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Inquinamento dell'aria: quanto fa male?

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In questo rigido inverno si parla molto di inquinamento dell’aria e dei danni che causa alla salute: soprattutto nei bambini e negli anziani. Si discute sulle polveri sottili e sui componenti gassosi dell’inquinamento, sul danno recato dal riscaldamento degli ambienti, e sulle soluzioni migliori per arginare queste minacce alla salute. Come spesso avviene, si dicono cose vere e giuste, ma anche false o inesatte.

L’inquinamento dell’aria è un fenomeno esclusivamente invernale?

Il riscaldamento incide per non più del 20% sull’inquinamento da particolato fine e da sostanze gassose (soprattutto monossido e biossido di azoto), mentre il traffico veicolare contribuisce per il rimanente 80%. Naturalmente sarebbe molto utile intervenire anche sulla quota determinata dal riscaldamento, facilitando la conversione delle caldaie da gasolio a metano (a Milano, alcune sono ancora a carbone!). In estate non c’è il riscaldamento: ma il traffico veicolare diminuisce solo in agosto, mentre aumenta la pressione atmosferica (che rende più difficile la ventilazione e il movimento dell’aria) e compare come nocivo inquinante l’ozono, che è prodotto dell’irradiazione solare. Quindi, l’inquinamento dell’aria non è minore d’estate: ma, non si sa perché, se ne parla solo in inverno!

L’inquinamento causa soprattutto malattie polmonari?

Per ogni aumento di 10 microgrammi per metro cubo di polveri sottili (aumenti assai modesti, che purtroppo si verificano ripetutamente e di ben maggiore entità nelle aree metropolitane in inverno e in estate) si ha un aumento della mortalità globale giornaliera di circa l’1%. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha calcolato che ogni anno nel mondo 800.000 morti sono attribuibili all’inquinamento. Recentemente a Milano è stato dimostrato che ogni 10.000 morti, 300 sono determinati dall’inquinamento dall’aria!

Quali sono le più frequenti malattie da inquinamento dell’aria?

L’aumento della mortalità globale è determinato principalmente dall’aumento delle malattie cardiovascolari (infarto miocardico, ictus cerebrale, trombosi venosa, embolia polmonare): che avviene perché le polveri più sottili penetrano nei polmoni e passano direttamente nel sangue, dove attivano il meccanismo della coagulazione (vedi Figura). Aumenta così il rischio di formazione di trombi, che occludono i vasi venosi e arteriosi e causano danni ischemici agli organi corrispondenti. Le polveri fini alterano anche la regolazione del sistema autonomo del cuore, facilitando l’insorgenza di aritmie, talvolta mortali. Gli stessi effetti nocivi vengono esercitati da gas come gli ossidi di azoto e l’ozono, che sono strettamente collegati ai livelli di polveri nei periodi di massimo inquinamento dell’aria.

Figura | Come le polveri sottili danneggiano il cuore

meccanismo patogenetico delle polveri sottili

Le polveri sottili (PM) e gli inquinanti gassosi inalati con il respiro giungono nel polmone, dove determinano infiammazione locale e generale. A sua volta l’infiammazione altera la regolazione del sistema nervoso autonomo, che può provocare tachicardia, aritmie ed ipertensione. La componente più sottile delle polveri e i gas passano anche direttamente nel sangue, dove oltre a contribuire ad alterare la regolazione autonomica, contribuiscono anche ad attivare i fattori della coagulazione e a determinare così un aumento della coagulabilità. Questa, in presenza di placche aterosclerotiche vulnerabili, facilita la trombosi e determina ischemia del cuore e di altri organi (cervello, vene).

Questi effetti nocivi sulla salute sono reversibili?

E’ stato chiaramente dimostrato (purtroppo per ora solo negli USA) che se si riesce a ridurre la concentrazione di polveri sottili di circa 20 microgrammi la mortalità giornaliera scende, così bruscamente e con la stessa entità con cui era salita con l’incremento delle polveri. Gli interventi strutturali che hanno portato a questo effetto negli USA sono stati soprattutto la limitazione del traffico automobilistico.

Gli anziani sono più colpiti dei giovani e dei bambini?

Gli anziani sono a maggior rischio intrinseco di sviluppare malattie cardiovascolari: peraltro, i giovani e i bambini non sono risparmiati da queste malattie legate all’inquinamento dell’aria. I bambini sono più esposti soprattutto al rischio di asma bronchiale e di bronchiti: malattie gravi, anche se meno frequentemente mortali delle malattie cardiovascolari. L’apparato respiratorio si sviluppa in maniera inadeguata nei bambini piccoli esposti all’inquinamento, che diventano così più suscettibili a malattie del polmone anche da adulti.

L’inquinamento dell’aria aumenta l’incidenza di tumori?

Ciò è assodato da numerosi studi epidemiologici, che mettono in relazione l’incidenza dei tumori con il livello di esposizione all’inquinamento. La principale differenza fra l’effetto sui tumori e quello sulle malattie cardiovascolari è che il primo si manifesta attraverso l’accumulo a lungo temine, mentre quello sulle malattie cardiovascolari è molto più rapido. Il meccanismo dello sviluppo di tumori è complesso, ma gioca sicuramente un ruolo importante, oltre all’infiammazione indotta nel polmone dalle polveri sottili, anche il fatto che le polveri assorbono come spugne e veicolano nel sangue umano le sostanza più tossiche presenti nell’ambiente: acidi, metalli, nitrati, solfati e particelle di carbone.

Ci si può difendere dall’inquinamento?

Si possono realizzare alcuni piccoli accorgimenti, anche se essi non possono certo vicariare gli interventi più strutturali: i soli che possono veramente cambiare la situazione! Ciò detto, soprattutto gli anziani e i cardiopatici possono cercare di evitare le strade a maggior traffico, se si devono recare al lavoro o semplicemente passeggiare. Si può sperare di avere la fortuna di abitare lontano dalle strade a maggior intensità di traffico, e ai piani più alti. Si può evitare di portare in queste strade i bambini, che per statura o uso di passeggini sono obbligati a respirare gli strati più bassi dell’atmosfera. Si può evitare di correre, e quindi di introitare più inquinanti, nelle strade più trafficate; scegliendo per l’attività fisica e sportiva giardini e parchi, deve l’inquinamento è sicuramente minore.

Bibliografia consigliata

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