fbpx Leggi italiane: come collegarle tra loro | Scienza in rete

Leggi italiane: uno studente di informatica crea un software per collegarle tra loro

Tempo di lettura: 1 min

Uno studente di informatica all'Università di Udine, Marco Cimolai, ha realizzato un programma che connette le leggi tra di loro a seconda dei riferimenti contenuti in ciascuna, che fa tornare a riflettere sulla necessità di semplificazione del sistema normativo; a partire proprio dai continui e spesso incomprensibili rimandi ad altre leggi. Partendo da un decreto del periodo Covid, ha ricostruito una rete di circa 13mila leggi, cioè circa il 10% del totale. Il risultato è un grafo interattivo, con tanti pallini quanti sono gli atti normativi rappresentati, colorati a seconda della tipologia. Cliccando in ciascuno vengono mostrati gli atti collegati. Si può consultare qui.

leggi

Grafo delle leggi connesse tra loro, di Marco Cimolai

 

Intervista, musica e montaggio: Jacopo Mengarelli. Crediti immagine di copertina: Vlad Lesnov, CC BY 3.0. Audio Pertini: Matteo Giusti.

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Le arche della biodiversità: proteggere la natura oltre l'interesse umano

Anche se dovessimo causare una nuova estinzione di massa, la Terra sopravvivrà. E comunque, non è troppo tardi per cambiare rotta: “Le arche della biodiversità” di Alessandro Chiarucci ci guida in un viaggio tra scienza, etica e conservazione per salvare la natura - e noi stessi - anche ampliando il concetto tradizionale di conservazione, che diventa partecipata e radicata dal punto di vista culturale.

Qualunque sia la devastazione che la nostra specie potrà, volontariamente o involontariamente, arrecare al nostro pianeta Terra, questo certamente sopravviverà all’uomo e la biodiversità tornerà, in un futuro lontano per la nostra scala del tempo, a fiorire anche se avremo creato una sesta estinzione di massa. [...] La specie Homo sapiens, e la sua civiltà, non potrà sopravvivere al degrado delle condizioni generali del Pianeta e dei servizi forniti dagli ecosistemi una volta che questi avranno collassato