fbpx The Imitation Game: un enigma di nome Alan Turing | Scienza in rete

The Imitation Game: un enigma di nome Alan Turing

Primary tabs

Read time: 3 mins

Un anno dopo la grazia postuma concessa dalla regina Elisabetta II ad Alan Turing, uno dei più grandi scienziati inglesi di tutti i tempi, la storia del matematico diventa la trama di The imitation game, film diretto da Morten Tyldum che ha già vinto il festival di Toronto, guadagnato cinque nomination ai Golden Globes - Miglior film, Miglior attore protagonista (Benedict Cumberbatch), Migliore attrice non protagonista (Keira Knightley), Miglior sceneggiatura (Graham Moore) e Miglior colonna sonora (Alexandre Desplat) - e che probabilmente non ne guadagnerà di meno agli Oscar 2015.

The Imitation Game è ispirato alla biografia di Andrew Hodges Alan Turing. Storia di un enigma, ma spesso si discosta molto dalla realtà e dalla figura complessa e poetica di Turing: padre dell’informatica, eroe di guerra, matematico geniale, omosessuale e vittima di persecuzione. Uscito in Italia il primo gennaio, è stato il quarto film più visto nel primo weekend di programmazione, con un incasso di 1.666.083 euro.

The imitation game, come suggerisce il titolo, vorrebbe proporsi allo spettatore come un particolare test di Turing: chi o cos’è il protagonista? Un uomo? Una macchina? Un eroe di guerra? Un criminale? Forse anche per questo nel tratteggiare il carattere del personaggio si esagera, fino a contraddire la realtà storica, la tendenza all’autismo e la difficoltà nei rapporti sociali. Il Turing del film non è capace di interagire con i colleghi: addirittura non capisce quando lo invitano a pranzare con loro, dichiara di non comprendere gli scherzi e non riesce a interpretare il linguaggio delle persone ma solo quello matematico. In realtà, sembra che lo scienziato avesse un buon senso dell’umorismo, solidi legami di amicizia e, contrariamente allo stereotipo del matematico da film, non soffrisse di grossi problemi relazionali.

“È una storia che il mondo doveva conoscere”, ha dichiarato il produttore Teddy Schwarzman. “Volevo che la gente sapesse cosa ha fatto Turing e l'unicità del suo percorso”. Peccato che le licenze poetiche e le deviazioni dalla biografia ufficiale siano molte. Per esempio, il numero delle persone coinvolte nella decrittazione del codice Enigma a Bletchley Park (nel film una manciata di scienziati, nella realtà migliaia), il comandante della Marina a cui tocca il ruolo dell’uomo di potere ottuso e ostile al ribelle Turing, le decisione strategiche militari affidate alla squadra di scienziati. Un aspetto controverso e fortemente criticato è l’intrigo da spy story costruito nel film. Secondo lo storico Alex von Tunzelmann, la memoria di Turing è stata infangata perché il matematico ne esce come un traditore per aver coperto una spia russa che in realtà probabilmente non ha nemmeno mai conosciuto.

Al di là degli errori storici e delle invenzioni, forse troppo frequenti, il film è comunque piacevole e assolutamente godibile per il grande pubblico. Non ci sono ammiccamenti matematici né paroloni inseriti a caso per aumentare la sensazione di complessità o di scientificità della storia. Per chi conosce la figura di Turing, però, può prevalere lo scetticismo e sembrare assurda, banale o ridicola la scelta di aver costruito un personaggio e una trama che a volte si discostano molto dalla realtà, dato che la storia di Alan Turing e le vicende storiche che ha attraversato sono già sufficientemente tanto spettacolari quanto drammatiche.

Articoli correlati

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Lo stress psicologico nella gig economy: un nuovo agente patogeno, invisibile e strutturalmente trasmissibile

Una persona in moto con in spalla un contenitore per la consegna di cibo a domicilio

Dalla savana alla metropoli, come Homo sapiens è riuscito a trasformare lo stress da risposta adattativa ad arma di autodistruzione di massa. Le modalità lavorative legate alla gig economy, attivando sistematicamente la risposta allo stress, hanno un alto rischio di portare a un deterioramento delle condizioni di salute del singolo lavoratore, compromettendone l’efficienza e producendo come esternalità centinaia di migliaia di persone affette da patologie croniche e debilitanti. Crediti immagine: Grab su Unsplash

Gli avanzamenti scientifici dell’ultimo secolo hanno permesso di rivoluzionare il modo di vivere e di morire di Homo sapiens, secondo un’asimmetria globale tra i paesi cosiddetti “sviluppati” e il resto del mondo.