Il 4 dicembre 2024 ci lasciava, a 94 anni, Eugenio Borgna. Psichiatra di fama internazionale, è stato un acuto indagatore delle emozioni e un instancabile sostenitore del lavoro di ascolto terapeutico dei suoi pazienti e dei curanti. Strumento di lavoro: il dialogo, obiettivo: rendere più calda e umana la psichiatria. Un fil rouge che Maurizio Bonati dipana in un percorso in cui il riconoscimento delle emozioni e delle narrazioni costruisce la base per la cura.
Nell'immagine di copertina: un frame del film Risvegli. Crediti: Wikimedia Commons
Nel 1965 il neurologo inglese Oliver Sacks iniziò a lavorare al Beth Abraham Hospital di New York, nel Bronx, dove Malcolm Sayer in quegli anni studiava gli effetti della L-dopa su un gruppo di sopravvissuti all’epidemia di encefalopatia letargica del 1919-1930. Lo studio si conclude nel 1969 dimostrando l’efficacia del farmaco, come lo era o lo sarebbe stato, per tutte quelle condizioni patologiche determinate, anche, dalla carenza di dopamina (malattia di Parkinson, sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica). Le indicazioni erano supportate dai primi risultati degli studi intrapresi dal greco George Constantin Cotzias del Rockefeller Institute for Medical Research e che dimostravano un miglioramento della sintomatologia nella malattia di Parkinson idiopatica e quindi, potenzialmente, anche nel parkinsonismo post-encefalitico.1 Lo studio di Sayer e Salks fu molto criticato per i limiti metodologici sia tecnici che etici. Qualche anno dopo non sarebbe stato possibile effettuare uno studio simile se non nelle nazioni a basso reddito.
A questo proposito si può ricordare il caso della sperimentazione della trovafloxacina da parte della Pfizer nel corso di un'epidemia di meningite a Nairobi in Kenya, che aveva coinvolto 200 bambini senza il preventivo consenso informato. Sorse un noto contenzioso legale (Contenzioso di Kano) e, comunque, il farmaco venne poi ritirato dal mercato per gravi, imprevedibili e fatali effetti collaterali (epatite fulminante). La storia giunse all’attenzione pubblica mondiale con la pubblicazione del romanzo Il giardiniere tenace di John Le Carré nel 2001 e con il film di Fernando Meirelles del 2005. Oggi, neppure in queste nazioni sarebbe più fattibile uno studio di questo genere.2
Il racconto della cura
Alcune analogie accomunano le due sperimentazioni riguardo alla comunicazione dei risultati di una ricerca sia alla comunità scientifica che alla società civile. Infatti, nel 1973 Oliver Sacks riporta i i risultati dell’efficacia della L-dopa nella terapia della catatonia causata da encefalite nel suo libro Risvegli (il primo di numerosi best seller) cui fece seguito nel 1990 l’adattamento cinematografico diretto da Penny Marshall con un Robert De Niro pluripremiato per la recitazione.3 La raccolta di case histories suscitò l’ostracismo sia di una parte di colleghi che dell’opinione pubblica, tanto da definire Sacks «lo scrittore e dottore compassionevole».4
Eppure Oliver Sacks non era il primo e non sarebbe stato l’ultimo medico a narrare con appropriatezza e umanità il percorso di cura, anche doloroso, dei propri pazienti, l’intimità relazionale che si instaura tra il medico e il paziente, così come l’aggiornamento professionale nella pratica. Non solo opere letterarie quindi, e non tutti successi, ma spesso libri di narrativa o saggi poetici, unici anche per la formazione medica e la comunicazione in ambito sanitario. Gli esempi sono tanti e vari e da sempre caratterizzano la produzione letteraria sempre più definita dal rapporto tra il talento dell’autore e l’abilità dell’editore di stare sul mercato. I libri di Abraham Verghese, come Il patto dell’acqua, sono uno degli ultimi casi editoriali.5 Verghese, professore di Teoria e pratica della medicina all’Università di Stanford, appartiene alla corrente umanista della medicina - quella de «Il medico cura l’umano prima che l’uomo», che poi è la stessa di Vittorio Lingiardi nel recente successo natalizio de: Corpo, umano.6
Dicotomia che dovrebbe essere superata da tempo (e dalla pratica), quella di una medicina, che è scienza e arte, e che lo svilupparsi dell’approccio One Health ha costretto a ridefinire non solo in termini epistemologici, ma nella pratica sia dei medici che dei pazienti.7 Tuttavia nel real world le disuguaglianze (anche) nella salute sono ampie tra setting territoriali e condizioni sociali e tendono a cronicizzare. La riflessione sull’umano anche dei sentimenti, quello del medico e quello del paziente, e sulla relazione tra i due, trova quindi spazio sia nella letteratura narrativa o poetica che in quella scientifica. Una distonia (scienza e arte) della pratica medica dove i bisogni del singolo (medico e paziente) trovano più spazio nel proprio privato che nel percorso di cure; dove l’approccio della medicina personalizzata, o medicina di precisione, è l’aspetto di una tendenza di moda, il taglio di un abito su un “corpo, umano” che, comunque, necessita di attenzioni e risposte, da sempre, nelle sue diverse dimensioni.
