Del morire di vaccinazione anti-influenzale non si parla più. Ma dopo quanto è successo in Italia alla fine di novembre è venuto il momento di fare un bilancio. Com’è finita? Con tante morti in più che si sarebbero potute evitare. Morti di influenza? No, di paura e pregiudizi. Ma andiamo con ordine.
Dopo le prime tre segnalazioni fatte dai medici di medicina generale nell'ambito dell'attività di farmacovigilanza di persone (di 87, 79 e 68 anni) morte a poche ore di distanza dal vaccino, AIFA sospende a titolo precauzionale due lotti di Fluad - 142701 e 14331 - era il 27 novembre. Atto dovuto ma il 28 novembre Luca Pani con un comunicato ufficiale e una intervista al Corriere e a Repubblica ribadisce che “le vaccinazioni devono andare avanti” non solo ma che “i vaccini sono sicuri” e si dice certo che le indagini non faranno emergere alcuna anomalia anche perché di tutti i vaccini quelli anti-influenzali sono i più sicuri. Al giornalista che gli chiede quando comincerebbe a pensare a una correlazione fra vaccini e decessi Pani risponde “dopo gli 80 morti”.
Possibile?
Proprio così. Se uno calcola quanti sono quelli con più di 65 anni che fra ottobre e dicembre di solito si vaccinano e quanti quelli della stessa età
che muoiono viene
fuori - in base a un calcolo puramente
statistico - che in quel periodo ci
sarebbero dovuti essere in ogni caso 15-20 morti al giorno fra quelli che si erano appena vaccinati. Queste persone non muoiono di vaccino, sarebbero morte comunque.
Certo, se invece di 20 quelli che sono
morti entro 48 ore dal vaccino fossero stati 60, 80 o anche di più
allora si sarebbe potuto cominciare a pensare a una associazione non
dovuta al caso. Passano solo tre giorni e le indagini sulle caratteristiche del
vaccino non rilevano anomalie rispetto agli standard di legge. Intanto le morti sospette arrivano a 12 anche
perché in quei giorni c'è massima attenzione al fenomeno specie da parte
di giornali e televisione.
Di quei 12, otto avevano più di 80 anni, erano ammalati di cuore e sono morti di cuore.
Passano altri tre giorni e il Comitato Europeo per la farmacovigilanza conclude
che non c'è nessun nesso fra il vaccino e le morti segnalate in Italia. Il 23
dicembre arrivano i risultati finali: nessun problema né di tossicità né di
sterilità e i lotti incriminati tornano
a essere impiegati. Intanto però il
clamore suscitato intorno a questa vicenda convince tanti specialmente quelli
che già erano un po' scettici sulla
opportunità di vaccinarsi a non farlo. Nelle settimane successive si riduce
dell'80 per cento il numero di quelli che decidono di non vaccinarsi e a oggi
si stima una riduzione complessiva del 30 percento.
Intanto i casi di influenza aumentano, 96.000 casi in
più almeno fino a dicembre, che
corrisponde al 12 percento in più di quelli che ci si aspettava nello stesso periodo in base ai dati dell’anno scorso
(787.000 persone contro le 691.000). Se ci si ammala di più aumenteranno i morti che nella scorsa stagione sono stati 8000.
I conti si fanno alla fine ma saranno quasi
certamente fra i 900 e i 1000 i morti in più quest’anno.
Morti per paura di vaccinarsi, morti per niente
insomma (per questo è importantissimo vaccinarsi sempre, soprattutto per bambini e anziani per
non ammalarsi o comunque per attenuare
gli effetti del virus).