fbpx Un museo della scienza per Roma | Scienza in rete

Un museo della scienza per Roma

Primary tabs

Tempo di lettura: 2 mins

Caro Ministro Francesco Profumo, caro presidente Lamberto Maffei,

trovo molto interessante la Conferenza ANSA del 18 settembre, tenuta presso l’Accademia dei Lincei, alla quale hanno partecipato sia il Ministro della ricerca scientifica Italiana che il Presidente dell'Accademia dei Lincei. Io non ho potuto partecipare, ma mi permetto di esprimere a voi direttamente un mio punto di vista, approfittando della presenza dell'amico Giovanni Anzidei, da anni interessato ai problemi della scuola e dell'Accademia dei Lincei. Noi siamo tutti interessati ed ansiosi per ogni iniziativa che ravvivi o risvegli l'interesse dei giovani verso le discipline scientifiche e sociali: esse possono destare in loro la curiosità ed il desiderio, e la gioia di capire e di sapere. La mia esperienza come maestro elementare e delle scuole medie, prima delle mia lunga carriera all'Università ed al suo governo, mi permettono di affermare che
questa curiosità e questo fascino sono latenti in tutti i giovani, ma forse non sono a sufficienza
utilizzati dalla nostra scuola. Ho potuto verificare come questa attenzione giovanile è curata in molti Paesi (Stati Uniti, Germania Francia e quasi tutti i Paesi maggiori). Una via principale sono i Musei della scienza e della tecnica, che nei centri maggiori accolgono i giovani e li ispirano ad un sincero entusiasmo verso il desiderio di sapere di più. La necessita di avere un museo della scienza aperto ai giovani è stata molto sentita in Italia. Negli anni passati sono anche partiti programmi di estesa ambizione, particolarmente nella città di Roma, ma, non hanno avuto un effettivo compimento. Io desidero, con questa mia lettera, sottolineare la convenienza, quasi la necessita, di avere in Roma un museo della scienza.

Esso darà la possibilità di accendere nei giovani la felicità di capire. Ma debbo anche sottolineare che esso aiuterà tutti gli insegnanti, e quelli di scienze in particolare, che spesso non hanno avuto nell'Università le indicazioni più adatte per capire quale immensa leva le leggi più semplici della scienza costituiscono per la gioia di vivere e di amare il genere umano. Io mi rallegro vivamente per la nuova iniziativa Ansa che con l'aperta " brain circulation .. è destinata ad allargare e dare spazio alle nostre iniziative scientifiche , e che entrerà per vostro merito in tutte le scuole e nelle famiglie. Abbiamo diritto di sperare che i nuovi orizzonti scientifici risultino in un beneficio di tutta la società italiana.

Ringrazio per l’attenzione, ed invio cordiali saluti

Giorgio Salvini
Presidente Onorario dell'Accademia Nazionale dei Lincei




Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Ostacolare la scienza senza giovare agli animali: i divieti italiani alla sperimentazione

sagoma di macaco e cane

Divieto di usare gli animali per studi su xenotrapianti e sostanze d’abuso, divieto di allevare cani e primati per la sperimentazione. Sono norme aggiuntive rispetto a quanto previsto dalla Direttiva UE per la protezione degli animali usati a fini scientifici, inserite nella legge italiana ormai dieci anni fa. La recente proposta di abolizione di questi divieti, penalizzanti per la ricerca italiana, è stata ritirata dopo le proteste degli attivisti per i diritti degli animali, lasciando in sospeso un dibattito che tocca tanto l'avanzamento scientifico quanto i principi etici e che poco sembra avere a che fare con il benessere animale.

Da dieci anni, ormai, tre divieti pesano sul mondo della ricerca scientifica italiana. Divieti che non sembrano avere ragioni scientifiche, né etiche, e che la scorsa settimana avrebbero potuto essere definitivamente eliminati. Ma così non è stato: alla vigilia della votazione dell’emendamento, inserito del decreto Salva infrazioni, che ne avrebbe determinato l’abolizione, l’emendamento stesso è stato ritirato. La ragione?