Emozioni, sentimenti e dolore
Il ricorso, il rifugiarsi, il “riabilitarsi” nella letteratura narrativa o poetica è frequente in chi calpesta il territorio delle neuroscienze e quello della psichiatria è il terreno più fertile, sebbene sia sassoso e spesso irto. Scrivere di malattia mentale è scrivere di emozioni, sentimenti e dolore. Scrivere le storie dei pazienti è un elemento essenziale della medicina quando si redigono bene le cartelle cliniche. Riflettere sulle proprie scelte diagnostiche e terapeutiche e valutare gli esiti, anche a distanza, è parte dell’operare medico. Ecco allora che in una branca «povera»8 della medicina, dove si svolge il lavoro «che fa più paura a tutti», quello che fanno gli studenti meno intelligenti, ma che così facendo salvano la psichiatria dalla rovina,9 la poesia che racconta storie o il narrare in prosa, si affianca alla letteratura scientifica formale.
Herman Melville non era uno psichiatra, eppure Moby Dick non solo è una delle opere più importanti della letteratura mondiale, ma dovrebbe essere un testo fondamentale per tutti gli studenti di medicina e gli specializzandi in discipline neuropsichiatriche.10 Così come non lo era Miguel de Cervantes Saavedra, ma il suo Don Chisciotte della Mancia è un altro testo di studio per studenti di medicina.11 Materiale apocrifo per l’Accademia, ma utile per comprendere e liberarsi del dolore altrui (e il proprio) quando si lavora non solo con il biologico e la complessa interazione dei neurotrasmettitori, ma anche con la complessità della sofferenza.8 Riflessioni che la recente dipartita di Eugenio Borgna alimenta.
Un setting psichiatrico diverso, un vissuto diverso, quello che racconta Borgna rispetto all’emergenza psichiatrica di Paolo Milone dove gli spazi e i tempi sono scanditi dalle urgenze, dove per il colloquio terapeutico spazi e tempi non ci sono, perché le parole del dolore per esprimersi spesso non usano il fiato, ma il corpo.
Per curare e per scrivere bisogna darsi tempo; per curare la solitudine dolorosa c’è bisogno di una solitudine creatrice, interiore, diceva Borgna.12 Un’attitudine di «responsabilità e speranza» accomuna tutti coloro che operano in una relazione d’aiuto (insegnante, avvocato, assistente sociale, prete…), quindi e soprattutto chi ha responsabilità terapeutiche.13 La scrittura per Borgna è stata segno di testimonianza, frutto dell’esperienza di una sofferenza condivisa, risultato degli studi, della lettura di libri di importanti psichiatri e filosofi (per esempio Karl Theodor Jaspers o Jean Starobinski)14, 15 e dell’approccio della psichiatria fenomenologica degli anni ’60. Quell’approccio caro anche ad altri psichiatri: Franco Basaglia, Franco Rotelli, Agostino Pirella…16
Un approccio diverso da quello di Mario Tobino, della generazione precedente, che si schierò con tenacia contro la Legge 180 del 1978. Tobino con Borgna aveva in comune l’aver gestito un reparto psichiatrico femminile, il primo a Magliano (Lucca) il secondo a Novara. Con Le libere donne di Magliano del 1953 anche Mario Tobino inizia una fruttuosa carriera letteraria.17 Comunque, nonostante i diversi approcci finalizzati a comprendere, accompagnare, attenuare la sofferenza delle anime perdute nel dolore e nella follia, diceva Borgna la “psichiatria agonizza”.18 E il recente report del ministero della Salute sui dati del Sistema informativo salute mentale, così come i lavori della Conferenza permanente per la salute mentale nel mondo documentano questa cronica agonia.
Ricostruire una psichiatria della interiorità, quella delle emozioni che fanno parte della vita di tutti: di chi è curato e di chi cura è il messaggio, l’indicazione dell’operato di Eugenio Borgna. Sapendo che: «Ci sono emozioni forti ed emozioni deboli, virtù forti e virtù deboli, e sono fragili alcune delle emozioni più significative della vita».29
Note
1. Cotzias GC. L-Dopa for Parkinsonism. N Engl J Med. 1968 Mar 14;278(11):630.
2. Le Carré J. Il giardiniere tenace. Milano, Mondadori, 2001
3. Sacks O. Awakenings. London, Duckworth 1973. In Italia verrà pubblicato solo nel 1995 da Adelphi.
4. Bianculli D. Healthy Dose of Compassion in Medical 'Mind' Series. New York Daily News, 25 agosto 1998.
5. Verghese A. Il patto dell’acqua. Vicenza, Neri Pozza 2023.
6. Linciardi V. Corpo, umano. Torino, Einaudi 2024.
7. AAVV. One Health. Cambiare prospettiva è il primo passo verso una vita moralmente accettabile per tutti e per una salute unica e molteplice. Forward, ottobre 2024. https://forward.recentiprogressi.it/it/rivista/numero-35-one-health/
8. Saraceno B. Sulla povertà della psichiatria. Bologna, DeriveApprodi 2017.
9. Milone P. L’arte di legare le persone. Torino, Einaudi 2021.
10. Melville H. Moby Dick. Torino, Einaudi, 2015.
11. de Cervantes M. Don Chisciotte della Mancia. Torino, Einaudi 2015.
12. Borgna E. La solitudine dell’anima. Milano, Feltrinelli 2013.
13. Borgna E. Responsabilità e speranza. Torino, Einaudi 2016.
14. Kaspers J. Scritti psicopatologici. Napoli, Guida 2004.
15. Starobinski J. L'inchiostro della malinconia. Torino, Einaudi 2014.
16. Gallio G, Novello M. Franco Basaglia e la psichiatria fenomenologica. Modena, Stem Mucchi 2023.
17. Tobino M. Le libere donne di Magliano. Milano, Mondadori 2016.
18. Borgna E. L’agonia della psichiatria. Milano, Feltrinelli 2022.
21. Borgna E. La fragilità che è in noi. Torino, Einaudi 2014.