fbpx Una modesta proposta per il prof De Mattei | Scienza in rete

Una modesta proposta per il prof De Mattei

Primary tabs

Tempo di lettura: 4 mins

Sono stupefatto. E anche un po' indignato. Continuo a passare da un sito all'altro e trovo che tutti ripetono insistemente e pedissequamente le stesse scontate critiche a Roberto De Mattei, fino ad arrivare addirittura a chiederne le dimissioni da vicepresidente del CNR. E mi sembra incredibile che nessuno, ma proprio nessuno, abbia capito nulla. E' proprio vero che i tempi non cambiano e che in ogni epoca, anche le persone che si dicono più istruite, finiscono per non vedere chiaramente davanti a loro come stanno realmente le cose, accecate dai propri pregiudizi.

Nel 1729, Jonathan Swift, il popolare autore dei Viaggi di Gulliver, pubblicò in modo anonimo un librettino dal titolo: Una modesta proposta: per evitare che i figli degli Irlandesi poveri siano un peso per i loro genitori o per il Paese, e per renderli un beneficio per la comunità. In questo scritto si proponeva, in modo serio e dettagliato, che i poveri si mettessero a ingrassare i loro bambini denutriti per darli da mangiare ai ricchi proprietari. Questo avrebbe da un lato contribuito a combattere la sovrappopolazione e a risparmiare alle famiglie il costo del nutrimento dei figli, e al tempo stesso avrebbe migliorato l'alimentazione dei più ricchi e incrementato il benessere economico dell'intera nazione.

Nonostante l'intento di Swift fosse evidentemente satirico, molte fonti riportano di una mancanza di comprensione da parte dei suoi contemporanei, che lo fraintesero totalmente, accusandolo, tra l'altro, di “cattivo gusto”. Invece, con grande lucidità retorica, Swift avanzò questa proposta abberrante, ma con toni sinceri e totalmente credibili, dando tra l'altro consigli per la corretta preparazione delle carni, proprio per mettere l'accento sull'opposto, ossia il modo distorto di percepire la povertà nella sua epoca che spesso portava a proporre rimedi peggiori dei mali.  E il fraintendimento intervenne in primo luogo a causa della completa mancanza di capacità critica da parte dei suoi lettori, disabituati a percepire la realtà al di fuori dei loro schemi mentali.

La stessa cosa sembra stia succedendo con le dichiarazioni rilasciate da De Mattei in alcune recenti occasioni. E' chiaro infatti che non è stato capito, o forse peggio, si cerca di frantendere espressamente le sue parole. Prendiamo per esempio questa storia del terremoto in Giappone. C'è un governo, quello italiano, che davanti al disastro di Fukushima, che mette discussione tutte le proclamate politiche di sicurezza delle centrali, annuncia di voler andare avanti senza rallentamenti verso la prevista realizzazione di quattro nuove centrali. Il prof. De Mattei decide allora di fare un intervento radiofonico per portare all'estremo, con l'intento evidente di ridicolizzarla totalmente, questa posizione. Avete ragione ad andare avanti con il vostro programma, è il ragionamento ironico sottinteso all'intervento del vicepresidente del CNR, perché tutti questi discorsi sulla sicurezza, questi calcoli sulle probabilità e i rischi, non portano proprio a nulla, tanto è vero che i terremoti, quello giapponese, come quello di Messina del 1908, non succedono a causa dello scatenarsi di forze naturali, governate dalle leggi della fisica. Tutto al contrario, esse sono solo la «voce terribile ma paterna della bontà di Dio” e “sono talora esigenza della sua giustizia della quale sono giusti castighi», ed è quindi inutile cercare di prendere misure di sicurezza.

Purtroppo, anche questa volta, come all'epoca di Swift, le prime reazioni sono state di totale fraintendimento, con petizioni, articoli scandalizzati, etc.... Ma pensateci bene. Ma vi sembra mai possibile che un uomo di cultura, uno studioso di chiara fama, dichiari, tra l'altro in contrasto con la dottrina professata dalla totalità della Chiesa Cattolica, una cosa del genere e non abbia un intento satirico? Ma allora come farebbe ogni giorno ad amministrare centinaia di progetti di ricerca, molti dei quali concorrono proprio alla previsione di fenomeni naturali su basi scientifiche? E notate bene che, a differenza di tanti ecologisti e anti-nuclearisti della domenica, il prof. De Mattei ha ottenuto il suo scopo. Ha insistito nel ribadire le sue opinioni, senza mai tradirsi in nessun modo, e alla fine il governo ha saputo leggere il suo vero messaggio, decidendo di cambiare la sua posizione sul nucleare. Insomma, ha funzionato! E nessuno dei commentatori ha ancora capito nulla.

Ora però mi permetterei di dare un consiglio al prof. De Mattei. D'accordo, il governo sta tagliando, e molto, sulla ricerca e l'università. Però, uno scrittore satirico, anche se bravo, non può, e non deve, rendersi prevedibile. Per cui magari, questa volta, cambi strategia. Per essere più precisi, non credo sarebbe una buona idea dire che il CNR non serve a niente e che allora tanto vale chiuderlo, volendo naturalmente come sempre intendere il contrario. Non si sa mai che questa volta non la prendano alla lettera. Piuttosto, provi a vedere come va offrendo le sue dimissioni. Stia tranquillo, noi le terremo il gioco...


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Di latticini, biotecnologie e latte sintetico

La produzione di formaggio è tradizionalmente legata all’allevamento bovino, ma l’uso di batteri geneticamente modificati per produrre caglio ha ridotto in modo significativo la necessità di sacrificare vitelli. Le mucche, però, devono comunque essere ingravidate per la produzione di latte, con conseguente nascita dei vitelli: come si può ovviare? Una risposta è il latte "sintetico" (non propriamente coltivato), che, al di là dei vantaggi etici, ha anche un minor costo ambientale.

Per fare il formaggio ci vuole il latte (e il caglio). Per fare sia il latte che il caglio servono le vacche (e i vitelli). Cioè ci vuole una vitella di razza lattifera, allevata fino a raggiungere l’età riproduttiva, inseminata artificialmente appena possibile con il seme di un toro selezionato e successivamente “forzata”, cioè con periodi brevissimi tra una gravidanza e la successiva e tra una lattazione e l’altra, in modo da produrre più latte possibile per il maggior tempo possibile nell’arco dell’anno.