fbpx In memoria di Ennio Esposito | Scienza in rete

In memoria di Ennio Esposito

Primary tabs

Tempo di lettura: 4 mins

Ennio Esposito, noto neurofisiologo e neurofarmacologo, è scomparso improvvisamente, per un attacco cardiaco, il 23 Ottobre 2011, a Guardiagrele (Chieti). Ennio Esposito era, da oltre 20 anni, capo del Laboratorio di Neurofisiologia del Consorzio Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro (Chieti), consorzio tra l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano e la Provincia di Chieti, creato nel 1980 con fondi dell’Agenzia per il Mezzogiorno. Era nato a Casalincontrada (Chieti), il 21 settembre 1955 e aveva compiuto i suoi studi all’Università “G. D’Annunzio” di Chieti, dove si era laureato in Medicina e Chirurgia, nel 1981. Poco dopo essersi laureato, Ennio aveva partecipato al concorso per il reclutamento di personale per il costituendo Centro di Ricerche di Santa Maria Imbaro, aveva ottenuto una borsa di studio triennale FORMEZ e si era trasferito presso il Laboratorio di Neurofarmacologia dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. Presso tale laboratorio Ennio aveva studiato le basi neurofarmacologiche dell’analgesia e i meccanismi d’azione dei farmaci antidepressivi. Sotto la supervisione del Dott. Rosario Samanin e insieme con il suo gruppo di giovani collaboratori, aveva svolto un’attività di ricerca molto fruttuosa, come testimoniato da numerose pubblicazioni.

Nel 1986 Ennio si era trasferito negli USA, con una borsa di studio della Comunità Europea, per continuare la preparazione scientifica, entrando a far parte del Dipartimento di Psichiatria e Farmacologia della Yale University School of Medicine, New Haven, USA, presso il laboratorio del Dott. Benjamin S. Bunney. Ennio aveva appreso così le tecniche di elettrofisiologia e le loro applicazioni allo studio del sistema dopaminergico. Tornato in Italia, nel 1989, entrò a far parte del Consorzio Mario Negri Sud, che era ormai una realtà emergente, con il nuovo, moderno Centro di Ricerche Biomediche e Farmacologiche di Santa Maria Imbaro. Nel nuovo istituto, a pochi chilometri dal suo paese natale, Ennio creò il Laboratorio di Neurofisiologia, utilizzando tutta l’esperienza accumulata in Italia e in America, combinando l’approccio elettrofisiologico e la tecnica della microdialisi nello studio di problemi neurofarmacologici. Ennio lavorò costantemente per chiarire le interazioni tra i sistemi dopaminergico e serotoninergico, in relazione ai vari farmaci attivi sul sistema nervoso centrale. In questo campo Ennio divenne rapidamente un esperto riconosciuto a livello internazionale; pubblicò più di 95 articoli e capitoli di libro e fu co-editore di almeno 4 libri sui recettori della serotonina, insieme con i suoi collaboratori, Vincenzo Di Matteo e Giuseppe Di Giovanni. Negli ultimi anni il suo interesse si era rivolto allo studio delle malattie neurodegenerative ed al possibile effetto neuroprotettivo degli antiossidanti presenti nella dieta, su tali patologie. Molto attive furono le sue collaborazioni con centri di ricerca nazionali, come il Dipartimento di Neuroscienze dell’Istituto Mario Negri di Milano, l’Istituto di Fisiologia Umana “G. Pagano” dell’Università di Palermo, il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti, e stranieri, come il Laboratoire de Neuropsychobiologie des Désadaptations, CNRS Bordeaux Cedex, France, il Dipartimento di Psichiatria e Centro di Neurobiologia e Psichiatria dell’Università della California, San Francisco, USA, l’Istituto Psichiatrico della Columbia University, New York, USA. Inoltre il Dott. Esposito intraprese numerose collaborazioni scientifiche con industrie sullo studio di farmaci attivi sul sistema nervoso centrale, come Lundbeck A/S, Danimarca, Boehringer Ingelheim, Germania, Sigma Tau, Pomezia,Italia.

Esposito fu anche un apprezzato Professore a contratto della Facoltà di Scienze Psicologiche dell’Università di Chieti, dove insegnò dal 2001 al 2008. La curiosità intellettuale era la principale caratteristica che guidava il suo approccio professionale alla ricerca, accompagnato da un rigoroso metodo. L’insegnamento era la sua seconda passione, scoperta quando era già un ricercatore affermato. Il trasferimento di conoscenza alle giovani generazioni, iniziato per caso, divenne una missione importante, come documentato dall’entusiasmo dei suoi allievi e dalle oltre 70 tesi di laurea in Psicologia o CTF, di cui fu correlatore presso le Università di Chieti e Bologna.

Il suo approccio competente ed entusiasta alla ricerca è stato per lungo tempo un esempio per generazioni di ricercatori, che sono passati per il suo Laboratorio, come Vincenzo Di Matteo, Simona Prisco, Giuseppe Di Giovanni, Michele Di Mascio, Roberto Di Maio, Massimo Pierucci, Caterina De Ruvo, Antonella Riccio, Rosalba Amodio e altri, che conservano intatta la loro ammirazione per l’uomo e per i traguardi professionali raggiunti.

Ennio non è stato solo un brillante ricercatore, ma un collega e amico per molte persone,  come i compagni di Milano e Santa Maria Imbaro, Antonio De Blasi, Cosmo Rossi, Saverio Alberti, Angelo Ceci, Umberto Spampinato, Vincenzo Crunelli, William R. Invernizzi, Gianluigi Forloni, Mirjana Carli, Caterina Bendotti, Maria Grazia De Simoni, Annamaria Vezzani, Mauro Pessia e altri. I responsabili del Consorzio, Dott. Giovanni de Gaetano e Dott.ssa Maria Benedetta Donati, prima, e Dott. Gianni Tognoni, poi, i suoi amici, i colleghi e il personale, vogliono ricordare la sua bontà, la sua gentilezza, il suo senso di umanità e di giustizia.

Addio Ennio, la tua vita è stata ben spesa e sarà di esempio per tutti, anche per il nostro tormentato paese, perché dimostra che le giovani intelligenze riescono a distinguersi, a fiorire e a fruttificare, su un terreno fertile, com’è stato il tuo caso, presso il Consorzio.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Ricostruire le storie umane attraverso gli isotopi stabili: le mummie dei bambini sacrificati nei rituali inca

una mummia di Llullaillaco

L'analisi degli isotopi stabili offre uno strumento prezioso per ricostruire aspetti dell'alimentazione, delle migrazioni e delle condizioni climatiche delle antiche società, integrando i dati biologici con quelli archeologici e storici. Un esempio significativo è lo studio sulle mummie di bambini Inca sacrificati nel rito Capacocha, che ha rivelato informazioni dettagliate sul loro status sociale, le abitudini alimentari e l'ultimo viaggio prima del sacrificio, evidenziando l'accurata organizzazione imperiale e le credenze religiose.

La storia dell’umanità è un susseguirsi di adattamenti e di mutue interazioni tra umano e ambiente, che è possibile rintracciare attraverso lo studio dei resti biologici e della cultura materiale, delle fonti scritte e iconografiche. In particolare, i resti umani e animali provenienti dai contesti archeologici costituiscono un archivio biologico di informazioni che rappresentano una fonte essenziale per ricostruire le dinamiche preistoriche e storiche.