie a una illuminata insistenza di Edoardo Amaldi: l’Infn è un eccellente modello sia per funzionalità che per inserimento ben riconosciuto nella comunità internazionale dei fisici).
2 - Il dottorato oggi si configura come "Corso di dottorato con
tesi conclusiva" e corsi di lezione. Una terza laurea! Il giovane, uno di
quelli di cui tanto si parla nella retorica delle comunicazioni, diventa in
realtà “eterno studente”, non ha un gruppo di ricerca cui è affiliato-affidato,
non è tenuto a pubblicare, magari nemmeno la tesi; ed è pronto così a dare
un’idea di sé solo immettendosi in canali di prova che lo rendono responsabile
in età ormai molto avanzata (40 anni?).
Va cambiato, perché così si alimenta solo la celebre “fuga dei cervelli”. Il
possessore di master deve al più essere affidato a un tutor scelto tra i
responsabili di programma già attivati con cui (o con il cui gruppo) partecipa
a una ricerca che firmerà come destinatario di un assegno per il quale il
master lo ha qualificato a sufficienza.
3 - Ripristinare i Periti tecnici industriali che la Gelmini ha trasformato. Sono stati anche loro a fare i grandi laboratori in cui, realizzando strumenti innovativi, attuavano le idee del gruppo da cui erano stati selezionati. Trovare il modo di immetterli nel circuito dello sviluppo tecnologico delle imprese creando una loro autonomia professionale a carattere dirigenziale nei servizi dell’impresa di appartenenza (officine elettroniche, meccaniche eccetera).
4 - Introdurre nuovi corsi nel canale della laurea triennale. Formazione insegnanti della scuola secondaria con competenze moderne in storia della scienza in cui ci si laurea, con seminario conclusivo obbligatorio.
5 - Trasformare i dipartimenti/facoltà professionalizzanti di giurisprudenza, medicina e economia in "scuole di..." con gestione separata dai luoghi dove si fa ricerca. Lo scorporo dalle amministrazioni universitarie è banalmente motivabile con l’assenteismo dovuto all’abuso del “tempo parziale” che consente le attività professionali private.
6 - Sopprimere ENEA, Sogin e altri eventuali enti inutili. Oppure riformulare la loro destinazione nella comunità delle scienze applicate. (Piani energetici nazionali, collaborazioni in programmi internazionali, protezione civile e programmi a essa affidati).